Ad oggi chi non ha la tessera del tifoso non puo' comprare un abbonamento alla stagione di calcio della propria squadra e non puo' andare a vedere una partita in trasferta nel settore ospiti, mentre chi ha la tessera del tifoso puo' comprare l'abbonamento, andare in trasferta nel settore ospiti e, non e' soggetto alle restrizioni di accesso allo stadio decise dalle Autorita' per motivi di sicurezza pubblica. Emmanuela Bertucci, legale Aduc risponde ad alcuni quesiti in materia. La tessera del tifoso non serve per la sicurezza negli stadi? "La tessera del tifoso e' stata “pubblicizzata” dal Ministero dell'Interno come un valido strumento per rafforzare la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di violenza negli stadi ma non e' assolutamente cosi'.
Non aggiunge nulla agli strumenti gia' nella disponibilita' delle forze dell'ordine, anzi semmai e' fonte di ulteriori pericoli perche' se i tifosi della squadra X (che non hanno la tessera) vanno in trasferta e non accedono al settore ospiti, verranno fatti sedere fra i tifosi della squadra avversaria, aumentando quindi esponenzialmente i pericoli per le due tifoserie cosi' come per il personale che fa servizio di sicurezza negli stadi. Ne' si capisce per quale ragione a chi e' titolare della tessera non si applicano le eventuali restrizioni di accesso allo stadio decise dalle Autorita' per motivi di sicurezza pubblica, come se il giudizio di pericolosita' fosse automaticamente superato solo perche' si e' possessori della tessera". La tessera del tifoso e' illegittima? "Perche' limita la liberta' dei singoli di acquistare un servizio offerto al pubblico (il biglietto per una partita in trasferta piuttosto che un abbonamento ad una stagione calcistica) subordinandolo al possesso di una specifica carta bancaria prepagata.
Tanto piu' che questa limitazione non e' prevista dalla legge, ma da una direttiva ministeriale. La tessera del tifoso solo un business per le banche? "Si consideri inoltre che quasi tutte le societa' di calcio (esclusa la Sampdoria e forse poche altre) non consentono ai singoli di sottoscrivere solo la tessera del tifoso, ma obbligano anche alla sottoscrizione di un contratto bancario: la tessera del tifoso si e' trasformata - con l'implicito assenso del Ministero dell'Interno che finora non ha fatto nulla per impedire questa prassi- in carta di credito prepagata.
Chi vuole la tessera del tifoso e' obbligato ad accettare un servizio di carta bancaria prepagata: spesso il rilascio della tessera non si richiede presso la societa' sportiva, ma e' quest'ultima stessa che manda i tifosi in banca (non una banca qualsiasi, ne' la banca del tifoso, ma la banca con cui la societa' sportiva ha sottoscritto un apposito contratto) a richiederla. Quindi, se vuoi vedere le partite in trasferta passa prima dalla banca X, sottoscrivi un contratto per una carta di credito prepagata e poi sarai considerato “tifoso sicuro”! In questo modo si costringe il singolo anche a fornire ad una banca (ma lo stesso discorso vale anche per le societa' sportive) tutti i propri dati personali, anagrafici e anche dati sensibili giudiziari (bisogna dichiarare se si e' destinatari di Daspo, se si hanno precedenti penali o processi in corso).
I numeri di questa operazione sono decisamente alti, si parla di oltre 750.000 tessere e quindi altrettanti contratti bancari e che fra i tesserati ci sono minorenni, anche infraquattrordicenni, che solitamente non sono possessori di carte di credito prepagate". "Difficile immaginare che il Ministro dell'Interno Roberto Maroni non sia a conoscenza di questi fatti: la “sua tessera” del tifoso e' diventata solo un business per le banche, che stipulano centinaia di migliaia di contratti con nuovi clienti anche infraquattordicenni (non abbiamo dati aggiornati, ma qualche mese fa i numeri di tessere si aggiravano attorno ai 750.000) e che detengono i dati personali e sensibili giudiziari di altrettante persone".