La Comunità delle Piagge lancia un appello alla città di Firenze, "ai politici, alla società civile, ai singoli cittadini affinché possa essere raccolta la cifra necessaria per contribuire al rimpatrio della salma di Ion Grancea, morto ieri a Careggi per insufficenza cardiaca e per una polmonite causata dall'aver abitato tra gli stenti nelle baracche di Quaracchi, tra Sesto e Firenze". Domani, mercoledì 2 febbraio, alle ore 17.00 "al centro sociale Il Pozzo di via Lombardia alle Piagge, è stato inoltre organizzato insieme alla comunità rom, un momento di preghiera in memoria di Ion, ucciso anche a causa dell'indifferenza delle istituzioni e per l'assenza di un'accoglienza degna di questo nome a soli 52 anni". "Ion Grancea, 52 anni, romeno di etnia Rom che abitava nel campo di via del Ponte a Quaracchi 72 (Sesto Fiorentino), è morto ieri mattina alle 9 all’ospedale fiorentino di Careggi.
Cause del decesso, insufficienza respiratoria e pregressa polmonite. Ne danno notizia le organizzazioni umanitarie Gruppo EveryOne e Opera Nomadi Toscana. Ion era stato ricoverato al Careggi già a metà gennaio. "Era in condizioni preoccupanti," commentano Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, co-presidenti di Everyone," e appena dimesso era tornato a vivere nel campo, al confine tra Sesto Fiorentino e Firenze. Le nostre organizzazioni umanitarie e la Croce Rossa Italiana avevano ripetutamente lanciato un allarme socio-sanitario riguardo a Ion e ad altri Rom di Quaracchi gravemente malati, ma invano.
Neanche dopo lo sgombero di fine dicembre o l'incendio doloso che ha colpito la comunità Rom la notte di capodanno le autorità hanno deciso di intervenire per attuare misure a tutela della salute e della sicurezza della comunità Rom". Ion era uno dei portavoce della comunità di Quaracchi, amato e rispettato per la sua generosità e il suo coraggio. Il 14 gennaio scorso aveva partecipato al sit-in pacifico sotto gli uffici della Regione Toscana, per chiedere un sostegno sociale per le famiglie Rom di Sesto Forentino.
"Non è stato ricevuto e ora è troppo tardi," dicono gli attivisti. "Saranno le autorità a valutare eventuali responsabilità riguardo al decesso. Una cosa è certa: Ion aveva bisogno di cure e di un riparo in cui guarire al caldo, con un'alimentazione e medicine adeguate, ma non ha avuto niente di questo. E' morto perché abbandonato e colpito da odio razziale". Nonostante l'amarezza e il dolore, EveryOne e Opera Nomadi Toscana promuovono un nuovo accorato appello alla Regione e ai comuni di Firenze e Sesto Fiorentino: "Le famiglie Rom in Toscana vivono e muoiono in un tragico apartheid.
In questo momento i rigori invernali e la povertà mettono in pericolo la vita di bambini, donne e uomini di etnia Rom, che sono malati e senza un riparo adeguato né assistenza sociale. La Croce Rossa Italiana ha già preparato un piano di soccorso e integrazione, in collaborazione con le istituzioni Ue, che sono pronte a finanziare il progetto. Vi supplichiamo per l'ennesima volta di non tergiversare, di non attendere altre tragedie, ma di incontrare finalmente il dottor Marco Squicciarini, responsabile nazionale della Croce Rossa Italiana per i Rom e i senza fissa dimora, per avviare con lui un programma di aiuti e di integrazione".