"In questo momento è necessario lasciar lavorare il commissario, dare tempo alla dottoressa Maria Teresa De Lauretis e alle persone che lavorano con lei di fare tutte le verifiche necessarie. Limitiamoci alle notizie sicure. Basta al rincorrersi di voci che rischiano solo di ingenerare preoccupazioni infondate nei cittadini. I servizi erogati ai cittadini della Asl di Massa e Carrara non subiranno alcuna flessione. Al più presto, quando avrò nuove notizie, verrò a riferirvele in questa sede".
L’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia ha riferito questa mattina in IV Commissione (Sanità) sulla vicenda che ha portato al commissariamento della Asl di Massa e Carrara. L’assessore ha ripercorso la vicenda, partendo dalla questione della responsabilità delle aziende, illustrando la filiera dei controlli riguardo al bilancio di esercizio (la responsabilità del direttore generale della Usl, la Conferenza dei sindaci, il Collegio sindacale, la certificazione di bilancio), e ha ricordato puntualmente tutti gli eventi che hanno condotto al commissariamento.
Dalla presentazione del bilancio consuntivo 2009 da parte della Asl 1 alla Regione, il 1° luglio 2010, all’avvio dei controlli che hanno fatto emergere il presunto “credito” di 60.389.020 euro verso la Regione, non comprovato da alcuna documentazione, alla richiesta da parte della Regione di chiarimenti mai forniti dalla Asl 1, fino ad arrivare alle dimissioni della dirigenza della Asl, e alla nomina del commissario straordinario. Il commissario, ha sottolineato l’assessore, oltre alla gestione ordinaria dell’azienda, avrà i compiti di predisporre un nuovo bilancio di esercizio 2009, un piano di rientro dell’azienda e il bilancio preventivo 2011.
L’assessore ha poi elencato le azioni avviate o in programma da parte della Regione: la notifica alla Procura della ricostruzione degli eventi, al fine di evidenziarne eventuali profili di responsabilità penale; la comunicazione cautelativa alla Corte dei Conti; la lettera al collegio sindacale di richiesta di ulteriori approfondimenti; la previsione di un’erogazione straordinaria di cassa per soddisfare i crediti da tempo scaduti dei fornitori. E ha concluso assicurando che l’attività di commissariamento, con le azioni adottate, non modifica affatto l’ordinaria erogazione dei servizi ai cittadini. “Sulla base delle informazioni oggi disponibili, possiamo dire che il sistema sanitario toscano chiuderà il bilancio 2010 in pareggio”.
Lo ha assicurato l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia, concludendo la sua comunicazione in Consiglio regionale sul commissariamento dell’Asl 1 di Massa-Carrara. L’assessore ha precisato che nel 2010 la Regione Toscana ha ricevuto una quota del Fondo sanitario nazionale di 6.398 milioni di euro, pari al 6,07%, con un incremento percentuale di 0,8%, a fronte di altre Regioni come la Lombardia che hanno avuto un incremento del 2,8%. La manovra di stabilizzazione finanziaria ha determinato un’ulteriore riduzione.
“Con le assegnazioni effettuate risulterebbe una sofferenza di 158 milioni di euro – ha rilevato Scaramuccia - Restano però da distribuire alle aziende 106 milioni di euro e 90 milioni di euro a titolo di ammortamento. L’andamento gestionale evidenzia quindi un avanzo di 38 milioni di euro ed è inoltre disponibile un fondo di riserva di 72 milioni, che sarà utilizzato per la copertura della situazione finanziaria dell’Asl 1 di Massa Carrara”. L’assessore nella sua comunicazione ha ricapitolato le vicende che hanno portato al commissariamento dell’azienda sanitaria, soffermandosi sulla filiera dei controlli e sulle azioni che la Regione ha deciso di mettere in atto.
Sul fronte dei controlli sui bilanci di esercizio, l’assessore ha precisato che la responsabilità della sua redazione compete al direttore generale. Gli atti sono poi esaminati dalla Conferenza dei sindaci e dal Collegio sindacale. Quest’ultimo, come organismo di revisione interna, esercita un “controllo puntuale” ed esprime le proprie osservazioni con una relazione inviata al direttore generale ed allegata agli atti trasmessi alla Giunta. “L’approvazione del bilancio da parte della Giunta regionale non costituisce un duplicato del controllo sulle singole voci affidato, per maggiore garanzia, alle società di revisione”, ha sottolineato l’assessore.
