L’arma segreta – già frutto di sperimentazioni da alcuni anni a Fabbriche di Vallico e in altri sette Comuni ed enti che hanno aderito alla fase ‘pilota’ (ovvero Firenze, Livorno, Prato, Monsummano Terme, Abbadia San Salvatore, il circondario Empolese-Valdelsa e la comunità montana della Media Valle del Serchio) – si chiama Elisa ed è un software, occhiuto e implacabile. O meglio è una rete ed una piattaforma informatica condivisa, che consentirà oggi di scambiarsi informazioni e che domani permetterà ai Comuni di condividere banche dati in possesso delle diverse branche della pubblica amministrazione. Sarà più facile trovare le informazioni necessarie, sempre aggiornate.
Si potranno notificare avvisi di accertamento in modo più rapido, cosicché anche le ditte che in meno di due anni scompaiono (tante sono quelle cinesi, a Prato) avranno vita più dura di fronte al fisco. Ci sarà anche meno burocrazia, perché con banche dati condivise ogni informazione sarà accessibile da più enti, in tempo reale, e il cittadino dovrà produrre minori certificazioni. Senza Elisa nel 2010 la Regione ha recuperato 160 milioni e 688 mila euro di tributi regionali non pagati, il 43,6% in più rispetto al 2009: 100 milioni arrivano dal bollo auto, altri 50 dall’Irap, l’imposta sulle attività produttive, e dall’addizionale regionale Irpef, 10 da altri tributi come tasse di concessione o l’imposta per il conferimento in discarica dei rifiuti.
“E’ stata possibile – spiega l’assessore ai tributi e al bilancio, on. Riccardo Nencini – grazie anche agli accordi che abbiamo siglato con la Guardia di Finanza, per una maggiore collaborazione e scambio di informazioni, e con l’Agenzia delle Entrate”. Altre intese sono state firmate, sempre negli ultimi mesi, con Rete Imprese Toscana, sempre per uno scambio di informazioni ed analisi, e con l’Anci, l’associazione dei comuni toscani, decidendo di lasciare alle amministrazioni comunali la metà dei tributi evasi che saranno recuperati grazie alle loro segnalazioni, che in pochi mesi sono state oltre seicento.
Lo Stato, per le sue tasse, concede solo un terzo. “Finora nelle amministrazioni pubbliche accadeva spesso che la mano destra non sapeva cosa faceva la sinistra. Abbiamo voluto sanare questo paradosso – sottolinea ancora Nencini – E’ l’uovo di Colombo, ma è in fondo quest o il segreto per combattere l’illegalità e l’evasione fiscale, che in tempi di tagli e minori risorse a disposizione può davvero essere l’unica vera nuova entrata per tanti bilanci della pubblica amministrazione, al di là del fatto che tutti devono pagare le tasse, in base a quello che guadagnano, perché è una questione di equità”. “Non ci interessa chi non emette il piccolo scontrino – puntualizza sempre l’assessore -, quanto chi toglie il futuro ai giovani.
Con Elisa vogliamo combattere i grandi evasori e le grandi illegalità”. “Il progetto Elisa riveste una grande importanza per la lotta all’evasione fiscale – dichiara Oreste Giurlani, presidente di Uncem Toscana, l’associazione delle comunità montane e sindaco di Fabbriche di Vallico – Valorizza un piccolo comune come il nostro, capofila del progetto,e tutto il sistema dei piccoli comuni e dei comuni montani, che dimostrano ancora una volta di poter essere laboratori di innovazione”.
“L’obiettivo – aggiunge – è arrivare entro tre anni ad avere in Toscana un sistema omogeneo e condiviso di contrasto dell’evasione fiscale. Per quanto ci riguarda sono già cento i comuni aderenti ad Uncem Toscana che hanno aderito al progetto”. “I primi due mesi di sperimentazione del progetto Elisa, per la precisione di Elifis, hanno già portato alla segnalazione di ben sedi ci casi di evasione fiscale nel nostro territorio – annota l’assessore del Comune di Prato Anna Lisa Nocentini, responsabile per l’area innovazione dell’associazione dei comuni toscani – Possiamo pertanto affermare, essendo Prato una delle città pilota del progetto, che questo risultato ci sprona ad andare avanti nella strada intrapresa al fine di incrementare le entrate comunali, sia per il recupero dell’evasione dei tributi locali, sia per il ritorno del 33 per cento dell’evasione fiscale che l’Agenzia delle Entrate restituirà al Comune”.
“Solo con l’illegalità diffusa a Prato – aggiunge in conferenza stampa l’assessore Nocentini – potremmo da soli sostenere un’intera finanziaria”.