Firenze – Sarà la Protezione civile regionale – in accordo con le prefetture, gli enti locali interessati, l’episcopato toscano e con le associazioni del volontariato – a coordinare l’organizzazione dell’accoglienza dei migranti dal Nord Africa destinati alle strutture individuate in Toscana, dopo che il governo nazionale, garantendo al contempo la necessaria copertura finanziaria, ha accolto la proposta avanzata dal presidente della Regione Enrico Rossi di ospitare gli immigrati in piccoli siti diffusi su tutto il territorio.
I primi 304 migranti, il cui arrivo è previsto per stasera, verranno ospitati in 12 strutture di sette province (Arezzo, Firenze, Grosseto, Livorno, Pisa, Pistoia, Siena). L’articolazione dei compiti prevede il coinvolgimento degli uffici provinciali della Protezione civile e degli enti locali, che hanno il compito di attivare il sistema del volontariato sulla base delle necessità individuate in ciascuna struttura. Nel caso fossero verificate carenze di personale per i comp iti di assistenza previsti, saranno attivati volontari a livello provinciale o regionale, in accordo con il Comitato operativo, composto dalle quattro associazioni più diffuse sul territorio: Misericordie, Anpas, Croce Rossa e Vab. Il primo compito sarà quello di censire gli immigrati assegnati ai diversi centri; sarà usato lo stesso programma di registrazione utilizzato nella gestione dei campi realizzati in occasioni di emergenze.
In ogni centro sarà immediatamente attivo (il che significa da stanotte) un servizio di assistenza linguistica, grazie alla presenza di mediatori culturali (uno o due per centro) facenti riferimento al volontariato sociale (ARCI e associazione Shalom). I mediatori avranno anche il compito di fornire una prima informazione sui percorsi a carattere legale/normativo per richiedere asilo o altri riconoscimenti giuridici. Ogni struttura di accoglienza è già dotata di un presidio sanitario, organizzato dalle Asl competenti per territorio.
Infine la logistica ha previsto, laddove non siano già presenti centri di cottura (come risulta in molte strutture), l’utilizzo di servizi esterni per la regolare fornitura dei pasti, nel rispetto delle prescrizioni religiose degli ospiti.
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