di Montecristo Ormai la consegna di una raccomandata è diventata una iattura per tanti fiorentini. Poste Italiane si ostina a garantire la consegna a domicilio soltanto la mattina, prevalentemente dal lunedì al venerdì, proprio quando in casa si trovano soltanto anziani, malati e puerpere. E quelli che lavorano? Sono costretti da ritirare in cassetta la notifica di mancata consegna e a recarsi personalmente all'ufficio postale. Poco male se si trattase solo dell'attesa in fila davanti ai pochi sportelli aperti.
Il fatto è che le più recenti riorganizzazioni di Poste Italiane in città hanno ridotto il numero delle agenzie abilitate, costringendo tanti fiorentini a fare chilometri attraverso la città, magari dovendo entrare in Zona a Traffico limitato, per ritirare la corrispondenza che in un paese civile viene recapitata a domicilio. Inutile chiedere la gestione delle raccomandate a un ufficio postale più vicino a casa propria: nemmeno le petizioni popolari riscono a commuovere la dirigenza fiorentina di Poste Italiane. Dunque non resta che subire l'imposizione borbonica del dis-servizio pubblico, attraversare la città in auto, o bus, mettersi in coda e attendere il proprio turno allo sportello, naturalmente in orario di lavoro, perché la più parte degli uffici postali consegnano soltanto dalle 8:30 alle 13:30.
E preferibilmente non il giorno successivo a quello della mancata consegna. Perché contrariamente a quanto dichiarato nell'avviso (“dalle ore 10:30 del giorno successivo”) Poste Italiane non ne assicura la disponibilità che nella tarda mattinata del giorno dopo. “Tranquillo -vi rassicureranno allo sportello- può ritirare la sua raccomandata entro 30 giorni dalla prima consegna”. Ma come, la raccomandata non è la corrispondenza più importante? Quella utilizzata dagli enti pubblici per comunicare con noi? E allora perché dovremmo ritirarla con settimane di ritardo? In tanti poi si saranno illusi davanti ai manifesti pubblicitari esposti nell'agenzia postale, mentre attendevano in coda il proprio turno.
Poste Italiane ha infatti il coraggio di pubblicizzare Dimmiquando, il servizio che consente di programmare il giorno della settimana in cui vuoi ricevere la tua corrispondenza. E' possibile -come da sito internet ufficiale- ricevere la posta raccomandata e assicurata solo in un determinato giorno della settimana a propria scelta? Dal lunedì al sabato al prezzo di € 15,60 all'anno? Triste dover pagare in più a causa del disservizio, direte voi, ma meglio di perdere mattinate di lavoro...
Peccato che questa opzione, come pubblicizzata, sia disponibile solo nelle maggiori città del paese. Perché a Firenze, la dirigenza di via Pellicceria non è stata buona a garantirlo anche il sabato mattina, proprio l'unico giorno in cui una famiglia normale, fatta di gente che lavora, potrebbe usufruirne. D'altra parte chi glielo fa fare? La dirigenza pubblica continua a comportarsi in maniera inqualificabile nei confronti degli utenti, grazie all'impunità di un monopolio postale che nel 1999, in occasione del finto recepimento della direttiva UE “liberalizzatrice” è stato persino ampliato, cancellando i pochi operatori privati esistenti .
Dal punto di vista formale questo monopolio terminerà alla fine del 2010, ma c'è da scommetere che per i cittadini/lavoratori/contribuenti cambierà poco in futuro.