Firenze - “Ogni giorno ha la sua pena per la Giunta regionale – si legge in una nota del PdL -. Dopo lo scandalo del taglio di 30 milioni di euro al fondo per la non autosufficienza che l’Assessore Scaramuccia ha tentato, non senza imbarazzo, di derubricare a semplice 'operazione contabile', altri 20 milioni di euro vengono stornati dal fondo. Questa volta per destinarli a: funzionamento dei presidi sul territorio, quantificazione delle risorse complessive del fondo per la non autosufficienza, soddisfacimento del debito informativo”.
“Morale - osserva il Presidente del Gruppo regionale PdL Magnolfi - si tolgono fondi a prestazioni e assistenza alle persone più deboli e alle loro famiglie per rafforzare l’apparato burocratico e coprire i misfatti di un sistema sanitario toscano in via d’implosione. Una vicenda penosa che fa emergere due crude realtà: l’inesistenza del tesoretto invocato da Rossi con il quale la Regione avrebbe dovuto ripianare il deficit dell’Asl 1 di Massa e il completo fallimento del progetto per la non autosufficienza: senza progetti e con risorse saccheggiate a più riprese dalla Giunta per la propria 'non autosufficienza finanziaria'”. Troppe, sostengono Magnolfi, Ammirati, Mugnai e Ferri le cose che non tornano e sulle quali anche un’Associazione importante ed attenta come l’ADUC ha ritenuto di pretendere chiarezza presentando due esposti alla magistratura penale e a quella contabile. “Al di là delle responsabilità personali che sull’Asl 1 come sul fondo per la non-autosufficienza saranno accertate nelle sedi opportune, Rossi – sostiene il Gruppo regionale PdL che ha chiesto ed ottenuto una comunicazione dettagliata della Giunta – ha il dovere politico e morale di dire ai toscani dove troverà, euro per euro, i 300 milioni necessari per risanare i conti dell'Asl 1 di Massa e come riuscirà a mantenere il solenne impegno di non scaricare le conseguenze di questa grave vicenda in termini di riduzione di servizi essenziali, di rinvio a tempo indeterminato di investimenti sociali o di eventuali aumenti del carico fiscale.
Non vorremmo che dopo il danno e l’inganno di rassicurazioni a buon mercato ci sia, per tutti noi toscani, anche la beffa”.