L'assemblea cittadina, composta da varie realtà studentesche, centri sociali, realtà politiche e sindacali cittadine organizza per sabato 21 maggio una manifestazione di solidarietà alle 22 persone colpite. I 22 sono tutti studenti, “rei” di aver partecipato attivamente alle manifestzioni del 2009-2010 contro la riforma Gelmini e per il diritto allo studio, contro l’apertura di Casapound, contro il progetto di un CIE in Toscana o la presenza dell’On. Santanchè al Polo di Novoli.
Il corteo partirà da piazza San Marco, per proseguire sui viali, passando da via Nazionale, fino a via Valfonda per finire in piazza Bambini e Bambine di Beslan, davanti a Terra Futura, per portare anche in questa occasione le ragioni del conflitto e della libertà di manifestare. Un esposto dettagliato e completo di fotografie sulle occupazioni di quattro locali dell’Ateneo fiorentino: l’aula 1 dell’edificio D5 del plesso universitario di Novoli, l’aula professori della plesso di viale Morgagni, l’aula studio della Facoltà di Agraria, un’aula del Polo scientifico di Sesto fiorentino.
A depositarlo questa mattina presso la Procura della Repubblica di Firenze il coordinatore della Giovane Italia Firenze Andrea Badò. “Come annunciato nei giorni scorsi, come Studenti per la Libertà abbiamo deciso di denunciare l’occupazione abusiva di quattro spazi in altrettante facoltà fiorentine. Occupazioni in corso da molto tempo - spiegano Badò e Davide Bisconti, quest’ultimo vice coordinatore vicario della Giovane Italia - e mai interrotte se non per pochi giorni.
Cambiano rettori, cambiano presidi, ma non cambia l’atteggiamento di tolleranza nei confronti di atti illegittimi. Pur di non mettersi contro la minoranza rumorosa dei collettivi presidi e rettore hanno preferito ignorare il danno che queste occupazioni producono”, proseguono gli esponenti del movimento giovanile del PdL, aggiungendo che all’esposto seguirà una campagna di sensibilizzazione nelle Faoltà dell’Ateneo fiorentino affinché si ribadisca l’esigenza di ripristinare la legalità negli spazi universitari.
“Le aule occupate sono un’offesa alla gran parte degli studenti: gli spazi universitari dovrebbero essere aperti a tutti e non solo ai simpatizzanti – spesso neanche iscritti all’università - di una parte politica. Fanno eccezione le aule destinate alle associazioni, concesse dopo una formale richiesta e non certo dopo un’occupazione”, incalzano Badò e Bisconti prima di concludere augurandosi che “questo esposto possa essere di spinta perché presidi e rettore assumano finalmente una posizione chiara e netta, senza ambiguità”.