Nella deliberazione di approvazione si dà, infatti, atto della “completezza dell’iter e della correttezza dei documenti contabili”, ma “senza aprire un ulteriore procedimento di controllo contabile”. L’assessore ha quindi ricostruito le vicende che hanno condotto al commissariamento, evidenziando in particolare “l’insussistenza agli atti della Regione di ogni documentazione” riguardante il credito di oltre 60 milioni di euro nel bilancio di esercizio 2009, il principale nodo della questione.
Queste infine le azioni decise dalla Regione: notifica alla Procura della ricostruzione degli eventi; comunicazione cautelativa alla Corte dei Conti; lettera al Collegio sindacale di richiesta di ulteriori approfondimenti sulle poste iscritte a titolo di gestione stralcio; diffida alla società di revisione; previsione di un’erogazione straordinaria di cassa per soddisfare i crediti da tempo scaduti dei fornitori. “Abbiamo scelto di mettere tutto sul tavolo, di essere trasparenti sulle cifre e sul loro significato, senza nascondere nulla, semplicemente perché niente c’è da nascondere – ha concluso Scaramuccia – Offriamo massima disponibilità e collaborazione, ma auspichiamo una volontà comune di impostare il confronto sul rispetto reciproco di ruoli e competenze. ”E’ una comunicazione tardiva che lascia aperti troppi interrogativi.
In questi termini poteva essere fatta il giorno successivo al commissariamento”. E’ questo il giudizio di Jacopo Ferri sulla comunicazione dell’assessore. A suo parere, per giorni si sono rincorse le voci più strane, cittadini e fornitori sono rimasti senza risposte, senza che ci sia stata la dovuta informazione. “C’è un buco enorme di oltre 60 milioni – ha aggiunto – ma l’assessore non ci ha indicato né le cause, né i rimedi”. “Nella filiera dei controlli indicati dall’assessore manca completamente il Consiglio regionale, cui invece spetta un compito di controllo e per questo nomina due sindaci revisori”, ha osservato Giuseppe Del Carlo (Udc), secondo il quale sarebbe opportuna una revisione della legge 40/2005 che disciplina la materia.
“Come consigliere – ha concluso – mi sono sentito offeso dall’avere appreso queste vicende dalla stampa”. “Non è una svista. E’ l’intera filiera dei controlli che è saltata. Si pone quindi un legittimo dubbio su tutto il sistema” – ha aggiunto Nicola Nascosti (Pdl), secondo il quale, anche in altri settori, assistiamo ad un accentramento di risorse e funzioni, senza un adeguato sistema di monitoraggio e verifica. “Siamo di fronte ad un fatto straordinario – ha dichiarato Loris Rossetti (Pd) -, non si può mettere sotto processo l’intero sistema sanitario della Toscana.
La nostra rimane una sanità invidiata, presa come modello di contenimento costi, razionalizzazione: un servizio all’altezza delle esigenze dei nostri cittadini”. Il problema, “il fatto eclatante”, ha proseguito Rossetti, “nasce da un controllo effettuato dalla Regione, che ha rilevato la mancanza e preso provvedimenti senza paura delle conseguenze e della inevitabile gogna mediatica. Il sistema dei controlli ha funzionato”. La preoccupazione, ha proseguito Rossetti, “riguarda cosa succederà dopodomani e la ricaduta sui cittadini”. “Abbiamo molto a cuore la qualità dei servizi offerti ai cittadini – ha detto il consigliere Stefano Mugnai (Pdl), vicepresidente della commissione Sanità -.
Sarebbe troppo facile spostare l’attenzione sulla qualità generale del sistema di controllo. Dobbiamo cercare le cause del buco che si è generato nel bilancio della Asl di Massa”. Mugnai ha chiesto maggiori informazioni, “dovute a consiglieri regionali e invece al momento non possiamo basarci che sulla comunicazione dell’assessore e su dichiarazioni giornalistiche”. “Come fu giustificata e con quale documentazione la posta di bilancio? – ha chiesto ancora Mugnai – Sarebbe interessante conoscere anche il contenuto di questa lettera anonima». ”Accogliamo le spiegazioni dell’assessore con assoluta delusione – ja esordito il capogruppo Pdl Alberto Magnolfi -.
