Nel momento più difficile per l'Inter, alla vigilia di una serie di sfide senza appello, arriva in libreria “Semplicemente Rafa”, la prima biografia del tecnico nerazzurro, edita da Limina, scritta da Alvise Cagnazzo e da Ataturk, pseudonimo usato dall'autore per l'occasione, in onore della clamorosa impresa della finale di Champions del 24 maggio 2005 realizzata dal Liverpool di Benitez, ai danni del Milan. Un' impresa irripetibile e irripetuta nella storia del calcio recente, che rese nei cuori dei tifosi Rafa un interista d'adozione, ben cinque anni prima del suo arrivo ad Appiano Gentile.
Una metafora di ciò che il Presidente Moratti, chiede a Benitez, di ripetere. Proprio oggi che “quel Verga Castigliano”, raccontato dagli autori, amante più dei sapori e quindi della realtà del calcio, che delle suggestioni, è ad un passo dal sua sconfitta più grande: l'esonero. “Di quella indimenticabile ordalìa – scrive il giornalista della Stampa, Roberto Beccantini, nella prefazione – Benitez si aggiudicò sei minuti su centoventi. Ripeto: sei su centoventi.
Quanti ne bastarono per recuperare tre gol e cavalcare vittoriosamente il rodeo dei rigori. La finale più scottante e romanzesca di tutti i tempi”. Già, perché Rafa è un personaggio che sa aspettare e riservare grandi sorprese ai tifosi, magari proprio quando nessuno se lo aspetta, senza mai polemizzare, nemmeno quando quest'estate si è visto negare ogni acquisto proposta a Moratti, in nome del fair play finanziario. Quegli acquisti necessari ad imporre il suo gioco. In grado di accettare una sfida difficilissima, contro ogni pronostico, rispondendo al tanto decantato dualismo con Mourinho, semplicemente con un sorriso.
“Ha studiato sui testi di Arrigo Sacchi, senza subirne la perversione dell'Assoluto tattico”, scrive Beccantini. Difensivista, senza essere catenacciaro. Alle prese con il tentativo di riuscire a fare apprendere il possesso palla ad una squadra divenuta invincibile grazie alle ripartenze fulminee alla Mourinho. Senza un Pirlo o un Mascherano. Un tecnico capace di reagire a un talento assai mediocre da giocatore con una superba capacità di lettura e gestione degli avvenimenti di una partita da allenatore, in grado di acquisire la leadership senza mai alzare la voce.
Un libro pensato ed elaborato per descrivere anche l'uomo nella sua piacevole e voluminosa interezza, contenente un'intervista esclusiva a Gigi Simoni, che di Rafa sa dare una lettura del tutto inusuale. Un modo quindi, per dar conto ai suoi estimatori e non solo, delle imprese sportive, come delle delusioni, prestando attenzione a quel particolare stile nell'affrontare la vita e i suoi imprevisti che gli sono valsi rispetto e stima a ogni latitudine, conquistando i cantoni di Valencia, Liverpool e oggi Milano.
Un back stage del personaggio Benitez mai fatto prima. Un uomo che sa farsi amare come pochi. Nonostante gli infortuni, che vinca o perda, nonostante gli errori, vedi una preparazione atletica totalmente sbagliata quest'anno, lui sa aspettare e con grande flemma e strategia investire sui talenti del domani: da Coutinho a Biabiany. Creare un percorso umano e professionale al di là delle vittorie possibili nella singola stagione. Al di là di un gruppo spremuto fino all'ultima goccia. "You’ll Never Walk Alone", chiosò malinconico Rafa al termine della sua esperienza inglese, citando la canzone di “Gerry and the Pacemakers”, divenuta poi l'inno del popolo di Liverpool. Assieme ad un laconico messaggio ai suoi tifosi: “È per me molto triste annunciare che non sono più il tecnico del Liverpool.
Voglio ringraziare tutto lo staff e i giocatori per gli sforzi profusi insieme a me. Porterò per sempre nel mio cuore i bei tempi che abbiamo vissuto insieme, il forte sostegno dei tifosi e l’amore della città. Non ho parole per ringraziarvi per tutto quello che mi avete dato in questi anni. Sono davvero orgoglioso di aver guidato questa squadra”. Oggi la stragrande maggioranza dei tifosi interisti spera che non si verifichi un nuovo addio. Chi saprà aspettarlo, di sicuro non verrà tradito. Gli autori Alvise Cagnazzo (1987) è nato a Bergamo e vive a Bari.
Giornalista, scrittore, autore e conduttore televisivo, è il più giovane vincitore del premio "Miglior giornalista di Puglia" sezione carta stampata – sport. È autore del libro Tutti zitti, parlano loro (2007). Collabora con Carlo Nesti come editorialista della rubrica "Punti di vista", sorta dalle ceneri della "Scheda del lunedì"; con Il Riformista; con il giornale Puglia, fondato da Mario Gismondi, ex direttore del Corriere dello Sport. È inoltre firma di Calcio2000, mensile nazionale e internazionale diffuso in trentadue Paesi, fondato da Marino Bartoletti. Atatürk (1977) è lo pseudonimo utilizzato dall’autore per l’occasione, in onore della clamorosa impresa del 24 maggio 2005 realizzata dal Liverpool di Benitez, ai danni del Milan, nello stadio di Istanbul che porta questo nome.
Opinionista televisivo, è stato apprezzato sugli schermi di Rete 4 a "Controcampo" e su Rai 2 alla trasmissione "Quelli che il calcio". È inoltre conduttore radiofonico ed editorialista web.