Confronto aperto su Unioni di comuni in Toscana

Giurlani mette in evidenza alcune richieste specifiche già avanzate alla Regione Toscana tra cui quella di avviare un confronto concertato con il territorio e i protagonisti istituzionali per poter avviare la migliore e più partecipata riforma.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 ottobre 2010 15:21
Confronto aperto su Unioni di comuni in Toscana

Nulla di fatto nella riunione di ieri tra i comuni dell’Arcipelago toscano per trovare una soluzione per la creazione di un unico soggetto associativo. Ne ha preso atto l’assessore regionale Riccardo Nencini, il quale ha ricordato, però, che nel 2011 la Regione Toscana è intenzionata a procedere sulla strada della costituzione di Unioni di comuni su tutto il territorio. “Mentre esprimo la mia preoccupazione per la situazione dell’Arcipelago - dichiara Oreste Giurlani, presidente di Uncem Toscana, a cui fanno capo 14 Comunità montane e 5 Unioni speciali di comiuni e ben 160 comuni montani - prendo anche atto del confronto aperto tra i comuni per addivenire alle future Unioni.

Tuttavia - prosegue Giurlani - è bene stabilire, fin da subito, che il percorso non sarà facile e soprattutto dovrà essere concordato con i diretti interessari. D’accordo con la Giunta che vuole puntare sulle Unioni di comuni, ma si dovrà riflettere attentamente su come muoversi”. Giurlani mette in evidenza alcune richieste specifiche già avanzate alla Regione Toscana tra cui quella di avviare un confronto concertato con il territorio e i protagonisti istituzionali per poter avviare la migliore e più partecipata riforma in oggetto. Nonsolo, occorre che l’ente riformato sia in grado di: rilanciare le politiche della montagna attraverso azioni di presidio, di tutela, di valorizzazione e di marketing territoriale e l’implementazione di nuovi strumenti che attivino le energie presenti ed impieghino le risorse scarsamente utilizzate o non utilizzate; rilanciare le politiche per la montagna in chiave evolutiva, sulla base di conoscenze approfondite delle sue reali risorse, a cominciare da quelle ecologiche ed energetiche, e dell’apporto che esse possono dare alla crescita complessiva del paese; utilizzare le fonti rinnovabili con l’obiettivo di un riequilibrio economico a favore dei sistemi locali montani che realizzino la loro virtuosa preservazione; garantire l’impiego armonico delle risorse naturali rinnovabili, da utilizzare in modo da non comprometterne la riproducibilità e senza alterare il contesto ambientale e con la previsione di un corrispettivo, sotto forma di canone, tariffa, prezzo, tassa, di ritorno alla montagna per le politiche locali a favore del territorio; assicurare ai territori montani agevolazioni di carattere fiscale, previdenziale, amministrativo; definire dei principi per la costituzione da parte delle regioni di bacini montani integrati di sviluppo produttivo e di concentrazione di funzioni e servizi di prossimità, comprendenti una o più comunità montane consorziate cui è affidata la gestione dei medesimi; di prevedere nella stesura del nuovo PSR 2010-2015, così come convenuto della discussione del PDEF, una politica di rilancio e sviluppo del sistema montano toscano.

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