Non si sfiora il nucleo della centrale della vicenda, di chi sia la responsabilità, e molte questioni restano da chiarire. Il grosso buco non può essere comparso all’improvviso e non è possibile che tutti siano parte lesa. Si parla di un documento palesemente falso, ma se era grossolano perché ci sono voluti due anni per accorgersene e prendere i primi provvedimenti? Forse perché nel mezzo c’erano le elezioni regionali? Non c’è da brindare all’ottima salute della sanità toscana – ha concluso Magnolfi -, servono invece cautela, senso di rispetto e si devono chiarire fatti che tolgono credibilità al mito della sanità toscana”. “Siamo di fronte ad un fatto grave, gli organi competenti sono già al lavoro per accertare le responsabilità - ha dichiarato Paolo Bambagioni (Pd) –, ma questo incidente di percorso non cambia il giudizio sulla sanità toscana, che era e rimane buono.
Non c’è niente da nascondere, tutte le risposte devono essere date. La Regione ha un sistema capace di non andare a fondo e di sopperire coi propri risparmi e di questo bisogna essere soddisfatti”. “In questa vicenda resta il dubbio se si sia agito troppo alla leggera o troppo alla lettera, pensando che tanto poi la Regione avrebbe ripianato il buco”, ha dichiarato il consigliere Gian Luca Lazzeri (Lega Nord Toscana), che ha posto l’attenzione “sui debiti nei confronti dei fornitori.
È necessario fare chiarezza sui tempi, ci sono aziende che nell’attesa rischiano di chiudere, se c’è effettivamente il tesoretto di cui si parla, allora venga utilizzato per pagare i debiti con i fornitori”. Sui sindaci revisori, ha aggiunto Lazzeri, “tre su cinque vengono nominati dal Consiglio regionale, sarà opportuno richiamarli ad un maggior senso dell’importanza del loro compito”. Il consigliere ha presentato una risoluzione in merito alla vicenda dell’Asl di Massa, respinta a maggioranza. “Non siamo ancora nelle condizioni di sapere come sono effettivamente andate le cose – ha detto Marco Carraresi (Udc) -, ricordo che il Consiglio deve esercitare la propria funzione di indirizzo e controllo.
Forse, nella vicenda della Asl di Massa, è mancata l’abitudine alla verifica corretta, si deve rilevare l’inaffidabilità di alcuni sistemi di monitoraggio. Qualcosa non ha funzionato – ha aggiunto Carraresi -, molti interrogativi rimangono senza risposta”. “In attesa degli aggiornamenti che l’assessore si è impegnato a portare in Consiglio e confortati dalle rassicurazioni del presidente Rossi riguardo alla fatto che l’Asl di Massa non avrà problemi di funzionamento – ha dichiarato Maria Luisa Chincarini (Idv) -, aspettiamo gli esiti delle indagini.
Con una raccomandazione: bisognerà fare maggiore attenzione a certi segnali premonitori”. “L’assessore ha rimesso le cose in fila, e lo ringrazio per la sua risposta solo apparentemente non politica. Ora aspettiamo gli ulteriori approfondimenti – ha detto Pieraldo Ciucchi (Gruppo misto) -. Quanto alla sanità toscana, è nelle condizioni delle migliori regioni del Nord Italia. Se non avessimo attivato per tempo certi processi impegnativi saremmo oggi in una condizione drammatica”. Il presidente Enrico Rossi ha chiuso il dibattito, “con un apprezzamento anche dei toni dell’opposizione, adeguati ai contorni di questa vicenda”.
La Toscana, ha spiegato Rossi, ha messo in campo “tutti gli strumenti oggi conosciuti, con la certificazione dei bilanci che ora il ministro Tremonti vuole praticata da tutti e che al di fuori della Toscana, che io sappia è stata messa in atto solo a Padova. Il controllo è affidato ai sindaci revisori, il direttore generale firma il bilancio e lo invia alla regione, che verifica gli atti formali, utili e perdite sulla base della relazione dei sindaci revisori. La decisione di aggiungere la certificazione dei bilanci alla normale filiera dei controlli l’abbiamo presa autonomamente – ha proseguito Rossi -.
Stiamo facendo tutte le verifiche, ci tuteleremo per via contabile e per via penale. Si tratta di un colpo che abbiamo preso, di un ammanco che ci è stato nascosto, ma resta un incidente di percorso. La nostra riserva ci permette di reinvestire su Massa e di garantire il pagamento dei fornitori di servizi e la realizzazione del nuovo ospedale”.