Ira, Lussuria, Avarizia, Accidia, Invidia, Gola, Superbia. Altro che culla delle arti: a detta delle cronache dell’epoca, la Firenze del tempo di Dante era il covo dei peggiori vizi, che i fiorentini praticavano con grandissima dedizione. Un volto sconosciuto e inquietante della città raccontato da Ferruccio Vannini ne “I Sette Vizi Capitali della Firenze medievale” (132 pagine, euro 8,90), edito da Mediapoint Editore. Vizio per vizio, il libro mette a nudo la peccaminosissima Firenze del Medioevo, una Sin City che dietro vestigia insospettabili non si fa mancare nessun tipo di depravazione: dalla lussuria dei bordelli e degli altri luoghi di piacere, all’ira dei nobiluomini fiorentini, foriera di tanti bagni di sangue, alla gola degli invitati ai sontuosi banchetti dalle infinite portate.
Per non parlar dell’avarizia che fece la fortuna nel mondo di Firenze e dei suoi banchieri, peccatori da biasimare, quello sì, ma solo tra un affare e l’altro. Un pezzo di storia “storia proibita” di Firenze che finalmente viene svelato in un libro unico ed originale, disponibile da questo mese in edicola e in libreria.