"Sarà un modo per avvicinare tutti i tifosi - spiega Giancarlo Antognoni - per unire la città, anche se non pretendo di unificare Firenze, ma il luogo che ci ospiterà è un simbolo dell'unione tra i popoli, ricorda il grande Nelson Mandela e credo che sarà per noi un onore essere qui presenti per ricordare me, per ricordare la storia della Fiorentina ed anche, bando alla timidezza, la mia storia personale. Ci saranno anche Carlo Conti, Paolo Vallesi e Marco Masini, per non dimenticare l'amico Andrea Pazzagli che canterà anche una canzone, è molto bravo con la chitarra" 10 capitoli nel libro scritto da Luca Calamai, un numero magico che si ripete nella storia del grande campione che spende parole di elogio per una città che lo ha accolto in un periodo ben distante dalle grandi vittorie scudettate, ma che lo ha sentito subito come un figlio, un pubblico al quale Giancarlo Antognoni ha sempre restituito affetto e soprattutto fede incondizionata, per questo si chiama Bandiera, per questo la sua storia e la storia di Firenze si sono incrociate tantissime volte come quel brivido che ha attraversato gli spettatori presenti all'Artemio Franchi la sera del 23 ottobre per festeggiare il grande ed indimenticato campione che con un semplice giro di campo ha stretto e rivoltato il cuore in gola dei tanti appassionati di calcio, di sport, del colore viola su tutti gli altri colori possibili. Presente all'anteprima, alla presentazione dell'evento, anche il giocatore della Fiorentina di oggi, Adrian Mutu che si è detto onorato di potersi considerare amico di Antognoni e che ha ricordato come, arrivato a Firenze, gli fu chiesto se intendesse veramente indossare quella maglia così importante e così pesante.
"Adesso mi piacerebbe arrivare a poter fare tanto ancora a Firenze - ha detto il fenomeno - loro, Hamrin su tutti, sono irraggiungibili, ci vorrebbero almeno altri cinque anni qui.. ma vorrei che un giorno si potessero ricordare tutti di me almeno la metà di quanto oggi ci ricordiamo di queste grandi leggende" Parole di elogio per il campione sono state spese anche da Giuliano Sarti, il portierone stella del primo scudetto, da Kurt Hamrin che si è detto dispiaciuto di essere capitato a Firenze proprio tra il primo ed il secondo titolo tricolore e da Luciano Chiarugi che ha parlato di Antognoni come di un simbolo che non tramonta mai ed al quale va riconosciuto non solo il prestigio sportivo, come calciatore e come dirigente, ma anche il valore umano della sua carriera calcistica. Si è fatto spesso il nome di 'Antonio' per rivestire un incarico importante in Acf Fiorentina, in tanti vorrebbero l'ex calciatore come un punto di riferimento in Società, un occhio attento sul mercato del calcio che ha intravisto grandi qualità in giocatori quali Seedorf e Kakà, tra i tanti, e lui risponde all'ennesima chiamata del popolo con un distinto "Mai dire mai". A chiudere l'anteprima è il padrone di casa, il protagonista indiscusso, "la luce" come lo ha chiamato l'ideatore dell'evento, Michele Fratini, che si aspetta una presenza di pubblico superiore a qulsiasi aspettativa, e visto che si andrà da un torneo di calcio organizzato dalla Floriagafir nel campo attiguo al Mandela fino al corteo ad hoc che partirà dalla Curva Fiesole c'è da aspettarsi il tutto esaurito. "Ho vinto la coppa del Mondo - ha detto un emozionato Antognoni - che resta il mio trofeo più prestigioso, ma mi è mancato tantissimo lo scudetto a Firenze, anche se l'affetto del pubblico viola, forse, conta ancora di più" di Antonio Lenoci