Firenze - L'uscita dalla crisi -in realtà ancora incerta- significherà per il nostro Paese e per la Toscana il ritorno ad un modello, basato su esportazioni e minor spesa pubblica, simile a quello degli anni settanta. Una nuova ripresa, quindi, ma con una dinamica del PIL troppo debole (1,3% in media nei prossimi anni) per garantire l'attuale livello di benessere. A fianco della questione della crescita economica si imporrà sempre di più negli anni a venire il problema della distribuzione del reddito.
è quanto emerge dal rapporto Irpet “L'uscita dalla crisi: strategie di crescita ed effetti distributivi”, presentato oggi durante la Conferenza di inizio anno. Uno studio che fa il punto sul biennio appena trascorso per poi spingersi a delineare lo scenario dei prossimi cinque anni. La ripresa, spiegano all'Irpet, non potrà che essere trainata dalle esportazioni, con l'industria manifatturiera e metalmeccanica che torneranno ad essere protagoniste. Ma dovremo fare i conti con una domanda interna che resterà per anni stagnante, anche per gli effetti di manovre finanziarie fortemente restrittive.
Inoltre, per agganciare la ripresa internazionale, le imprese toscane dovranno essere più competitive, aumentando la produttività del lavoro. Un fattore fondamentale per tornare a crescere e che rappresenta quindi più una condizione da perseguire che una previsione, ma che non produrrà vantaggi per l'occupazione. Questa, se vedrà un aumento, sarà a beneficio del terziario. Ma la relazione dell'Irpet mette soprattutto in guardia dalla riduzione del peso del reddito da lavoro che ricadrà sulle famiglie.
Quest'ultime infatti, fra cinque anni, potrebbero vedere il loro potere di acquisto poco sopra il livello del 2010, con pesanti conseguenze su quelle più povere, enfatizzando quindi anche il ruolo delle politiche distributive a fianco di quelle per la crescita. Lo studio prende in esame il quinquennio 2011-2014: «Accanto all’inizio di una ripresa economica trainata unicamente dall’export a fronte di una domanda interna che rimane stagnante – riflette Benedetti – Irpet colloca gravi problemi sulla distribuzione del reddito, con le famiglie povere che diverranno sempre più povere complice il tasso di disoccupazione destinato a non ridursi, e le famiglie benestanti destinate a un miglioramento della loro posizione.
Insomma, si acuisce il divario sociale. "Sappiamo che c'è molto da fare, ma questo non ci spaventa. Anzi: direi che ci dà speranza". Sceglie la stada dell'impegno la vicepresidente di Regione Toscana, Stella Targetti, che questa mattina ha concluso la conferenza di inizio anno organizzata da Irept e dedicata alle strategie di crescita per uscire dalla crisi. In presenza di uno scenario complesso e per certi aspetti duro, soprattutto per quanto riguarda i livelli di disoccupazione reale e una temuta crescente disuguaglianza nei ritmi di crescita, "Regione Toscana intende giocare fino in fondo la propria parte per allargare quei possibili margini di miglioramento intravedibili anche dall'analisi Irpet".
Fra le priorità di un rinnovato impegno regionale, la vicepresidente ha evidenziato il "supporto per il rilancio del manifatturiero e per favorire agganci alla ripresa dell'export". Occorre, inoltre, "svolgere una politica attiva per attrarre investimenti sapendo di essere in competizione con il mondo così come è necessario sapersi trovare pronti in materia di infrastrutture e servizi sempre più efficienti" Il governo regionale sta inoltre operando - ha aggiunto - "per dare una nuova veste all'articolazione dei servizi pubblici con una parallela attenzione a ciò che possiamo fare per favorire uno sviluppo che sia, nello stesso tempo, efficiente ma anche responsabile ed equo".
A quest'ultimo proposito Stella Targetti ha sottolineato le azioni per sostenere la lotta all'evasione fiscale. Davanti a uno tra i profili più preoccupanti nell'analisi Irpet (la possibilità che il tasso di disoccupazione, anche in Toscana, non accenni a diminuire ma anzi prosegua attestandosi sui livelli effettivi ben superiori a quelli ufficiali del 7-8 per cento) Stella Targetti, che in Regione Toscana detiene le deleghe dell'istruzione e dell'università, ha rivendicato la volontà politica di "non mollare sul fronte della scuola e sul rilancio del sistema universitario; queste infatti sono le pre-condizioni necessarie per avere profili più qualificati da immettere nel mercato del lavoro".
