La crisi è pesante per tutto il sistema regionale delle micro imprese siano o meno iscritte all’albo dell’artigianato. Nell’artigianato si registra infatti un’ulteriore flessione del fatturato che, dopo il -8,0% del 2008, nel 2009 tocca il -15,4%. Anche l’occupazione artigiana perde, nel 2009, il 2,7%. Non molto diverse le risultanze dell’indagine congiunturale sulle micro imprese non iscritte all’albo dell’artigianato (imprese con meno di 10 addetti) che lasciano sul terreno, nel 2009, il 10% in termini di fatturato ed il 2,5% degli addetti.
Le differenze che si riscontrano tra gli andamenti del fatturato delle imprese artigiane e delle micro imprese, sono imputabili alla diversa composizione dei due universi. Nell’artigianato infatti la quota di imprese manifatturiere risulta più consistente rispetto a quella della micro impresa non artigiana dove a prevalere sono invece i servizi. Ad essere in difficoltà risulta soprattutto il sistema manifatturiero che arretra sia in termini di fatturato (-18,5% nell’artigianato e -17,4% tra le micro imprese) che di addetti (-3,4% nell’artigianato e ben -8,0% nel mondo della micro impresa).
Questo il quadro che emerge dalle indagini congiunturali sulle imprese artigiane e sulle micro imprese non artigiane relative al 2009 dell’Osservatorio Regionale Toscano sull’Artigianato - realizzata da Unioncamere Toscana con la Regione Toscana, le federazioni regionali di Cna e Confartigianato Imprese, le sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil e con il supporto tecnico di Irpet. Il fatturato La flessione del fatturato delle imprese artigiane, tra il 2009 ed il 2008, (-15,4% in media) e delle micro imprese a carattere non artigianale (-10,0%) interessa tutti i diversi settori produttivi.
Variazioni negative raggiungono livelli consistenti soprattutto nel manifatturiero (-18,5% nell’artigianato e -17,4% tra le micro imprese). In questo comparto il sistema moda registra una pesante flessione sia nell’artigianato (-22,7%) che nel mondo della micro impresa non artigiana (-20,3%). All’interno della moda artigiana perdite consistenti interessano la pelletteria (-25,0%) ma anche l’abbigliamento (-23,4%) e le calzature (-23,3%). Anche la metalmeccanica si trova in forte difficoltà: -20,4% il fatturato delle imprese artigiane, -18,0% quello delle micro imprese.
Nell’artigianato spicca soprattutto la crisi della cantieristica e della lavorazione dei metalli che lasciano sul terreno, rispettivamente, il 28,6% ed il 22,2% del proprio giro d’affari. Elevate anche le perdite di fatturato dell’edilizia (-14,1% le artigiane -12,9% per le micro imprese). Flessioni meno rilevanti, ma comunque importanti, anche per i servizi siano questi o meno a carattere artigianale (-11,1% e -8,2%, rispettivamente). Tra i servizi artigiani perdono soprattutto i trasportatori (-15,5%) mentre tra le micro non artigiane sono in difficoltà il settore trasporti-logistica (-18,7%) e immobiliare (-10,6%). La crisi è talmente forte che la dimensione perde rilevanza nello spiegare le performance aziendali delle imprese.
Tutte le tipologie presentano infatti dati molto negativi in termini di fatturato. Nell’artigianato la micro impresa (1-3 addetti) perde il 16,1% e l’impresa con più di 9 addetti il 14,7%. Nel mondo delle imprese non artigiane le micro (1-3 addetti) perdono il 10,7%. La classe 4-5 addetti l’8,2% e quella 6-9 il 10,6%. Poche differenze emergono osservando gli andamenti del fatturato a livello provinciale. Seppure tutti i territori registrino variazioni negative in termini di fatturato, Livorno e Grosseto risultano tra le meno in difficoltà sia per la componente artigiana (-10,5% e -10,7% rispettivamente) che per le micro non artigiane (-5,8% e -8,5%).
All’interno dei distretti manifatturieri toscani i settori di specializzazione, a carattere artigiano, lasciano sul terreno il 21,5 percento del proprio giro d’affari, una flessione sostanzialmente in linea con la media generale del manifatturiero regionale. L'occupazione Anche la variazione del numero complessivo di addetti non segnala particolari differenze tra artigianato (-2,7%) e micro impresa non artigiana (-2,5%). La flessione peggiore, per entrambi i comparti, si registra nel manifatturiero (-3,4% nell’artigianato e ben -8,0% nel mondo della micro impresa a causa, in quest’ultimo caso, delle pesanti flessioni rilevate nel sistema moda).
Molto importanti anche le flessioni per l’edilizia con le micro imprese (-3,5%) più in difficoltà rispetto alle artigiane (-2,5%). Per quanto riguarda i servizi, le diminuzioni non evidenziano particolari differenze tra micro imprese e le artigiane (-1,5% e -1,6%, rispettivamente). Tra le differenti categorie dimensionali d’impresa, perde soprattutto la più strutturata (-4,6% con 6 e oltre addetti per le artigiane e -6,7% con 6-9 addetti tra le micro non artigiane) mentre tra le tipologie di rapporto di lavoro risultano particolarmente colpiti i dipendenti (-5,1% gli artigiani e -4,5% i non artigiani) e tra questi, quelli impiegati a tempo pieno (-6,6% artigiani, -5,0% non artigiani). Investimenti La complessa situazione congiunturale fa si che nel 2009, risulti molto bassa la quota di imprese con investimenti in aumento rispetto all’anno precedente: 10,4% nell’artigianato e 11,8% tra le micro imprese non artigiane.
