Filippo Bonaccorsi, il presidente di Ataf, la società di trasporto pubblico che serve Firenze e parte della sua provincia, torna sullo sciopero della scuola della scorsa settimana, una manifestazione che per gran parte della mattinata di venerdì, ma anche nelle prime ore del pomeriggio, ha messo in ginocchio la mobilità fiorentina, causando ingorghi e ritardi. "Il corteo studentesco che, con 5000 tra studenti ed insegnanti, ha invaso le strade di Firenze venerdì scorso, è stato davvero paralizzante per Ataf - si legge in una lettera aperta inviata a tutti i dipendenti di Ataf -.
Forti ritardi, disagi ai passeggeri e strade bloccate da migliaia di manifestanti, hanno fatto saltare ogni organizzazione strutturata del servizio e hanno richiesto interventi mirati a più riprese da parte dei CdE incaricati della regolarità e degli AdE presenti in sala radio, chiamati a decine e decine di interventi nel tentativo di ripristinare un servizio decente. Molte linee hanno subito ritardi incredibili e molte sono state deviate per evitare ulteriori blocchi della circolazione. L’Ataf ha subito un danno economico che si aggira intorno ai 40mila euro". "Come avviene di consueto, la concentrazione dei manifestanti era in piazza San Marco - snodo strategico per il tpl dopo la chiusura di piazza Duomo - e questo ha contribuito ulteriormente al blocco del servizio.
Pur rispettando il diritto di sciopero di ognuno, ho creduto di intervenire presso il Prefetto di Firenze affinchè, in futuro, la zona di San Marco venga preservata da manifestazioni o scioperi, questo perchè siano rispettati non solo i diritti di coloro che scendono in piazza, ma anche di coloro i quali, non essendo parte della protesta o della manifestazione, devono adempiere ai loro impegni quotidiani" aggiunge Bonaccorsi. "La medesima richiesta è giunta in prefettura da più parti, ed è proprio di queste ore la notizia che piazza San Marco ed i viali verranno inseriti dal Prefetto nel decreto delle zone interdette a scioperi e manifestazioni" fa sapere il numero uno di Ataf.
"In una situazione così delicata e problematica, il comportamento di tutti voi è stato encomiabile - continua Bonaccorsi -; mentre i CdE e i loro collaboratori hanno cercato di contenere al massimo i disagi, fornendo assistenza e informazioni anche agli utenti, voi autisti avete saputo mantenere la calma e avete mostrato un grande senso di responsabilità e di attaccamento al servizio, tanto da suscitare apprezzamento sia da parte dei vostri superiori che da parte dell’utenza". "E’ così che reagisce un’azienda matura.
E’ così che vogliamo che il territorio che serviamo ci percepisca: siamo lavoratori perfettamente coscienti del nostro ruolo, che all’occasione sanno come agire e soprattutto come reagire per evitare di esasperare ulteriormente alcune circostanze. Un ringraziamento sentito a tutti voi, in particolare a quegli autisti che sono rimasti sui bus oltre il loro turno di lavoro, mostrando grande sensibilità e offrendo la massima collaborazione" conclude Bonaccorsi rivolgendo un "grazie di tutto" ai dipendenti della società di tpl. I commenti al provvedimento "L’ossessione securitaria sta passando il limite.
Se è comprensibile da parte di chi vagheggia ancora un ordine fatto di stivali e manganello, meno lo è per altri. Non è in nessun modo accettabile che sia negata a priori l’agibilità di piazza San Marco, in cui da 50 anni si svolgono le manifestazioni degli studenti e non solo. Si vieterà poi via Cavour, o via Lamarmora? Si confinerà ogni manifestazione in viale XI Agosto, così non disturba? Alla fine si vieteranno definitivamente? La tradizione democratica e la libertà di espressione e di manifestazione non può essere messa in discussione, né da un questore né da un assessore".
Così Ornella De Zordo interviene nel dibattito che segue la manifestazione di venerdì scorso. "Lo spazio pubblico della città è, e resta, appunto pubblico, le piazze del centro sono state, e sono, il luogo in cui i cittadini si trovano, si raccolgono, discutono festeggiano o protestano. Evidentemente qualcuno è talmente abituato a considerare la città come un gigantesco outlet, che ha perso di vista ciò che invece è davvero: luogo delle relazioni di una comunità, che vive e si esprime, e non solo compra e vende. Stesse considerazioni per le reazioni scomposte dopo la manifestazione di venerdì: si invoca il pugno di ferro e la massima severità, per cosa? Per un fumogeno? Non c’è stato alcun problema di ordine pubblico, nonostante l’apparire di un paio di provocatori neofascisti, e allora di cosa stiamo parlando? Se c’è stato “disturbo” chiedetene conto al ministro Gelmini, che ha come unica missione quella di distruggere la scuola pubblica; noi ringraziamo chi si oppone, nelle scuole, nelle università, e anche in piazza" conclude la consigliera di perUnaltracittà.