A questo proposito, in una regione dove esistono almeno 79 mila giovani fra i 15 e i 20 anni "che non stanno né a scuola né al lavoro", Stella Targetti ha rinviato all'impegno, già concretizzato in precisi atti di governo regionale, "finalizzato a creare opportunità per i giovani in modo da sostenerli nella volontà di avere una loro autonomia uscendo da casa e rompendo il ghiaccio con il mondo del lavoro". «2011 anno della ripresa economica? Certo, ma lenta e che lascia indietro le famiglie.
O non è la sinistra che governa da 40 anni la Toscana? E’ questo il suo esempio di attenzione ai deboli e alla socialità? Queste previsioni tracciate oggi dall’Irpet per i prossimi cinque anni dell’economia toscana, con la disoccupazione che rimane ferma ai sostanziosi dati attuali e le famiglie povere che continueranno ad impoverirsi, rappresentano il fallimento di ogni politica messa in campo dalla sinistra». E’ la riflessione a caldo con cui il Vicepresidente del Consiglio regionale Roberto Benedetti (Pdl) si esprime circa il Rapporto di inizio anno presentato dall’Irpet questa mattina.
Tutto l’opposto di quella che è la mission ideale della sinistra che governa la Toscana da quarant’anni. Altro che fallimento del modello Toscano: qui siamo davanti a qualcosa di più e di peggio, ovvero al fallimento dei presupposti ideali di socialità e attenzione ai deboli sui quali la sinistra afferma di governare e sui quali pretende persino di avere l’esclusiva». I dati Irpet raccontano in effetti dinamiche sociali che paiono caratterizzate in altro modo: «A fronte di questa vera e propria disfatta, quali azioni strategiche pensa di mettere in atto il governatore Enrico Rossi? Cosa si propone di fare la giunta? Nulla, come hanno dimostrato un bilancio e una finanziaria regionali poveri di contenuti e lontani dai bisogni primari delle famiglie.
Così la Toscana è destinata all’implosione. E’ l’ora che Rossi imprima un colpo di reni alle politiche socioeconomiche regionali, assumendosi fino in fondo le proprie responsabilità».
“Se non ci sarà una scelta forte sul settore primario, non ci sarà produzione di reddito e né ricchezza da distribuire”. E’ quanto afferma Alberto Monaci, presidente del Consiglio regionale, alla conferenza d’inizio anno dell’Irpet all’Auditorium di Santa Apollonia. “Il Consiglio regionale vuole lavorare al meglio, per dare poche ed efficaci risposte ai toscani, ai giovani, alle donne e alle categorie meno avvantaggiate: se dalle vostre previsioni togliete qualche
Per il presidente le proiezioni mostrate per “L’uscita dalla crisi: strategie di crescita ed effetti distributivi”, richiamano le risposte degli aruspici romani: “Di qui al 2020 potrebbe succedere questo oppure esattamente l’opposto”. Come Consiglio, prosegue, c’è l’esigenza di “una corretta analisi dei dati a disposizione”, da cui la politica e le istituzioni possano muovere per le scelte legislative e di governo necessarie. Il presidente ha preso in considerazione alcune delle affermazioni supportate dai grafici mostrati nello studio, che affianca alla questione della crescita (legata alla ripresa dell’export) quella della distribuzione del reddito, con la previsione di pesanti conseguenze sulle famiglie più povere e in generale sul peso del reddito.
“Quando si dice che la Toscana soffre meno di altre realtà, si deve dire anche che la nostra regione ha già sofferto, e quindi partendo da basi più basse il decremento è minore”. E comunque bisogna ricordare che come pil si parte da un -4,3 per cento nel 2009. Il presidente ha espresso “un dubbio politico e istituzionale: i se ed i ma sono così tanti nelle relazioni, che non vedo i punti fermi da cui muovere per rispondere alla società toscana”. Il punto è come “avere la capacità, tutti insieme, di dare il miglior apporto, il più credibile ed efficace, partendo dalle condizioni date”.
