Firenze – Riaffermare il parere negativo della Toscana alla prospettiva di ospitare centrali nucleari nonché centri “anche temporanei per lo stoccaggio, smaltimento e smistamento di scorie radioattive”. E proseguire invece sulla strada dell’investimento per tecnologie che utilizzino fonti di energia rinnovabili. Lo prevede una mozione approvata all’unanimità dal Consiglio regionale, prima firmataria la capogruppo dell’Idv, Marta Gazzarri. L’atto prende le mosse dalla delega al Governo per la decisione di localizzare centrali sul territorio italiano, contenuta nella legge 99 del luglio 2009.
Oltre a ribadire quanto affermato anche dalla Corte costituzionale – e cioè che il parere delle Regioni è obbligatorio anche se non vincolante rispetto alle scelte del Governo -, l’atto richiama considerazioni sulla dipendenza dall’estero per il fabbisogno energetico, che non verrebbe superata dal nostro Paese nel caso di impianti nucleari, visto che l’uranio è prodotto solo da una decina di Stati al mondo. Sull’ipotesi poi di costruire una centrale in Toscana, si ricorda che in ogni caso si deve tener conto di alcune “notevoli criticità, quali il rischio sismico, la forte antropizzazione del territorio, la presenza di insediamenti diffusi”, che rendono impossibile rispettare le distanze solitamente indicate per garantire i livelli minimi di sicurezza.
Senza contare le conseguenze negative che ricadrebbero sull’economia turistica della nostra regione. La mozione ritiene che “in ogni caso, riguardo alla ripresa di produzione di energia nucleare in Italia, ci si debba innanzitutto attenere alla volontà popolare espressa nelle forme previste dalla Costituzione” e in tale senso definisce “auspicabile la più ampia partecipazione alla prossima ulteriore consultazione referendaria sul tema del nucleare prevista per il 12 e 13 giugno”.