La recente pubblicazione del quadro finanziamenti alla cultura del Comune di Firenze ha agito un po' come la goccia che fa traboccare il vaso, evidenziando una prospettiva assai drammatica per il futuro dell'elaborazione della proposta culturale sia in Toscana che in tutta Italia. Ciò ha spinto l'Associazione “Quelli del Puccini” unitamente alle due strutture che la supportano, il Teatro Puccini e la Coop-Unicoop di Firenze, a progettare un evento di un certo rilievo per poter iniziare ad affrontare in termini più unitari e politicamente più forti, il rapporto tra la produzione culturale e l'Istituzione Pubblica.
Per tutto ciò, l’Associazione "Quelli del Puccini" ha pensato di organizzare un evento nei giorni 11 e 12 febbraio, dalle 15 del venerdì alle 24 del sabato, che metta insieme operatori culturali, artisti e pubblico, che non sia unicamente una lunga giaculatoria collettiva, ma un’iniziativa che oltre a gridare il disagio del mondo della cultura in Toscana, produca anche delle utili indicazioni per un’azione politica concreta. "Crediamo che sia urgente e necessario che le Associazioni, Fondazioni o Istituzioni culturali che vivono principalmente o in buona parte di sostegni pubblici si ritrovino insieme, con la presenza anche di artisti, musicisti, sceneggiatori, tecnici, eccetera, per discutere tra loro e, dove sia possibile, con gli amministratori pubblici, con il fine di produrre un Manifesto di difesa e di rilancio della cultura pubblica in Italia, facendo della Toscana un'apripista -spiega nella lettera aperta l'animatore, Sergio Staino- L'iniziativa deve essere toscana, non solo fiorentina.
Bisogna evitare l'eccessivo particolarismo e trovare una dimensione che comincia a parlare a quella nazionale. Solo quella regionale soddisfa queste esigenze. Una iniziativa concentrata quasi esclusivamente sulla cultura, anche se conosciamo bene le difficoltà esistenti nella formazione e nella ricerca, ma abbiamo bisogno di una manifestazione che faccia il punto su questa particolare e drammatica crisi. Scuola, università, centri di ricerca hanno problemi e regole un po' diverse. Potremmo affrontare questi ulteriori temi in un altro momento, in altro modo.
Apriremo nel primo pomeriggio del venerdì 11 con un intervento di una personalità della cultura a livello nazionale che sintetizzi l'assurdo concetto del ruolo e della funzione che la cultura ha assunto nella mente dei nostri governanti e che, purtroppo, si inocula e si insinua anche nelle menti e nelle scelte di molte amministrazioni democratiche. Dopo questo primo intervento dobbiamo portare nel dibattito la situazione reale di enti ed associazioni, far conoscere non il disagio generico del settore ma il dramma concreto e preciso di chi fa cultura e, non dimentichiamocelo, di chi dovrà nutrirsene.
Soprattutto bisogna guardare ad un orizzonte di tre-cinque anni: quella che oggi appare come una crisi seria può presto diventare una catastrofe. Ci vuole dunque qualcuno che, dopo l'introduzione, presenti all'incontro un efficace riassunto. Direi quindici minuti di numeri, di confronti, di simulazioni in prospettiva. Tutto in chiave assolutamente generale, riferito alla Toscana e con un occhio ai relativi numeri del Paese. Poi una ottantina di interventi (nell'arco dei due giorni) di 5 minuti l'uno degli operatori e delle associazioni partecipanti che descrivano le specifiche criticità di ciascuno.
E' previsto quindi che alle circa 80 comunicazioni che ci offriranno un monitoraggio sulla sofferenza culturale nella nostra Regione, si alternino interventi a carattere più generale che tocchino tutti i temi cui abbiamo accennato in questo invito. In particolare vanno programmati gli interventi di qualche esperto su cultura e privati, fundraising, gestione pratica della cultura. Qualcuno che racconti le buone pratiche esistenti in Italia (se ci sono) e nel mondo. Oltre a questo occorrerà dosare una buona serie di interventi a carattere spettacolare, sia per alleggerire un programma molto denso, sia per dare concretamente il segnale di una solidarietà che tocca nel profondo anche gli stessi artisti.
In particolare il sabato sera pensavamo di organizzare una serata aperta al pubblico dove gli artisti possono raccontare il proprio lavoro, la propria ricerca tra difficoltà e realizzazioni, una sorta di talk show alternato a momenti di spettacolo".