“C’è un modo tutto toscano di applicare le norme antisismiche. Un modo che aggirando le disposizioni nazionali, mette a rischio le costruzioni di numerosi Comuni della nostra Regione. La Giunta regionale intervenga per sanare questa anomalia e garantire la sicurezza dei cittadini toscani”. A sollevare la questione e invocare il rispetto da parte della Giunta regionale della normativa nazionale antisismica l’intero gruppo del PdL con un’interrogazione depositata oggi che vede come primi firmatari Giovanni Donzelli, Stefania Fuscagni (Portavoce dell’Opposizione), Alberto Magnolfi (capogruppo), e Paolo Ammirati. Un’ordinanza del Presidente del Consiglio risalente al 2003 definisce la ripartizione delle zone sismiche, suddividendo il territorio in quattro zone, a seconda del grado di sismicità, prevedendo per ciascuna di esse un diverso regime di controlli per gli interventi edilizi: autorizzazioni preventive per le zone 1 e 2 (alta e media sismicità), regime semplificato con solo deposito del progetto e un eventuale e successivo controllo a campione per le zone 3 e 4 (bassa sismicità).
“La ripartizione del territorio in zone – ricordano i consiglieri del PdL - è di competenza esclusiva dello Stato, mentre spetta alle Regioni l’inserimento dei Comuni nelle diverse zone. Ebbene nel 2006 la Regione Toscana, dopo aver vista dichiarata l’incostituzionalità dell’articolo riguardante i controlli antisismici – giudicati poco stringenti dalla Suprema Corte – pensò bene di derogare dalla normativa nazionale inventandosi una quinta zona, denominata 3S, con un regime di controllo semplificato equiparabile alla zona 3.
Quanti i Comuni inseriti nella nuova zona? 106, la maggior parte dei quali erano precedentemente inseriti nella zona 2, a rischio sismico medio. Comuni quindi – Firenze, Prato, Siena, Livorno tra questi – retrocessi non nella classifica del rischio, ma in quella della sicurezza”, attaccano i consiglieri del PdL. “Nonostante le segnalazioni e l’allarme lanciato dall’Ordine dei Geologi, e nonostante la frequenza di eventi sismici consigli di non sottovalutare il rischio, la Regione mantiene in vita questa quinta zona promiscua, derogando la legge e, soprattutto, mettendo a repentaglio la sicurezza dei cittadini che vi abitano, e che rischiano di vivere in zone a media sismicità ma in edifici controllati secondo i criteri utilizzati per le zone a basso rischio”, concludono i firmatari dell’interrogazione chiedendo a Rossi di sanare l’anomalia e ricollocare tutti i Comuni toscani nelle zone sismiche previste dalla legge nazionale.