I consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi e di Sinistra ecologia e libertà Riccardo Lazzerini hanno presentato una mozione, perché venga discussa in Consiglio provinciale, con la quale si chiede al Presidente della Provincia di Firenze di farsi portavoce nei confronti del Governo nazionale "per sostenere la richiesta del ritiro immediato dell'Italia dalla coalizione 'dei volenterosi', la contrarietà all'utilizzo del territorio italiano come supporto agli eserciti in guerra e il rispetto dell'articolo 11 della Costituzione italiana ('L'Italia ripudia la guerra')".
Calò, Verdi e Lazzerini chiedono anche di assumere "un'iniziativa nei confronti del Coordinamento Nazionale Enti Locali per la Pace affinché sia assunta da Comuni, Province e Regioni, unitamente con la società civile e il mondo dell’associazionismo, una immediata mobilitazione per la pace e contro la guerra, per l’immediato cessate il fuoco e il sostegno ai profughi e alle vittime del conflitto". Per i consiglieri "è in corso contro la Libia una vera e propria guerra condotta da diverse potenze occidentali – l’Italia fra queste - che, con il pretesto di difendere i diritti umani della popolazione civile, ha come obiettivo principale il controllo delle risorse energetiche, in primis il petrolio e il tentatvo di riportare sotto il proprio controllo il mondo arabo attraversato nelle settimane scorse da rivolte popolari a sfondo sociale".
L'intervento militare guidato "dalla Nato, dagli Usa ,da potenze ex coloniali e da Stati Arabi che in casa loro sparano sulle manifestazioni popolari, non può avere finalità umanitarie – come dimostra il numero dei morti civili in rapida ascesa - ma rappresenta un tentativo di ricolonizzazione e occupazione che contrasta con la carta delle Nazioni Unite e con l’articolo 11 della nostra Costituzione". L'intervento armato in Libia rappresenta "l'ennesima tragedia imposta a quel popolo ed allontana la prospettiva di una Libia unita, indipendente, repubblicana e democratica, sola alternativa ai progetti di spartizione e balcanizzazione che la renderebbero facile preda della voracità delle multinazionali e delle potenze straniere".
Occorre ribadire sempre "la netta condanna del regime dispotico di Gheddafi e le gravi complicità che hanno caratterizzato la relazione tra il governo italiano e quel regime a cui era stato affidata la repressione e il contenimento manu militari dei profughi e degli immigrati". Si poteva immediatamente intervenire durante i primi giorni delle rivolte contro Gheddafi "per far cessare il massacro contro i civili, per aprire un corridoio umanitario nei confronti dei ribelli, per garantire protezione e asilo politico ai disertori e ai profughi".
Nella mozione si condannano "senza se e senza ma i bombardamenti in atto sulla Libia condotti da alcune Potenze occidentali con la complicità dell'Italia: sia interdetto l’uso delle basi collocate sul nostro territorio dalle quali parte l’aggressione militare".