“Questa variante richiede lo stesso livello di coraggio, di sforzo intellettuale, di amore per la nostra regione di quello che mosse nel passato il sindaco La Pira e l’urbanista Edoardo Detti, quando scelsero di salvaguardare le colline che circondano Firenze determinando così l’avvio dello sviluppo della piana. Oggi noi poniamo delle salvaguardie su questo territorio, non per im pedire lo sviluppo ma per regolarlo in maniera integrata”. Il presidente della Regione Enrico Rossi si è richiamato a un pezzo importante della storia urbanistica di Firenze e della Toscana per caratterizzare il suo intervento davanti alle commissione consiliari Territorio e ambiente e Mobilità e infrastrutture, alle quali ha presentato oggi la proposta di “Integrazione al Pit Parco agricolo della Piana e qualificazione dell’aeroporto di Firenze”. Al termine dell’audizione, a cui ha partecipato anche l’assessore regionale all’urbanistica Anna Marson, il presidente ha anche lanciato una proposta relativa all’aeroporto.
“Su questo tema – ha detto – dobbiamo procedere con metodo. Vorrei chiedere alle due società che gestiscono gli scali toscani di uscire allo scoperto e presentare un piano integrato di sviluppo”. “Con la nostra proposta di integrazione al Pit – ha detto tra l’altro il presidente Rossi – abbiamo investito il consiglio regionale di una discussione importante e di un atto di grande rilievo per lil futuro della Toscana. Chiediamo di intervenire in un’area tuttora interessata ad un grande sviluppo, ma che vorremmo regolare e conservare secondo un preciso profilo, come polmone verde da consegnare alle generazioni future.
La grandezza dell’area e la necessità di integrazione dei vari elementi giustificano l’intervento della Regione. Questo significa bloccare o fare muro? Non credo, bisogna valutare insieme questa partita, non pensare alla regione come a un bancomat di varianti o di previdenze comunitarie, saper dire dei sì e dei no.” “In quest’area c’è l’aeroporto", ha proseguito il presidente. "Non me la sento di dire che deve essere chiuso o declassato. E’ un’industria importante, che “lavora” 35 milioni di euro l’anno.
Oggi si rischia di far gravitare su altre aree un grande volume di passeggeri. Valutiamo dunque le soluzioni per Pertola senza veti da parte di nessuno. Le previsioni più attendibili ci dicono che entro il 2025 il volume di passeggeri in Europa raddoppierà. Dobbiamo preparare la Toscana a questa prospettiva, con lo sviluppo di Pisa e con il contenuto sviluppo di Firenze come city airport. Data la centralità della Toscana – ha concluso il presidente Rossi – porti e aeroporti possono essere volano di crescita”.