Monaci nel suo intervento ha anche letto una nota dell’agenzia giornalistica Radar, del 1973, nella quale Ugo La Malfa, allora ministro del Tesoro, affermava che “il mezzo collettivo di trasporto deve potersi sostituire al consumo privato, perché la crisi petrolifera non è momentanea, ma strutturale”. Quindi auspicava “...l’espansione dei consumi sociali, dando luogo a quella modificazione del modello di sviluppo che alcune forze politiche e sindacali hanno richiesto”. Il presidente del Consiglio regionale ha ripreso da qui: “Siamo ancora a domandarci come gestire il trasporto pubblico locale”.“Abbiamo bisogno, come Toscana, di garantire la nostra autonomia, non possiamo affidarci troppo alla casualità”. «Nel documento di inizio anno dell’Irpet non c’è niente di propositivo -interviene anche Marina Staccioli (vicecapogruppo Lega Nord Toscana in Regione)- L’Irpet deve essere più preciso perché lo stesso Istituto è pieno di dubbi e rimane troppo in balìa dei dati senza dare alcunché di certo.
Dovrebbe iniziare a togliere i ma, i forse e i però. Non è cambiato nulla rispetto alla relazione Irpet di fine anno. È necessario, per la Toscana, investire nel rilancio del settore manifatturiero con investimenti pubblici e privati che favoriscano l’innovazione dei prodotti, dei processi e l’interazione tra scuole e università con le aziende per la formazione professionale dei giovani che rimangono una delle poche risorse rimaste. Deve esserci più concretezza anche da parte di tutta la Giunta Regionale.
I cittadini e, in particolare, il mondo imprenditoriale sentono ormai da anni i soliti discorsi sulla necessità di snellire la troppa burocrazia. Ma di fatto passano gli anni e le esigenze rimangono le stesse, a dimostrazione che la politica si deve impegnare maggiormente nel sopperire alle proprie lacune. Gli addetti ai lavori sono entrati alla conferenza coi dubbi e sempre coi dubbi ne sono usciti». “Se è vero -dichiara il capogruppo Udc in consiglio regionale Giuseppe Del Carlo- come emerge dal rapporto Irpet, che la ripresa sarà lenta e trainata dall’export con la domanda interna dei consumi che rimarrà stagnante come negli ultimi due anni, la Regione dovrebbe assumere iniziative per promuovere e incoraggiare investimenti nei settori importanti come la ricerca, l’innovazione e le infrastrutture, superando l’attuale immobilismo.
Solo in questo modo è possibile ridare competitività al sistema produttivo toscano e sviluppare nuova occupazione, particolarmente quella giovanile. Nel frattempo, occorre pensare ad una più equa ripartizione delle risorse con il sostegno al reddito delle famiglie indigenti che, purtroppo, sono in aumento”. "Il documento dell'IRPET di inizio anno solleva più interrogativi di quanti ne risolva -secondo Alberto Magnolfi, Presidente Gruppo regionale PdL- La Toscana sembra avviarsi ad una lenta uscita dagli effetti recessivi della crisi mondiale, ma le prospettive restano indefinite e le ricette risolutive mancano.
Il fatto è che il sistema economico toscano ha abbandonato il ciclo positivo già molti anni prima dell'esplodere della crisi globale. I timidi accenni di ripresa appaiono oggi come effetto del trascinamento della nuova fase in cui sta entrando l'economia mondiale, ma restano irrisolti i problemi strutturali che affliggono il modello toscano e lo rendono scarsamente competitivo nei nuovi scenari globali. Negli anni scorsi Irpet ha detto cose chiare e importanti su questi fenomeni; ci attendiamo che le analisi vengano approfondite, anche c on la capacità di sviscerare, senza riguardi per la politica, i nodi più controversi e decisivi per il sostegno ad un nuovo sviluppo.
La Regione sta per dotarsi di un nuovo Piano Regionale di Sviluppo: non servono analisi edulcorate o preoccupate di risultare politicamente spendibili, ma si impone la necessità di una seria ed obiettiva riflessione sui dati reali, da cui far emergere le indicazioni del cambiamento di cui c'è bisogno."