Manifestazioni a Firenze: per l'Aduc cortei retaggio del passato

"Ci si è resi conto, con il corteo studentesco dei giorni scorsi, di aver bloccato l'intera città. Finalmente si comincia a ragionare in funzione di tutti i cittadini, senza che i diritti di alcuni debbano necessariamente calpestare quelli di altri".

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 ottobre 2010 19:05
Manifestazioni a Firenze: per l'Aduc cortei retaggio del passato

"E' probabile che piazza San Marco a Firenze possa non essere più utilizzata per le manifestazioni pubbliche. Ci si è resi conto, con il corteo studentesco dei giorni scorsi, e col fatto che questa piazza è diventata di recente snodo principale della mobilità urbana, di aver bloccato l'intera città. Finalmente si comincia a ragionare in funzione di tutti i cittadini, senza che i diritti di alcuni, per manifestarli e rivendicarli, debbano necessariamente calpestare quelli di altri". Così Vincenzo Donvito, presidente Aduc, che aggiunge: "Il problema si è posto per piazza San Marco ma è più ampio.

Non solo per piazze e strade della città ma per lo sciopero in se". "E' evidente che una città risenta di una manifestazione al pari del passaggio di un forte temporale, se non peggio. In piazza San Marco probabilmente più che altrove, ma non per questo “altrove” deve essere penalizzato in una politica di riduzione del danno che sembra voglia essere utilizzata da amministratori e forze dell'ordine. La questione andrebbe affrontata in un'ottica generale, partendo dal presupposto che uno sciopero di una componente della nostra società non deve obbligare tutti a farsene carico.

I cortei che immobilizzano la città sono retaggio di una cultura, una mobilità e un'informazione del secolo scorso: per comunicare a chiunque che c'era un certo dissenso e protesta, scendere per strada era un sistema di comunicazione, maggiormente incisivo se il disagio che provocava coinvolgeva chiunque. Che necessità c'è oggi di questo metodo di comunicazione, oggi che le “coperture mediatiche” di certi eventi consentono l'informazione ovunque, a 360 gradi" si chiede Donvito? "E probabilmente, le attuali vittime, invece di commentare lo sciopero rispetto ai disagi che hanno subito, lo commenterebbero per i contenuti delle specifiche rivendicazioni.

I raduni, quindi, potrebbero essere convocati in luoghi specifici, come parti della città dedicate alla bisogna, senza che nessuno debba essere obbligatoriamente coinvolto nelle conseguenze" spiega il presidente dell'Aduc. "Una cultura per la comunità e una prassi di rispetto dell'altro che coinvolge lo sciopero in se. Siccome l'obiettivo degli scioperanti è creare problemi alla propria controparte, perché crearli anche ad altri? Perché per esempio, i ferrovieri o gli addetti al trasporto pubblico devono bloccare la circolazione dei loro mezzi -a danno di tutti - e non esimersi dal far pagare il servizio in determinate fasce orarie -a danno della propria controparte? Oggi le piazze sono essenzialmente mediatiche, quindi non si possono conquistare con la propria imposizione fisica.

Non solo. C'è un rilevante pericolo che la piazza mediatica diventi luogo di rivalsa contro la possibilità dei singoli di non poter liberamene fruire delle piazze urbane, e anche per questo crediamo che valga la pena rimettere in discussione gli attuali metodi" termina Donvito. Per Barducci "va tutelato in primo luogo il diritto a manifestare" “Concentramento ore 9 in piazza San Marco...” Il presidente della Provincia di Firenze, Andrea Barducci, utilizza la frase classica che ha caratterizzato la convocazione di molte manifestazioni che si sono svolte a Firenze per affrontare un argomento spinoso: la possibilità che piazza San Marco venga inserita nell’elenco delle zone interdette allo svolgimento di manifestazioni pubbliche.

“Va tutelato in primo luogo il diritto a manifestare che rappresenta il cardine di ogni democrazia – afferma Barducci –. Ed è altrettanto evidente che risulterebbe stonato e paradossale un divieto che colpisse un luogo che negli anni ha assunto un alto valore simbolico: piazza San Marco è il punto in cui nei momenti più importanti della vita della nostra città e del nostro Paese si è concretizzata la voglia di partecipazione di un popolo. Ecco perché occorre rispettare questa sensibilità, evitando ogni forzatura.

Se esistono problemi di convivenza con altre funzioni presenti attualmente nella piazza, allora è giunto il momento di discuterne insieme per vedere quello che si può fare per risolvere il problema”.

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