Si scrive Antognoni's Day, ma si legge "Storia della Fiorentina" di ieri e di oggi, di chi l'ha visto e di chi non c'era. Il Capitano, l'Unico 10, colui che ha detto di no ai grandi, chiudendo le porte ad una sfavillante carriera in qualche Club blasonato votato alla vincita di titoli importanti perché "Io a Firenze mi trovo bene, amo questa città e spero che resti la mia casa, per mia moglie Rita ed i miei figli". Così racconta Antognoni nel libro scritto da Luca Calamai , "10 modi per dirti Ti Amo". Un libro che colpisce al petto come un lancio dalla linea mediana fino al reparto avanzato, una storia che entra nell'anima come quel frastuono indimenticabile che un bambino sente la prima volta che entra allo Stadio, che riempie di orgoglio e fa alzare la testa al cielo, come il pallone che gonfia la rete dopo l'azione più bella di sempre. Sandro Ciotti disse "Ho visto un ragazzo che gioca guardando le stelle" e la luce fu.
Firenze scoprì un calciatore che non ha mai avuto eguali nella storia del club gigliato, una fede incontrastata verso la maglia, superiore a quella di qualsiasi tifoso. "Uno di noi" che ha affrontato la vetta della classifica ed il baratro della crisi, che ha guardato in faccia Presidenti ed allenatori con rispetto e con fierezza, compagni di squadra con sguardo di bambino ammirato, come quando incontra Luciano Chiarugi ad Asti nel '69, e gli avversari con sportività. Colui che ha prestato i suoi servigi alla squadra restando sempre un grande interlocutore con la gente, anche nei momenti più bui. Il Mandela Forum di Firenze in viale Paoli si appresta ad ospitare piccoli e grandi, tifosi e simpatizzanti di ogni età che mai vorrebbero perdere l'occasione di poter dire "C'ero anch'io". Ci saranno i tifosi storici, personaggi dello spettacolo come Leonardo Pieraccioni e Carlo Conti, ma anche cantanti come Paolo Vallesi, Marco Masini e Piero Pelù, oltre a tanti personaggi noti legati al club gigliato per passione, ad Antognoni per amicizia, a Firenze per la vita. Tanti gli ex viola ed i campioni dell'Italia dell'82 e non solo.
La Fiorentina di oggi si presenterà con il Settore Giovanile al completo, ed interverranno l'Amministratore Delegato Sandro Mencucci, il Direttore Sportivo Pantaleo Corvino e il Direttore Operativo Gianluca Baiesi, insieme a una rappresentanza della prima squadra composta da Riccardo Montolivo, Alberto Gilardino, Sebastien Frey, Adrian Mutu e Stevan Jovetic. Si rincorrono conferme e smentite sulle presenze illustri come quella di Omar Gabriel Batistuta, piuttosto che altre stelle del recente passato.
C'è chi si domanda: "Ma Vittorio viene?" e chi invece "Chi c'è c'è sarà comunque una grande festa". Ne ha passate tante "Antonio", una carriera piena di intoppi, tanto che lui stesso tra gli anni '70 e gli anni '80, tra gli allenamenti ed un giro in Porsche al Forte dei Marmi si chiedeva "Ma perché capitano tutte a me?". Però non ha mai mollato, non ha mai rinunciato al pallone ed al campo, contro tutto e contro tutti.. anche i ladri di gioie, di soddisfazioni, di sport. "Ho vinto l'amore dei tifosi" ha ripetuto nelle ultime ore il numero 10 rispondendo ipoteticamente alla domanda rivoltagli da sempre "Ma perché hai scelto Firenze che non ti ha permesso di vincere nulla?".
Scelte, carattere, chiamateli attributi se volete, o grande convinzione nel proprio ideale di vita. Un campione, ma soprattutto un esempio, che come tutti ha fatto le sue "bischerate", ma con uno stile ineguagliabile e la classe di un altro calcio che sapeva unire e divertire, trascinare e far sognare. Era semplicemente il Calcio, fatto di pallone; "Da piccolo ne avevo uno fatto mettendo insieme dei vecchi giornali" racconta Antognoni nella sua storia, nel primo dei 10 capitoli dedicati a Firenze. In quello stesso capitolo si legge "Sapete come funziona vero? I due ragazzi più grandi decidevano le formazioni.
Chi vinceva il rituale 'pari o dispari' non aveva mai dubbi: "Prendo Giancarlo"." Anche Firenze non ha mai avuto dubbi, ed ha scelto Giancarlo Antognoni. "..e guai a chi parla male di Antognoni" (Pupo, Firenze Santa Maria Novella) di Antonio Lenoci