Il 44% dei toscani beve l’acqua del rubinetto

Oltre 140 i fontanelli di acqua di qualità in tutta la Toscana. De Girolamo (Confservizi Cispel Toscana): “un milione e mezzo di toscani che premiano il grande impegno di tutto il sistema toscano di gestione dell’acqua

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 marzo 2011 14:45
Il 44% dei toscani beve l’acqua del rubinetto

“A fine 2010 sono oltre un milione e mezzo, pari al 44 per cento i toscani che bevono regolarmente l’acqua del rubinetto, pur avendo tra i migliori acquedotti d’Italia, con una crescita dell’ultimo anno, pari al 4 per cento (140.000 toscani), resa possibile anche grazie all’istallazione di oltre 140 fontanelli di acqua qualità disseminati in tutta la Toscana. La nostra regione vive poi il paradosso di essere la regione dove una famiglia media spende di più per l’acquisto di acque minerali imbottigliate che per la bolletta dell’acquedotto.” Questi in estrema sintesi i dati presentati da Confservizi Cispel Toscana (l’associazione regionale delle aziende di servizio pubblico) e dai gestori del servizio idrico stamani a Firenze in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua che si celebrerà in tutto il mondo il 22 marzo e che a Firenze vedrà lo svolgimento di un evento al Saschall dal titolo “L’acqua è uguale per tutti” che sarà trasmesso in streaming da intoscana.it.

In Toscana ci sono 50 fontanelli di alta qualità, 80 fontanelli da interno e 9 case dell’acqua che erogano oltre ad acqua di altà qualità anche acqua raffreddata e gasata. Questi fontanelli hanno erogato nel 2010 oltre 34 milioni di litri di acqua che hanno fatto risparmiare 22 milioni di bottiglie di plastica. Il costo per realizzare questi fontanelli ammonta a 1,4 milioni di euro. Mediamente la realizzazione di un fontanelli costa tra i 10.000 e i 15.000 euro. “Questo è un bel risultato che le aziende hanno raggiunto negli ultimi due anni di lavoro.

Fino al 2008 i fontanelli di alta qualità in Toscana erano solo due, adesso grazie ad un impegno straordinario delle aziende in termini di investimenti e di progettazione, è stato raggiunto un traguardo ambientale importante. – Ha commentato Alfredo De Girolamo, presidente di Confservizi Cispel Toscana – Se sommiamo l’acqua in più che i toscani vanno a prendersi ai fontanelli di alta qualità a quella che viene ormai bevuta regolarmente nelle case dei toscani le bottiglie di plastica di acqua minerale risparmiate sono oltre 220 milioni.

Esattamente un anno fa era il 40 per cento che beveva l’acqua di casa, grazie alle massicce campagne di comunicazione fatte dalle aziende di gestione del servizio idrico e all’istallazione dei fontanelli questa percentuale è cresciuta in maniera esponenziale.” L’acqua di casa è poi anche molto economica, un litro dell’acqua di casa costa infatti 0, 1 centesimi di euro contro i 25 centesimi di quella in bottiglia, cioè 250 volte meno. L’acqua di rubinetto è poi molto sicura poiché al giorno sono mediamente 300.000 all’anno i controlli che vengono fatti sulla qualità e la sicurezza dalle aziende e dalla ASL.

Recenti allarmi sulla qualità dell’acqua e sulla presenza di sostanze inquinanti sono poi stati molto ridimensionati. E’ calcolato infatti che poco più dell’1 per cento della popolazione italiana in particolari contesti geografici o ambientali ha problemi di inquinanti nell’acqua di casa. In Toscana il problema ha riguardato solo 8 comuni per il boro e 12 per l’arsenico, dove la deroga ai parametri è stata chiesta in via precauzionale poiché la media delle rilevazioni rimane al di sotto della deroga concessa.

Le analisi chimiche e fisiche dell’acqua che viene erogata dai gestori è presente in maniera dettagliata sui siti web delle singole aziende che gestiscono il servizio. Secondo una rilevazione effettuata da Confservizi Cispel Toscana, combinando i dati delle customer satisfaction effettuate dalle aziende nel 2010, infatti il 44 per cento dei toscani beve regolarmente acqua del rubinetto, il 32 per cento qualche volta, il 24 per cento ha dichiarato di non berla mai. In un anno una famiglia di tre persone beve circa 600 litri di minerale spendendo tra i 150 e i 250 euro.

La stessa quantità di acqua dal rubinetto costa poco più di un euro. Al giorno una persona consuma poi tra i 120 e i 180 litri di acqua potabile per altri usi domestici. Per fare una bottiglia di plastica sono necessari 71 grammi di petrolio e 0,64 litri di acqua. Il risparmio ambientale che si è avuto con l'aumento dell'acqua del rubinetto, ha fatto dunque risparmiare quasi 220 milioni di bottiglie di PET, oltre 15 mila tonnellate di petrolio, 140 milioni di litri d'acqua che servono per produrre il PET e un risparmio di emissioni di gas serra di 23 milioni tonnellate di CO2 equivalente.

A questi vantaggi si aggiungono anche altri fattori che incidono negativamente sull'ambiente, dovuti al trasporto dell'acqua in bottiglia che genera emissioni di anidride carbonica e altri inquinanti. E' scontato dire che il risparmio nell'uso di bottiglie di plastica per l'acqua produce meno rifiuti e meno plastica da differenziare, raccogliere e riciclare.

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