Finalmente questo campionato va in archivio. È stato lungo, faticoso e controverso, regalandoci nella prima parte l’emozione, non gradita, di lottare per non rimanere invischiati nella secche della zona retrocessione e poi una lunga apatica serie di partite senza senso, con l’Europa possibile solo nella testa dei tifosi, ma mai in quella del tecnico e dei giocatori, incapaci di rispondere sul campo agli stimoli della piazza. Tuttavia prima di seppellire questa stagione sotto i fischi e la polvere estiva dobbiamo ricordare che la Fiorentina ha “meritato”, nel suo complesso, il nono o decimo posto che sia.
Che, se la campagna cessioni sarà importante, come si preannuncia - i nomi sono infatti sono Gilardino, Mutu, Montolivo, Vargas - i nuovi inserimenti dovranno non soltanto essere adeguati, come assicurato dalla società, ma anche pronti da subito a non far rimpiangere i partenti. Soffermandoci solo sul reparto offensivo sappiamo che una squadra che si rispetti deve avere una coppia goal da 25 - 30 reti, quindi al rientrante Jovetic dovrà essere affiancato o un rigenerato Gilardino, o un attaccante di pari livello che al momento potrebbe essere uno tra Matri o Vucinic; Maxi Lopez ha dimostrato di non avere i numeri.
Giocatori, i primi due, di prestigio e non so quanto interessati a vestire la maglia viola, ora che non c’è più un allenatore del calibro di Prandelli. La netta sensazione è che la Fiorentina sia davanti ad un bivio importante dove non sia più possibile sbagliare, infatti se con una campagna acquisti giusta e con un paio di giocatori importanti può rientrare nel gruppo che lotta a ridosso dei primi posti, nel caso contrario la stagione in corso rischia di non diventare una brutta parentesi ma un preoccupante trend per gli anni avvenire.
Fino ad adesso i Della Valle, a parte un paio di parentesi, ci hanno regalato momenti di calcio e risultati importanti oltre che bilanci tranquilli: nel calcio gli allenatori e i giocatori importanti partono, i cicli finiscono e le stagioni storte ci stanno, ma le Società forti ripartono sempre. Questo è il nostro augurio. Massimo Capitani