FIRENZE – La drammatica situazione della Libia, che espone il nostro Paese ad un arrivo in massa di profughi. “La Regione Toscana si sta attrezzando per affrontare una possibile emergenza profughi dalla Libia. Anche se si tratta di un evento che si colloca per ora sul terreno delle ipotesi, si è già messa in moto la macchina organizzativa, dopo la disponibilità ad accogliere i profughi dichiarata dal presidente Rossi nei giorni scorsi sia al presidente Napolitano che al ministro Maroni”.
Lo afferma l’assessore regionale al welfare Salvatore Allocca che si occuperà della gestione della situazione. “La competenza sulla distribuzione nelle varie Regioni – prosegue Allocca – spetta al Ministero degli Interni che attraverso le prefetture sta lavorando ad una prima bozza di possibili sistemazioni. Attualmente siamo in attesa di essere messi a conoscenza dei suggerimenti proposti dal prefetto Padoin che riguarderanno principalmente la disponibilità di strutture militari”.
“Appena avremo in mano la prima bozza di proposte – annuncia l’assessore al welfare toscano – coinvolgeremo i territori a partire dalle Province e dai Comuni capoluogo per concertare le varie soluzioni. Nel pomeriggio di oggi abbiamo preallertato i soggetti istituzionali competenti in attesa di fissare la data precisa del primo incontro operativo che dovrà precedere il prossimo tavolo presso il Ministero degli Interni”. Da Prato invece l'assessore all'Integrazione Giorgio Silli interviene per chiedere che venga rivista la normativa della convenzione di Dublino, in modo da distribuire i profughi in tutta Europa.
Ecco l'intervento di Silli: «Adesso più che mai vi è l’assoluta necessità di gestire in maniera scientifica il fenomeno dei profughi che richiedono asilo, senza strumentalizzazioni. Adesso più che mai vi è l’assoluta necessità di rivedere gli accordi internazionali europei che regolamentano l'asilo politico, cosi’ come l’accoglienza dei profughi e la loro distribuzione su tutto il territorio. Inutile continuare con le polemiche locali del "vogliamo i profughi o non li vogliamo’’: di fatto l’Europa deve essere al fianco del proprio ventre molle ( come veniva chiamata l’Italia durante la Seconda guerra mondiale ), sempre piu’ vulnerabile in materia di immigrazione clandestina.
La convenzione di Dublino è stata firmata all’inizio degli anni novanta da tutti i capi di stato europei per regolare i rapporti fra Stati dell’unione in materia di asilo politico. Il regolamento del Consiglio Europeo del 2003, in riferimento alla convenzione di Dublino, disciplina poi i movimenti all’interno del territorio europeo di chi ha ottenuto l’asilo politico o lo status di rifugiato. Purtroppo, di fatto, da questo regolamento emerge che il paese che riceve i profughi è ovviamente sovrano nel concedere o meno l’asilo o lo status di rifugiato e deve, successivamente, ospitare sul proprio territorio gli asilanti.
E’ chiaro che i paesi piu’ penalizzati da questa convenzione sono l’Italia, la Spagna e la Grecia. Del resto non ho mai visto approdare barconi di profughi sulle coste norvegesi o danesi. E’ quindi indispensabile che urgentemente si rivedano alcuni articoli della convenzione e dei regolamenti successivi, al fine di poter distribuire i profughi di questa emergenza umanitaria in tutti i paesi europei. Metterò in campo ogni azione possibile per sollecitare il Governo italiano e quello degli altri paesi che si affacciano sul Mediterraneo per omogeneizzare le responsabilita’ di ciascuno in materia di profughi.
Non possiamo, non vogliamo e non dobbiamo essere lasciati soli di fronte a questa emergenza».