L'impatto della crisi si fa sentire meno sulle imprese in rosa. Ad essere penalizzato sembra soprattutto essere il lavoro dipendente. I dati dell'Osservatorio regionale sull'imprenditoria femminile, istituito grazie alla collaborazione fra l'Ufficio studi di Unioncamere Toscana ed il settore politiche di genere e imprenditoria della Regione Toscana registrano, a fine 2009, una performance dell'imprenditoria femminile solo leggermente in negativo, a fronte di una consistente riduzione del complesso delle imprese toscane.
La situazione toscana risulta comunque migliore rispetto a quella nazionale: le imprese femminili (83.674 sul totale di 326.254 imprese), sono passate, dal 2008 al 2009, dal 25,5% al 25,6%. «E' un dato che indica - afferma l'assessore alle attività produttive e al lavoro Gianfranco Simoncini - le capacità dell'imprenditoria femminile di affrontare le difficoltà e mantenersi sul mercato e di mettere a frutto alcune caratteristiche tipiche delle donne, elevato livello di qualificazione coniugato con doti di flessibilità, creatività e propensione all'innovazione». Altro dato positivo si può riscontrare nel fatto che le donne, all'interno delle imprese, ricoprono sempre più ruoli gestionali di rilievo, conquistando ulteriori spazi nei vari assetti dell’impresa, o costituendosi in forme d'impresa diverse quali ad esempio le cooperative femminili(+ 2,3%). La sostanziale tenuta di queste imprese si spiega anche in virtù dello spirito di iniziativa delle donne immigrate.
L'analisi degli iscritti al Registro camerale delle imprese mostra che sono proprio le imprenditrici a registrare una sensibile crescita. L'aumento maggiore si registra per le donne extra comunitarie (+7,9%) a fronte del +3,7% di quelle comunitarie. «Quest’ultimo elemento - spiega Simoncini - rappresenta un ulteriore dato positivo per la Toscana, che sta dimostrando così la propria capacità ad attrarre coloro che intendono investire nel nostro territorio. Dobbiamo continuare a favorire la diffusione della ricerca tecnologica e dell’innovazione, a promuovere iniziative di assistenza e di tutoraggio, percorsi di formazione ed orientamento manageriale ed imprenditoriale, ma soprattutto rendere più agevole e meno oneroso l’accesso al credito per le piccole e medie imprese a titolarità femminile». Un fondo di garanzia Proprio per questo la Regione Toscana ha attivato da gennaio 2010 un Fondo, gestito da Fidi Toscana, per la concessione di garanzie per investimenti effettuati dalle micro e piccole imprese in rosa, in attuazione della legge 16/09 sulla Cittadinanza di genere.
Le imprese femminili che intendono, per i loro investimenti, ottenere un finanziamento bancario dagli Istituti di credito aderenti al protocollo d’intesa “Emergenza economica”, potranno richiedere la concessione di garanzie che coprono fino all’80% dell’importo del finanziamento richiesto per un importo massimo garantito di 100 mila Euro. Non altrettanto positivi i numeri sul mercato del lavoro femminile. Il tasso di disoccupazione femminile, che nel trimestre precedente era al 6,7% e nello stesso periodo del 2008 al 7,4%, tocca a fine 2009 l'8,7%, livello record dal 2001 ad oggi.
Il tasso di occupazione femminile è sceso al 54,6% rispetto al 55,4 di un anno fa. di Barbara Cremoncini