Tuttavia la porzione di imprese che aumentano gli investimenti resta superiore a quella di coloro che hanno visto aumentare il fatturato: 7% per le artigiane e 9,5% per le micro non artigiane. Il settore dove si registra la quota più elevata di imprese con un aumento della spesa per investimenti è, in entrambe le categorie, quello dei servizi (13,0% per gli artigiani e 12,3% per le non artigiane). Per il manifatturiero le imprese artigiane hanno mostrato una migliore propensione ad aumentare la spesa per investimenti (11,2% contro il 9,3% delle non artigiane).
Piuttosto contenuta la quota di imprese con investimenti in aumento nell’edilizia tanto nell’artigianato (8,1%) che nelle micro imprese non artigiane (9,5%). Previsioni per il primo semestre 2010 Le previsioni imprenditoriali relative al primo semestre 2010, rispetto al secondo semestre del 2009, segnalano come le maggiori criticità riguardino l’andamento occupazionale. Le previsioni sull’occupazione evidenziano infatti un saldo tra la quota di imprenditori che intendono aumentare la propria forza lavoro e quelli che invece sono costretti a ridurla, che risulta negativa nell’artigianato (-4 punti percentuali) e sostanzialmente stabile tra le micro imprese non artigiane.
Il saldo percentuale tra coloro che prevedono un aumento e coloro che prevedono una diminuzione del proprio fatturato, relativamente al I semestre 2010, risulta invece molto negativo (-12 punti percentuali) per l’artigianato mentre per le micro imprese non artigiane tale valore risulta positivo. Purtroppo la sfiducia tocca anche gli investimenti delle imprese artigiane (un saldo negativo di 3 punti percentuali) mentre per il sistema della micro impresa il medesimo risulta positivo per 2 punti. Dinamica delle imprese artigiane Nel 2009 i dati Infocamere-Stockview segnalano, per la prima volta, una diminuzione nel numero di imprese del sistema imprenditoriale artigiano della Toscana (-0,5%, pari a -584 unità).
Tale variazione deriva soprattutto da una caduta del tasso di natalità (passato dal 10,1% all’8,7%) ma anche da una leggera ripresa di quello di mortalità (passato dal 9,0% al 9,2%). A livello settoriale, il 2009, non conferma solo la crisi che sta attraversando il manifatturiero (-1,2% la variazione delle imprese, pari a -429 unità) ma soprattutto la fine della fase di crescita del sistema edile (-0,4%, -186 imprese). Nel manifatturiero il sistema moda arretra di sole 9 unità grazie alla decisa crescita delle imprese dell’settore dell’abbigliamento (+8,6%, +306 unità).
Una crescita, tuttavia, circoscritta alla sola provincia di Prato e determinata da imprenditori individuali di etnia cinese. Nel resto del manifatturiero flettono la metalmeccanica (-1,6%, -158 imprese), il legno-mobili (-2,7%, -153) e l’orafo-argentiero (-4,3%, -69) mentre continua la crescita dell’alimentare (+1,5%, +67). Tra i servizi spiccano ancora le flessioni dei trasporti (-3,9%, -279 unità) e, in parte, nelle riparazioni (-0,9%, -53). Crescono invece con decisione le imprese di servizi alle imprese (+3,7%, +151 unità). Credito alle imprese artigiane L’evoluzione trimestrale dei prestiti concessi alle imprese artigiane della Toscana (secondo i dati della Banca d’Italia) segnala un continuo peggioramento fino a registrare, alla fine del terzo trimestre 2009, una variazione negativa (-0,6%).
Tra i diversi comparti si evidenzia soprattutto la situazione critica del manifatturiero (-1,9%) e dei servizi (-1,8%) mentre le costruzioni, pur rallentando, rimangono ancora in terreno positivo (+1,9%). I dati di Artigiancredito toscano segnalano come la crescita dei finanziamenti garantiti (+5,2%) sia frutto di una decisa diminuzione dei finanziamenti atti a garantire l’operatività a breve (-6,4%) e della la crescita del medio-lungo termine (+12,8%). Quest’ultima componente, più che evidenziare un positivo processo di allungamento della posizione debitoria, segnala però due ulteriori fattori di criticità quali la riduzione dei finanziamenti concessi per effettuare investimenti (-11,8%) e la forte crescita dei finanziamenti rilasciati per la ristrutturazione finanziaria (+47,2%). “Il 2009 è stato un anno terribile per l’artigianato toscano e la piccola impresa: il rapporto congiunturale dell’Osservatorio Regionale Toscano conferma l’impatto della crisi e pesa sull’umore degli imprenditori che ancora non vedono segnali di uscita dal tunnel.
Non ci resta che sperare nel 2011, ma solo se le micro e piccole imprese saranno messe al centro delle politiche di sostegno dello sviluppo economico della prossima legislatura regionale”. Queste le parole del Presidente Cna Toscana Valter Tamburini che questa mattina, nella sede di Unioncamere, alla conferenza stampa di presentazione del rapporto congiunturale sull’artigianato toscano, è intervenuto anche a nome di Confartigianato Toscana.