“Desideriamo esprimere la nostra opinione su quella che viene definita la “questione del 17 marzo 2011”, ovvero sulla decisione del governo di dichiarare festa nazionale tale data in ricordo del 150° anniversario della proclamazione del Regno d’Italia. "Non è nostra intenzione esprimere alcun parere di tipo politico. Ci interessa, invece, offrire un contributo in quanto rappresentanti di categorie operanti nel turismo, un settore che rappresenta una quota pari al 12% del PIL a livello nazionale.
Tale precisazione è doverosa per spiegare che la nostra posizione, a favore della scelta del governo di dichiarare festa nazionale il 17 marzo, si fonda su ragioni oggettive e non solo su motivi di mera convenienza". Intervento dei presidenti regionali Andrea Donati (Fiavet) e Paolo Corchia (Federalberghi) "Poiché tale festività improvvisata cade di giovedì, si viene a creare il classico “ponte”. Il sopravvenire di questa situazione potrebbe indurre le famiglie italiane a fare un pensierino per una breve vacanza.
Un’ipotesi che, a nostro parere, non dovrebbe essere considerata in modo negativo in un anno come questo che, per una serie di coincidenze, di fatto viene privato di alcune festività tradizionali (il 25 aprile è Pasquetta, e il 1° maggio viene di domenica)". "Il valore del PIL è determinato dal totale delle attività economiche realizzate in un Paese. Pertanto, crediamo non sia da sottovalutare l’ipotesi di poter avere un incremento del turismo grazie alla festività dichiarata del 17 marzo.
La perdita di PIL dovuta al fatto che le fabbriche si fermeranno, per uno o due giorni, potrebbe essere compensata da un maggiore introito proveniente da tutte quelle attività economiche, che in modo diretto od indotto, quindi non solo alberghi ed agenzie di viaggio, beneficiano del fenomeno turistico. Con riferimento all’economia regionale, il ponte del 17 marzo può offrire un’ottima opportunità di vedere arrivare turisti da tutta Italia verso le nostre città d’arte, mete fra le più gettonate in questo periodo dell’anno.
Per le ragioni sopra citate, non pensiamo che la festività dichiarata dal governo possa sortire solo effetti negativi. Anche il turismo contribuisce al PIL e perciò chiediamo di avere una considerazione pari a quella che viene concessa a industria, artigianato, agricoltura e commercio. Perché il nostro settore, con l’adozione di strumenti idonei e politiche adeguate, può giocare un ruolo essenziale per il rilancio dell’economia toscana e nazionale.”