Sei nuovi alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica alle Murate

Il sindaco Renzi: “Un altro tassello per rendere più vivibile e fruibile una parte di città”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 aprile 2011 14:49
Sei nuovi alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica alle Murate

Taglio del nastro e consegna delle chiavi da parte del sindaco Matteo Renzi e dell’assessore alla casa Claudio Fantoni, di 6 nuovi alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica realizzati nell’ex complesso carcerario delle Murate. Gli alloggi (fra i 40 e 60 metri) sono stati realizzati a seguito di un recupero edilizio di una porzione dell’ex complesso carcerario, attraverso l’accorpamento principale dei volumi delle varie celle con la creazione di tre alloggi per piano (tutti con portoncino di sicurezza).

Il costo dell’intervento – realizzato dall’impresa Co.ge.ba srl di Santa Anastasia (Napoli) – e comprensivo anche di spazi sociali, uffici comunali, nuovo percorso pedonale da via Ghibellina a via dell'Agnolo e recupero del semiottagono, è stato di un milione e 60mila euro. Alla cerimonia era presente anche il presidente di Casa Spa Luca Talluri. “Quello che una volta era una prigione – ha sottolineato il sindaco Renzi – ora è uno spazio di libertà e per qualcuno anche residenza.

Con la giornata di oggi prosegue il percorso per rendere un pezzo di città, in pieno centro storico, sempre più vivibile fruibile per la cittadinanza”. Il lotto inaugurato oggi rappresenta un altro tassello del recupero di un complesso che occupa oltre 13.000 metri quadrati, programmato in più fasi di lavoro, iniziate nel 2000 con il primo cantiere e ancora in corso per interventi di completamento. Tutto il processo è stato progettato e diretto da tecnici del Comune di Firenze e tutti i finanziamenti (a oggi circa 16 milioni di euro) sono pubblici.

Sono così stati realizzati: una nuova strada pedonale e due piazze pubbliche per circa 3.350 metri quadrati; 73 residenze sociali (da 30 ad 80 metri quadrati); percorsi coperti e portici per oltre 240 metri; una foresteria comunale da 24 posti letto; uffici per oltre 800 metri quadrati; botteghe d’arte e cultura per 560 metri quadrati; un ristorante e un caffè per 430 metri quadrati; un centro per l’arte contemporanea da oltre 1300 metri quadrati; un incubatore di imprese tecnologicamente avanzate nel settore culturale; quattro sale pubbliche polivalenti per oltre 940 metri quadrati con attrezzatura audio/video; 9 nuovi ascensori sono stati inseriti e 8 nuovi corpi scala; sono stati inoltre piantati 18 alberi ad alto fusto. CENNI STORICI: La formazione del complesso delle Murate risale al 1424, data in cui l'Abate Gomezio concesse a suor Apollonia ed alle sue Sorelle di trasferirsi dalle pile di ponte Rubaconte sull’Arno ad una casa in via Ghibellina ai margini del quartiere di Santa Croce.

Da questo nucleo si sviluppò il convento di clausura delle Murate alla SS. Annunziata, che crescerà lentamente sino ad occupare un intero isolato della città. La fase conventuale prosegue sino alla prima trasformazione in carcere, operata dall’architetto Domenico Giraldi nella seconda metà dell’Ottocento. L'originaria struttura del complesso viene radicalmente modificata, nuovi corpi di fabbrica vengono edificati secondo la tipologia Filadelfia, riutilizzando in parte i sedimi degli edifici preesistenti.

La terza fase della vita delle Murate inizia nei primi anni ottanta, con la costruzione del nuovo complesso carcerario di Sollicciano, che ne decreta il repentino abbandono nel 1983, per arrivare poi all’anno 2000, data di inizio dei lavori di recupero. IL PROGETTO DI RECUPERO DELLE MURATE: La realtà urbana delle Murate manifesta l'evolversi delle vicende urbanistiche che hanno interessato Firenze. In questa porzione di città ritroviamo consistenti elementi di valenza urbana: le mura difensive, il tessuto edilizio a schiera, il percorso matrice di via Ghibellina, i grandi complessi specialistici.

Il recupero delle Murate si avvia con il Progetto Unitario, approvato dal Consiglio Comunale nel settembre 1998 che destina gli edifici a funzioni diversificate: negozi, spazi sociali, piazze pubbliche e percorsi pedonali al piano terreno; uffici e residenze pubbliche ai piani superiori. Un gruppo di tecnici di diversi uffici comunali, avvalendosi della consulenza Unesco dell’architetto Renzo Piano e coordinati dall’architetto Mario Pittalis, ha redatto il Progetto Unitario, predisponendo linee ed indirizzi “guida” per la progettazione specifica delle varie porzioni dell’ex immobile carcerario.

E’ stata così avviata un’operazione di riqualificazione che coinvolge tutto il quartiere di Santa Croce ed il centro storico in generale, con l’apertura alla città di questa “isola” chiusa da sempre e inutilizzata da decenni. Le linee-guida del progetto hanno teso a una nuova fruizione di un edificio storicamente negato alle persone comuni (prima convento, poi luogo di detenzione), con l’inserimento di più funzioni tipico del tessuto urbano circostante. Progettare per livelli stratificati di funzioni è l’assunto utilizzato per trapiantare nelle strutture dismesse la pluralità e la complessità di un centro urbano contemporaneo, ma anche l'opportunità per garantire al nuovo insediamento la dignità di un quartiere cittadino

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