"Quanti fiorentini abitano o trascorrono buona parte del loro tempo nel parco di Boboli o vicino al giardino di viale Bassi, dove sono collocate le due centraline di fondo tanto da renderle rappresentative della reale esposizione dei cittadini al PM10 con tutti i gravissimi danni alla salute che ciò comporta? E' questa la domanda delle associazioni e gruppi delle Rete No Smog Firenze durante l'audizione presso la Commissione Consiliare Ambiente di Palazzo Vecchio. Le centraline vanno spostate - hanno protestato - perchè altrimenti si sfalsa la reale esposizione dei fiorentini allo smog e si 'legalizza' il Pm10 a Firenze".
"Se le centraline di riferimento per il monitoraggio del Pm10 - sostengono le associazioni - non saranno più quelle di viale Gramsci e via Ponte alle Mosse ma dei giardini di Boboli e di viale Bassi il Pm10 rientrerà, come per magia, nei limiti di legge". Infatti, secondo i dati di Arpat degli anni 2008 e 2009, alle centraline di Ponte alle Mosse e Gramsci i giorni di superamento del Pm10 sono stati fra 82 e 98, mentre a Boboli e a Bassi fra 13 e 33, ben al di sotto del limite dei 35 giorni consentiti dalla Unione Europea.
Rete No Smog ha chiesto anche che siano ripresi i blocchi preventivi e programmati del traffico, di cui Firenze e la Toscana erano stati i pionieri in Italia fino a qualche anno fa, con un nuovo divieto di circolazione settimanale esteso ai veicoli diesel Euro 2 e per un giorno la settimana anche ai diesel Euro 3, prendendo l'esempio dalla città di Bologna. "Firenze rispetti anche l'ordinanza del 27 Dicembre 2004 sul divieto di accesso dei SUV in ztl ed eserciti dei controlli seri circa la sua applicazione - hanno concluso le associazioni di No Smog - perchè i Suv sono veicoli fra i più inquinanti e produttori di Pm10, Pm2,5 e nanoparticelle".