Le esportazioni dei distretti toscani hanno registrato una evoluzione positiva nel terzo trimestre del 2010: la Toscana si conferma così tra le regioni più dinamiche nel panorama distrettuale italiano (+18,6% vs. +16% del totale dei distretti). Il quadro è ancora brillante, nonostante si inizino a manifestare, come atteso, segnali di rallentamento nei settori a monte, come la concia, visto il graduale termine della fase di ricostituzione delle scorte di magazzino, e il rientro parziale dei prezzi di alcune materie prime.
A fronte di tali segnali, stanno invece migliorando le condizioni dei distretti specializzati nelle lavorazioni più a valle: nel terzo trimestre tutti i distretti toscani monitorati in questa pubblicazione hanno sperimentato una crescita delle esportazioni (o nel solo caso dei mobili di Poggibonsi Sinalunga, una stabilizzazione dopo molti trimestri di caduta). Nei prossimi mesi ci aspettiamo un rafforzamento di queste tendenze con un ulteriore graduale rallentamento delle esportazioni nei settori più a monte e una diffusione ancora più incisiva della ripresa nei distretti a valle.
Un sostegno importante alla crescita delle esportazioni dei distretti toscani potrà arrivare, anche in un’ottica di previsione, dal buon posizionamento sui “nuovi mercati” rispetto ad altre realtà distrettuali. Gli sforzi di diversificazione attuati negli ultimi anni per raggiungere mete più lontane stanno dando i loro frutti in questa fase di ripresa dell’economia mondiale caratterizzata da un ampio differenziale a favore dei paesi emergenti. Da sottolineare, comunque, come una parte importante del recupero delle esportazioni dei distretti toscani sia da attribuirsi anche ai mercati più vicini, come la Francia (mercato chiave per molti prodotti del made in Tuscany) e la Germania, paese che da molti anni appare in calo nell’export toscano ma che nel 2010 si sta rivelando un sostegno importante per molti distretti.
Il polo fiorentino della pelle rappresenta, in termini di export, il principale distretto toscano con poco meno di 1,5 miliardi di euro di vendite estere nel 2009. Nel terzo trimestre le esportazioni del distretto hanno registrato una ulteriore crescita (+17,8%), dopo il già ottimo secondo trimestre, sostenute dal buon momento attraversato a livello globale dal segmento del lusso, in cui è specializzata la produzione fiorentina. La ripresa delle vendite sui mercati finali dei prodotti in pelle a livello mondiale influenza positivamente anche le esportazioni del distretto di Santa Croce, sia nel segmento a monte della concia che in quello a valle delle calzature.
L’export del distretto ha sperimentato ritmi di crescita elevati anche nel terzo trimestre dell’anno (+25,7%), frutto dell’evoluzione positiva su tutti i principali mercati di sbocco, sia nei paesi di vecchia industrializzazione (Francia +41,6%, Spagna +2,4%, Stati Uniti +59,2%, Germania +20,6%) sia in quelli emergenti (Hong Kong +23%, Cina +15,5%, Romania +21,6%). L’accelerazione delle vendite sui mercati esteri del distretto del tessile abbigliamento di Prato ha beneficiato soprattutto della ripresa significativa delle esportazioni di prodotti tessili, il cuore produttivo storico del distretto.
I dati relativi al terzo trimestre evidenziano un tasso di sviluppo del 20% delle vendite di tessuti pratesi sui mercati mondiali, un dato finalmente pienamente positivo dopo un lungo e sofferto ridimensionamento. Anche le esportazioni di abbigliamento, già in forte crescita nel primo semestre, hanno ulteriormente accelerato (+43%), arrivando a rappresentare nel terzo trimestre del 2010 quasi un terzo dell’export distrettuale pratese. Buone le performance anche dei filati e della maglieria. Il terzo trimestre ha visto la conferma dell’uscita dalla fase peggiore della crisi del distretto dell’abbigliamento di Empoli, tra i poli produttivi toscani più in difficoltà nel cogliere le opportunità di crescita sui mercati internazionali nella prima parte del 2010.
La crescita, timidamente apparsa nel secondo trimestre, si è rafforzata grazie soprattutto alle buone performance ottenute negli Stati Uniti e in altri importanti mercati di sbocco industrializzati (Svizzera, Regno Unito, Germania e Giappone). Sono invece rimaste in territorio negativo, influenzando pesantemente il risultato complessivo, le esportazioni del distretto in Francia, paese che rimane di gran lunga il principale mercato di sbocco. Ancora in diminuzione anche le vendite verso Spagna, Russia e Grecia. Nel terzo trimestre le esportazioni di oreficeria di Arezzo hanno sperimentato una nuova crescita importante (+21,7%), seppure in un quadro di progressivo rallentamento rispetto ai dati relativi ai primi mesi dell’anno.
La decelerazione ha riguardato molti tra i principali mercati di sbocco e, in particolare, gli Emirati Arabi Uniti, prima destinazione commerciale dell’oreficeria aretina con il 30% delle esportazioni nel 2009. Anche su questo mercato, comunque, i ritmi di crescita sono stati intensi (+18%), così come verso la Francia (+44%). Tra i mercati è da segnalare anche la conferma dell’evoluzione positiva degli Stati Uniti e i ritmi elevati di crescita di destinazioni relativamente nuove come Turchia, Hong Kong e Cina, paesi che, peraltro, negli ultimi anni si sono affermati sui mercati internazionali nelle produzioni orafe. Nel terzo trimestre si è confermata la fase di recupero del distretto cartario di Capannori che ha registrato una crescita delle esportazioni dell’8,2%, in rallentamento rispetto al 13,8% registrato nel secondo trimestre.
Il terzo trimestre ha visto tornare in positivo, seppure su tassi ancora modesti (+1,6%) le vendite sul mercato francese che rappresenta, da solo, circa un terzo delle esportazioni del distretto. Ottima la performance in Germania, con un +15,7% mentre si conferma il quadro negativo della Grecia, paese fortemente in difficoltà sul piano della finanza pubblica e della domanda interna. Da segnalare anche il rafforzamento della crescita delle vendite nel Regno Unito, tra i paesi che hanno retto meglio anche nel 2009. CIG IN TOSCANA Continuano a preoccupare i dati relativi alle richieste di CIG, disponibili fino al mese di novembre.
A fronte della diminuzione delle richieste di Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria, è proseguito il trend di incremento delle richieste di Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria e di quella in deroga, strumento utilizzato dalle imprese più piccole e in quelle situazioni di crisi dove gli strumenti della CIGO e della CIGS sono stati esauriti. La lettura congiunta delle due informazioni, una positiva sull’export, in particolare sui mercati più lontani e difficili, ed una negativa sulla CIG sembrerebbe indicare come la ripresa, dopo la crisi del 2009, non stia interessando tutte le imprese ma innanzitutto le imprese di maggiori dimensioni.
Tali imprese, infatti, appaiono più propense all’export e maggiormente in grado di cogliere opportunità sullo scacchiere mondiale. I segnali positivi sui mercati esteri non sono stati in grado, almeno finora, di trasmettersi all’interno delle filiere dove permangono situazioni specifiche di crisi aziendali e un diffuso malessere degli operatori di minori dimensioni, più condizionati dal mercato interno in forte difficoltà.