"La provista soppressione, a partire dal primo gennaio 2011, delle ATO acqua, rifiuti e altri servizi, sta creando difficoltà sul territorio, che aggiunte alla grave situazione finanziaria delle Comunità montane, rendono grave lo stato dell'erogazione dei servizi. Chiediamo pertanto di prorogare di almeno un anno il termine di chiusura, per consentire ale Regioni e al territorio di riorganizzare l'articolazione delle competenze fino questo momento gestite dalle Autorità di Ambito Territoriale".
Così il Presidente dell'Uncem Enrico Borghi chiede l'inserimento, nel decreto milleproroghe - il consueto decreto "post - finanziaria" che racchiude lo slittamento di alcune scadenze legislative e che dovrebbe essere presentato nel corso di questa settimana - dei termini di soppressione delle ATO. In Toscana i primi consigli comunali hanno cominciato a discutere mozioni che chiedono la moratoria sugli Ato, altri hanno deliberato di modificare lo Statuto definendo il servizio idrico un servizio "privo di rilevanza economica". “L’acqua - dichiara Oreste Giurlani, presidente di Uncem Toscana - è il bene pubblico fondamentale e dovrebbe essere gestito con parsimonia e responsabilità da chi ne detiene la titolarità, dai territori quindi che ne fruiscono e da quelli montani in particolare che ne dispongono in quantità e qualità e che la erogano, com’è giusto, a tutti i cittadini toscani senza alcun ritorno economico, com’è ingiusto.
Ma se già oggi non è così e le decisioni si prendono senza neppure consultare i piccoli comuni che dispongono del bene, che non sono adeguatamente valutati e rispettati nell’Autorità di Ambito, dove contano solo i parametri quantitativi delle residenze che determinano ogni scelta con costi fra l’altro sempre più elevati e sempre più finalizzati a investimenti nel fondovalle spesso a discapito della montagna toscana che deve provvedere per se. E la risposta qual è? Una unica autorità regionale perché ciò che conta è cambiare comunque per raggiungere una presunta economicità del sistema? No, non sono d’accordo.
Oppure vogliamo recuperare qualità, equità e giusta perequazione? Si , sono d’accordo”. “Il merito appunto, le proposte e le ragioni del cambiare non solo per cambiare ma perché ciò è utile e necessario alla tutela dei servizi e dei diritti che su di essi i cittadini hanno di programmazione e controllo e che solo la vicinanza istituzionale alle comunità locali garantisce. E non parlo solo di acqua” conclude Giurlani