Scuola, "solita tattica: anche quest'anno, ormai, come una festa tradizionale di paese, ci troviamo davanti alle solite occupazioni". Il consiglioere provinciale del Pdl Leonardo Comucci e il coordinatore della 'Giovane Italia' Andrea Badò "si spacciano falsità a ripetizione, obbligando noi e il governo a cercare di smentirle: si occupano le scuole e si cerca di allargare la protesta creando iniziative che vanno oltre la legalità, allo scopo di cercare l'attenzione dei media e provocare ulteriore confusione".
Le numerose assemblee organizzate o in corso di organizzazione "dimostrano che non c'è alcuno spazio per il dialogo o per future collaborazioni nell'interesse degli studenti e del mondo della scuola". "Troviamo assurdo - continuano Comucci e Badò - che si permette il proliferare delle occupazioni nelle scuole fiorentine e che in molti casi gli occupanti non sanno neanche il motivo per il quale si occupa. In molti casi le occupazioni non sono volute neanche dalla maggioranza degli studenti". Comucci presenterà una domanda d'attualità all'assessore provinciale alla Pubblica istruzione Giovanni Di Fede "per chiedere se è sua intenzione riferire periodicamente il Consiglio sugli sviluppi inerenti le occupazioni e l'effettivo stato dell'edilizia scolastica per monitorare i danni da esse provocate".
Viene naturale chiedersi, concludono Comucci e Badò, "chi pagherà gli ingenti danni fatti durante le occupazioni. L'assessore Di Fede dovrà rispondere anche su questo". In seguito allo sciopero degli studenti e degli insegnanti contro la riforma Gelmini dell’otto ottobre, caratterizzato da "cortei non autorizzati che hanno paralizzato la città e che hanno bloccato il trasporto pubblico per un danno di circa 40.000 euro", i consiglieri del gruppo del Pdl in Provincia hanno presentato in Consiglio una mozione promossa dal consigliere provinciale Salvatore Barillari, per impegnare il Presidente della Provincia di Firenze a farsi promotore, per quanto di sua competenza, "per il normale ripristino della didattica e tutelare quegli studenti e quelle famiglie che sono contro l'occupazione, la quale, si ribadisce, è totalmente illegittima".
Dato che i manifestanti hanno "anche inveito con fatti deprecabili contro l'Istituto degli Scolopi di via Cavour, i consiglieri del Pdl firmatari del documento, richiedono inoltre al Presidente della Provincia di monitorare gli eventuali danni causati agli edifici e arredi". “Il diritto di scioperare e di manifestare è un diritto legittimo – sostiene il Consigliere Barillari - ma è altrettanto paritario il diritto per chi non aderisce, di non subire ulteriori danni oltre ai soliti disagi derivanti da tali situazioni”.
“L'occupazione dello scorso anno durata quindici giorni – osserva il capogruppo Samuele Baldini - ha causato danni materiali agli istituti, difficoltà alle famiglie, nessun beneficio agli studenti, ritardi sui programmi scolastici, impedendo di fatto a chi voleva semplicemente studiare di farlo per non dover pagare i ritardi accumulati sui programmi”. "Libera piazza in libera città: nessun divieto all’utilizzo di Piazza San Marco per le manifestazioni". Il gruppo provinciale di Rifondazione comunista interviene sul problema dello svolgimento delle manifestazioni a Firenze.
"Prefetto, Questore e i responsabili della sicurezza dopo la manifestazione degli studenti e insegnanti contro la Riforma Gelmini - scrivono Andrea Calò e Lorenzo Verdi - hanno manifestato l’intenzione di inserire nel decreto in cui sono elencate le zone dove non possono tenersi manifestazioni, anche Piazza San Marco. Il giro di vite annunciato prenderebbe spunto dai disagi al traffico che il corteo avrebbe creato". Questa volontà di "limitare le agibilità e il diritto a manifestare verrebbe presa in nome del principio dell’ordine pubblico e della sicurezza.
Alla svolta sicuritaria annunciata si unisce subito anche l’Assessore alla Mobilità del Comune di Firenze Massimo Mattei, invocando anch’egli provvedimenti di urgenza e condannando cortei e manifestazioni in nome della libera circolazione e del contrasto al traffico, disagi e code, spostando così l’attenzione da quei problemi reali e quotidiani legati alla mobilità fiorentina (pessime condizioni di viabilità, di sicurezza e decoro in cui versano la quasi totalità delle strade) che lui dovrebbe risolvere".
Ma la vicenda, per Calò e Verdi, "non si ferma qui e in modo paradossale il Presidente di Ataf si maschera da vittima dei ritardi, disagi, caos, linee deviate del trasporto pubblico scordandosi che il calvario quotidiano degli utenti Ataf deriva da una discutibile gestione della sua azienda". Appare "ipocrita e manichea la modalità scelta dal Presidente Bonaccorsi di erigersi a paladino dei passeggeri e cittadini, danneggiati a suo modo di vedere solo dai cortei, e di quegli stessi autisti ai quali nega diritti contrattuali che spesso sono oggetto di dure vertenze sindacali".
Al di là delle prese di posizione "di comodo e dei meri interessi di bottega noi riteniamo che la questione tocchi e metta in discussione importanti principi costituzionali quali la libertà di espressione e di manifestare". Prima il Ministro dell’Interno Maroni "che vieta l’utilizzo di Piazza della Signoria, ora l’Assessore alla Mobilità Mattei che richiede il divieto a manifestare in Piazza San Marco, un luogo che storicamente è stato utilizzato per tutti i tipi di manifestazione. Ci associamo a coloro che sostengono che una manifestazione, da che mondo è mondo, comporta sempre dei disagi".
La città di Firenze, l’articolato tessuto sociale e politico che la rappresenta, "non può accettare alcuna limitazione ai diritti e alla libertà di utilizzo degli spazi pubblici poiché in gioco è il concetto stesso di democrazia. Chiediamo al Prefetto, al Questore di Firenze e all’Assessore alla Mobilità del Comune di Firenze di non decretare l’inagibilità politica e sociale di Piazza San Marco. Lanciamo l’appello al Presidente della Provincia di Firenze ad accogliere favorevolmente e pubblicamente la nostra richiesta".