Hanno letto, studiato, fatto ricerche. Quest’anno in 13 istituti della città 610 studenti della scuola secondaria di primo grado hanno già toccato con mano questa ferita aperta che è l’Olocausto. Insieme ai loro insegnanti e ai volontari dell’Aned (l’associazione nazionale ex deportati) hanno costruito un percorso didattico intorno ad una delle pagine più tremende della storia quando milioni di uomini tra ebrei, disabili, omosessuali, rom e oppositori politici, furono rastrellati nelle città occupate dai nazisti e mandati verso i campi di sterminio.
Tra tutti questi ragazzi ne sono stati scelti 14 che domani, insieme all’assessore all’educazione Rosa Maria Di Giorgi e Alessio Ducci, presidente dell’Aned di Firenze, e altri componenti dell’associazione partiranno per un viaggio-studio nei campi di sterminio nazisti. Con loro ci saranno 60 studenti delle superiori accompagnati dall’assessore alla pubblica istruzione della Provincia, Giovanni Di Fede, e un centinaio di ragazzi della scuole secondarie di primo grado dei Comuni della Provincia di Firenze.
La prima tappa del viaggio sarà a Dachau, il giorno successivo la delegazione sarà a Ebensee per la visita al castello di Harteim e al suo museo, domenica 8 maggio arriverà Mauthausen, nell’Alta Austria, per commemorare il 66° anniversario dell’arrivo del 41° Squadrone di ricognizione dell'11ª divisione corazzata statunitense. e la liberazione dei prigionieri. «Sarà anche l’occasione per incontrare il sindaco di Mauthausen – ha spiegato l’assessore Di Giorgi – e rinnovare il ‘patto di fratellanza’ con la città austriaca».
La tappa finale è alla Risera di San Sabba. Dal 1998 l’assessorato all’educazione ha sempre partecipato al viaggio studio agli ex campi di sterminio in Germania ed Austria organizzato dalla Provincia in collaborazione con l’Aned inviando un gruppo di studenti del ‘Centro di formazione professionale’ e dell’Iti Leonardo da Vinci che, con i rispettivi insegnanti, seguivano un percorso di studio incentrato sulla storia del Novecento. In considerazione dell’importanza formativa del progetto, dal 2000 l’assessorato ha inserito tra i percorsi formativi de ‘Le Chiavi della Città’ il progetto ‘Il Futuro della Memoria’ con l’obiettivo di far conoscere agli studenti la ‘microstoria’ della deportazione promuovendo nelle scuole un viaggio nei campi di sterminio, preceduto da lezioni di storia del Novecento relative al periodo del nazifascismo in Europa e in Italia.
«Quest’anno – ha ricordato l’assessore all’educazione – abbiamo presentato alle scuole, ne ‘Le Chiavi della Città’, un progetto più ampio denominato ‘Comprendere per non dimenticare’, nel quale è sempre inserito il percorso formativo ‘Il Futuro della Memoria’, realizzato sempre in collaborazione con l’Aned». Il progetto (al quale hanno partecipato gli istituti comprensivi Barsanti, Calvino, Pirandello, Pieraccini, Galluzzo, Botticelli, Verdi, Montagnola-Gramsci, Compagni/Carducci, le scuole Guicciardini, Ottone Rosai e Spinelli) prevedeva un percorso didattico per difendere il significato della memoria e mantenerne viva la trasmissione dei valori attraverso un percorso di conoscenza rivolto ai docenti e agli studenti attraverso: un corso di formazione rivolto ai docenti ‘Storia e memoria del Novecento’ con lezioni a cura dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana; percorsi di conoscenza del territorio fiorentino, sia in riferimento a luoghi ed episodi della Resistenza che attraverso la testimonianza diretta di persone che hanno vissuto quegli avvenimenti, in collaborazione con l’Aned; un programma di iniziative per la celebrazione della Giornata della Memoria, del Giorno del Ricordo, della celebrazione dell’8 marzo, anniversario della deportazione dei fiorentini nel campo di sterminio di Mauthausen; e, infine, la partecipazione alla visita-viaggio studio ai campi di deportazione e stermino, impegnandosi a fornire strumenti e contenuti agli studenti per acquisire una maggiore consapevolezza del valore della memoria, sempre in collaborazione con l’Aned. «Vedere in prima persona i luoghi della sofferenza di tanti – ha sottolineato Rosa Maria Di Giorgi – non è solo un modalità di approfondimento culturale ma punta a costruire una ‘memoria condivisa’ da non rimuovere, specie nei suoi capitoli meno conosciuti come la persecuzione nazista dei disabili, dei rom, degli omosessuali e degli oppositori politici.
Come ci ha insegnato Primo Levi ‘coloro che non hanno memoria del passato sono condannati a ripeterlo’». «Le cose fin qui viste al cinema o lette sui libri – ha concluso – sono niente rispetto a quello che vedranno gli studenti. Capiranno da soli la differenza che passa tra l’essere spettatori e l’essere testimoni di una tragedia. Dobbiamo perciò essere riconoscenti all’Aned in viaggio con noi, perché anche attraverso il dolore di tanti ex deportati si forma la nostra coscienza».
«Gli ideali nazisti sono teorie completamente folli – ha rilevato Alessio Ducci – c’è da chiedersi come abbiano potuto fare presa sul popolo tedesco e austriaco portando i nazionalsocialisti a diventare il primo partito di maggioranza relativa della Germania. Vogliamo far riflettere i più giovani su un progetto di sterminio messo a punto e realizzato da uomini come noi. Questa è riflessione più importante che dobbiamo fare: se un uomo è stato capace di crimini così atroci nel passato non è detto che non li possa compiere nuovamente adesso».