Livorno – Organizzare in tempi brevissimi un confronto al quale parteciperanno, oltre alla Regione, che lo promuove, istituzioni locali e rappresentanti di tutti i grandi gruppi multinazionali presenti in Toscana, un’assise regionale che dovrà avviare un dialogo e approfondire criticità e problemi aperti. A lanciare l’idea è stato il presidente della Regione Enrico Rossi intervenuto oggi a Livorno al forum promosso da Confindustria sul tema “Le imprese multinazionali come leve dello sviluppo del territorio”. “La presenza delle multinazionali in Toscana – ha detto Rossi – è essenziale per lo sviluppo.
Non possiamo fare a meno di loro e sarebbe illusorio, in un’economia globalizzata come l’attuale, indulgere a tentazioni antindustriali come, forse, per troppo tempo si è fatto. Per la Toscana pensiamo ad un futuro industriale e non certo ad una regione fatta solo di seconde case e attrezzature per vacanze benessere. Certo, c’è anche questo aspetto e faremo di tutto per sviluppare l’offerta turistica, ma sarebbe davvero illusorio pensare di trovare soltanto in questo la chiave per lo sviluppo”. Nell’incontro proposto dal presidente, la Regione metterà in campo gli strumenti di cui dispone per facilitare la presenza dei grandi gruppi e per superare le criticità.
“Credo che sia il miglior modo per far capire a tutto il mondo che la Toscana non è soltanto la terra di ‘good restaurants’ dipinta nella recente battuta del presidente Obama al sindaco di Firenze, ma è una regione che sta la per funzionare sempre meglio . Così potremo fare dei grandi gruppi che già sono presenti, i migliori ambasciatori delle opportunità che la Toscana offre alle imprese che vogliono investire”. Rossi ha sottolineato come la Regione Toscana sia direttamente impegnata proprio su questo punto, ritenuto prioritario nella strategia per lo sviluppo.
Un richiamo alto e forte, quello del presidente, un appello a enti locali, soggetti istituzionali, parti sociali perchè si realizzi da subito una vera e propria svolta culturale. “Per troppo tempo la Toscana si è cullata nella consapevolezza di essere una regione dove si vive bene. Così ha rallentato il suo passo e rischia di restare indietro. E’ dal rilancio del manifatturiero che bisogna ripartire per avere sviluppo e creare lavor o e questo ci porta a dover fare i conti con la presenza della grande industria.
Sappiamo che ci sono anche esempi negativi, che ci sono gruppi che tracciano un rigo e chiudono stabilimenti dalla mattina alla sera, come purtroppo è accaduto alla Eaton. Questo non è il modello di capitalismo che vogliamo sostenere. Ma chiudere gli occhi su una presenza che in Toscana conta 260 imprese, 335 stabilimenti, 35.479 addetti e oltre 15 milioni di fatturato sarebbe sbagliato. Con loro dobbiamo aprire un dialogo, diventare interlocutori privilegiati per chi opera già in Toscana e per chi in Toscana potrebbe utilmente decidere di arrivare.
Noi faremo la nostra parte, per quanto ci compete, per attrarre nuovi investimenti e creare le condizioni perché questo avvenga”. Ci sono aspetti che riguardano il governo nazionale, ha precisato il presidente e altri che invece ci toccano da vicino. In particolare, Rossi ha stigmatizzato l’eccesso di loc alismo che, a volte, porta alla paralisi e allunga troppo i tempi delle decisioni. Come per l’aeroporto di Firenze. “Non si può bloccare lo sviluppo dell’aeroporto perchè qualche comune non è d’accordo”.
“O ancora – elenca Rossi – come per l’Ikea a Migliarino, che aspetta da anni un via libera o ancora la vicenda del rigassificatore di Rosignano Solvay o la cartiera Lucart che porta in Francia la sua tecnologia avanzata perchè non le è stata rilasciata una concessione”. La svolta culturale auspicata dal presidente Rossi deve cominciare subito. “Non dobbiamo perdere tempo e, per quanto ci riguarda, stiamo lavorando a pieno ritmo. Proprio in questi giorni è uscito il primo bando per l’attrazione di investimenti da fuori regione.
E’ una iniziativa innovativa, anche nel metodo e ci auguriamo che funzioni”.