Firenze, 4 novembre 2010– Dalla scoperta del fuoco nella preistoria alla cucina del secolo scorso, passando per i banchetti degli etruschi e dei romani, le usanze degli arabi e dei popoli del nostro medioevo, i grandi convivi organizzati alla corte dei Medici e delle più influenti famiglie fiorentine: prima di Maria Luisa Lotteringhi della Stufa (1911 - 1991) nessuno avrebbe mai pensato di poter racchiudere in due grossi volumi la storia della cucina toscana “dai tempi remoti” sino “ai giorni d’oggi”.
Desinari e cene e Pranzi e conviti, i due trattati usciti per la prima volta nel 1964 e a lungo introvabili, tornano oggi in libreria per l’editrice Sarnus in una elegante edizione anastatica (rispettivamente pp. 312, euro 32 e pp. 400, euro 37), corredata da tavole a colori e nuovi indici, impreziosita da un’introduzione dello storico Zeffiro Ciuffoletti. L’autrice, grande studiosa di gastronomia e storia del costume, pubblicò la sua imponente opera per i tipi dell’Editoriale Olimpia, e nel 1967 vinse a Parigi il Grand Prix de la Littérature Gastronomique sebbene il testo non fosse mai stato tradotto in francese.
Il primo libro affronta un viaggio dall’età delle caverne al Quattrocento, mentre il secondo parte dalla morte di Lorenzo il Magnifico (1492) per arrivare fino alla prima guerra mondiale. In entrambi i casi, l’excursus sugli usi e costumi alimentari e sull’evoluzione del gusto attraverso le epoche si rivela un attento studio sul cibo inteso come fenomeno sociale e culturale, in anticipo su un filone di ricerca ampiamente percorso dalla storiografia contemporanea. Accompagna il viaggio dell’autrice nella storia dell’alimentazione e della cucina toscana una originale selezione di più di trecento ricette tratte da documenti, spesso rari, di ogni epoca, sempre provviste di riferimenti puntuali alle fonti, a testimonianza dell’enorme ricerca che fu alla base del lavoro.
Una cavalcata, dunque, attraverso cacce e banchetti, antiche osterie e cene di gala, con un repertorio di preziosi spunti culinari a cui i più famosi autori hanno attinto, contribuendo a fare di quest’opera un classico della letteratura gastronomica italiana. Gherardo Del Lungo