Firenze – L’assessore regionale alla Sanità, Daniela Scaramuccia, ha risposto in aula a un’interrogazione sull’assistenza specialistica ambulatoriale e sui relativi tempi di attesa, presentata dai consiglieri dell’Udc Marco Carraresi e Giuseppe Del Carlo. L’assessore ha osservato che “le criticità osservate oggi sono il risultato atteso dell’efficacia delle politiche sanitarie adottate negli anni passati”, perché la Toscana ha attuato “una felice politica di deospedalizzazione che ha consentito di liberare competenze ospedaliere e di far registrare il più basso tasso di ospedalizzazione e il più alto tasso di accesso alla specializzazione clinica e diagnostica”.
Carraresi e Del Carlo, verificato che le lunghe attese dei cittadini per un esame “toccano trasversalmente gran parte dei settori dell'attività clinica e di indagine diagnostica, evidenziando non un fenomeno casuale o transitorio, ma endemico al sistema sanitario regionale”, chiedevano tra le altre cose alla Giunta “quali interventi urgenti siano previsti per migliorare il settore dell'assistenza specialistica ambulatoriale e dei relativi tempi di attesa, e per quali motivi non siano stati ancora attivati i previsti Centri di prenotazione (Cup) a livello di area vasta”.
Scaramuccia ha spiegato che secondo i dati di rilevamento regionale le prestazioni diagnostico strumentali sono state erogate per il 43% dei casi entro 30 giorni dalla richiesta e il 65% entro 60 giorni. Quanto alle visite specialistiche, il tempo di attesa è una variabile che interessa anche il medico, per la diagnosi, oltre che il paziente, per questo “si è intervenuti impegnando le Asl ad assicurare un massimo di 15 giorni per le visite specialistiche delle aree più richieste, e questo avviene nel 79% dei casi.
E riguardo al Cup di area vasta, l’assessore ha spiegato che ha una logica per la diagnostica strumentale, meno per la visita clinica che introduce un rapporto di follow up per cui la vicinanza è preferibile. Infine, l’assessore ha sottolineato che la crescita costante di richiesta di esami e di visite (l’aumento è del 10% annuo) senza che corrisponda un aumento delle patologie, rende necessaria una riflessione da fare con i medici. Marco Carraresi ha risposto osservando che “la situazione non è certo splendida come la descrive l’assessore” che di fatto “i cittadini toscani passano la giornata a telefono quando prenotano una visita, provando e riprovando per cercare di accorciare i tempi”.
Prova del fatto che non tutto va bene, secondo Carraresi, è che “la Toscana ha un consumo di sanità privata superiore alla media, segno che il sistema espelle molti cittadini costringendoli a ricorrere a cure a proprie spese”.