Firenze – “La sanità toscana ha retto il colpo ed è stata capace di far fronte ad un ammanco di 260 milioni, senza mettere una tassa in più o far pagare il ticket ai cittadini”. Commento del governatore Enrico Rossi, che dopo aver ringraziato l’assessore Daniela Scaramuccia per il “piglio” e la “compostezza” con cui ha affrontato la situazione, è intervenuto in aula parlando del sistema sanitario toscano. “E’ ragionevole un sistema di controlli e un modello sanitario se individua l’errore e all’errore cerca di riparare – ha affermato – Noi ci siamo accorti dell’errore, noi abbiamo fatto le necessarie verifiche, io personalmente mi sono rivolto alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti, ho mandato lettera di diffida ai Sindaci revisori nominati da questo Consiglio”.
“Io c’ero e so cosa ho sentito e fatto – ha continuato Rossi – i nostri bilanci sono considerati anche troppo rigorosi dal Ministero e nessuno può illudersi che la Regione possa direttamente controllare sedici bilanci di aziende, il controllo compete per legge a chi è dentro l’azienda”. “La sanità toscana esce da questa vicenda a testa alta – ha sottolineato il governatore – la saldezza e la positività della nostra sanità non può essere messa in discussione e mi sento di difendere dieci anni di lavoro e di impegno; è ovvio che si può sempre migliorare e mentre aspetto le risultanze della Procura della Repubblica, invito a mettere un punto e a capo per pensare al futuro e rimango con un solo dubbio: è tutto frutto di poche menti o c’è qualcos’altro in campo?” La replica dell’assessore regionale al Diritto alla salute, Daniela Scaramuccia, ha concluso l’articolato dibattito sviluppatosi in Aula sugli esiti del lavoro della commissione d’inchiesta sull’Asl di Massa.
Subito dopo c’è stato il voto sulle proposte di risoluzione presentate da Centrosinistra e Centrodestra. Approvata, a maggioranza, la risoluzione firmata dai gruppi del Centrosinistra (Pd, Idv, Fds-Verdi e Misto) che, rimanda alla relazione illustrata da Pieraldo Ciucchi (Gruppo Misto), definendola “sintesi dei lavori e delle conclusioni della commissione” ed evidenziando che da essa “si evince la presenza di un complesso di responsabilità varie da parte degli amministratori aziendali, della figura del direttore generale, del collegio dei sindaci revisori e delle società di revisione incaricate di analizzare l’andamento gestionale dell’azienda”. Respinta a maggioranza la proposta di risoluzione presentata dai gruppi del Centrodestra (Pdl, Lega Nord Toscana e Udc).
Affermava che deve essere “rivisto nel suo complesso il sistema dei controlli dei bilanci delle Asl” e riteneva che “l’assessorato regionale alla Sanità e il presidente Enrico Rossi, per dieci anni assessore alla Sanità, non possono sottrarsi dall’assumersi responsabilità politiche in merito ad una vicenda la cui gravità, per comportamenti perpetrati nel tempo e per dimensione dell’accaduto, non poteva né doveva sfuggire all’attenzione dei massimi responsabili della sanità di questa regione”. L’assessore Scaramuccia, nel breve intervento conclusivo, ha contestualizzato la vicenda della Asl di Massa concordando con le valutazioni contenute nella risoluzione dei gruppi della maggioranza di Centrosinistra.
“Con tutto ciò”, ha osservato, “il problema di oggi della sanità toscana non è il caso Massa, anche se quei soldi avremmo preferito spenderli in altro modo, ma il taglio delle risorse destinate alla sanità nelle regioni italiane da parte del Governo”. E ancora: “Quest’anno non solo non vi sono stati adeguati trasferimenti, ma addirittura abbiamo subito un taglio netto delle risorse che va a compromettere interi settori di interventi come, ad esempio, le politiche dell’autosufficienza nel campo socio-sanitario e altro ancora”.
Infine la conclusione: “Questo sistema, con questi tagli, non può andare avanti”. “Purtroppo la Commissione, per i tempi ristretti che le sono stati imposti, non ha potuto sviluppare completamente alcuni temi di indagine fondamentali – si legge in una nota del gruppo delPdl -. In particolare sarebbe stato assolutamente necessario poter riascoltare taluni dei soggetti che hanno reso dichiarazioni, dopo l’acquisizione di materiale documentale, fonte di possibili contestazioni. Critichiamo fortemente il fatto che a differenza di tutte le precedenti esperienze, in questo caso l’orientamento del PD è stato quello di sbarazzarsi il prima possibile dall’impiccio di questa Commissione d’Inchiesta.
Addirittura la condizione posta perché i lavori iniziassero è stata quella che si concludessero prima della campagna elettorale per le elezioni amministrative. Una ben strana foglia di fico, che non riuscirà a tacitare la nostra intenzione di fare chiarezza su una vicenda che per dimensioni, portata politica, ampiezza delle ripercussioni non ha precedenti in Toscana e che, da un lato, segna il crollo del mito del 'buon governo' della sanità toscana e, dall’altro, illumina scenari ambigui e gelatinosi in un importante spaccato del sistema di potere locale e regionale.
Appare grave e deludente la scelta del PD di rifugiarsi in una posizione puramente difensiva tendente a far volare solo qualche straccio in una vicenda che ha ben altra origine e ben altre implicazioni, mentre anche l’IDV ha alla fine rinunciato ai fieri propositi di trasparenza allineandosi supinamente alla volontà del partito più grande dal quale cominciavano ad arrivare le temute ingiunzioni di sfratto”.