"In occasione della cerimonia per la '60° Giornata per le vittime degli incidenti sul lavoro', è doveroso rendere omaggio alla memoria dei caduti sul lavoro ed esprimere viva solidarietà a quanti hanno sacrificato la propria salute e la propria integrità fisica, manifestando al contempo sentimenti di vicinanza alle loro famiglie e comunità. L'incolumità e la salute dei lavoratori costituiscono valori primari per la società e la loro tutela è interesse non solo del singolo lavoratore, ma di tutta la collettività.
Nonostante i progressi che hanno contribuito a contenere il grave fenomeno, continuano purtroppo a registrarsi ogni giorno infortuni sul lavoro, troppo spesso mortali, anche a causa di inammissibili superficialità e gravi negligenze nel garantire la sicurezza dei lavoratori". Questo il messaggio che il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato al presidente dell'Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi sul Lavoro, Franco Bettoni, in occasione della "60° Giornata per le vittime degli incidenti sul lavoro". E anche Firenze e le sue istituzioni hanno celebrato questa giornata con una cerimonia in ricordo delle morti bianche. 1050 infortuni mortali in Italia, 67 in Toscana, 18 nella provincia di Firenze.
Negli ultimi cinque anni in Italia si sono verificati oltre cinque milioni di infortuni sul lavoro che hanno provocato quasi 200 mila invalidità permanenti e oltre 7 mila morti. I dati dell'Associazione fra mutilati e invalidi del lavoro, riferiti al 2009, sono stati presentati dal presidente dell'Anmil Romano Montini stamani nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, a Firenze, per la '60° Giornata in memoria delle vittime del lavoro', durante la quale sono stati attribuiti dall'Inail sei riconoscimenti ad altrettante vittime.
Dall'ispettorato provinciale del Lavoro il rilievo che nel 2009 su 270 cantieri controllati ben l'80 per cento è risultato irregolare. Si è evidenziata soprattutto mancanza di formazione piuttosto che carenze strutturali. "La giornata che celebriamo - ha osservato Montini - non è un rito ma un'occasione di incontro con il mondo che ruota attorno al lavoro ed ai suoi rischi; l'occasione per un bilancio su quanto facciamo e di riflessione rispetto alle azioni che indentiamo promuovere, come il riconoscimento del diritto degli infortunati a cure privilegiate con approntamento di adeguate strutture sanitarie da parte dell'Inail e di garanzia assicurativa per le cure".
"Non possiamo accettare - continua il presidente Anmil - che l'infortunio sia al centro di attenzione mediatica quando si muore, per essere poi declassato ad uno dei requisiti per interventi soiali; e nemmeno in prima fila, come per la riserva delle assunzioni obbligatorie". L'infortunio è un'esperienza che tocca ogni anno quasi 800 mila persone, "un'esperienza dolorosa fatta di cure, di rieducazione, di disagio familiare ed economico, nonostante l'impegno dell'Inail per snellire, semplificare, venire incontro al lavoratore".
Quando questo accade, "è il momento in cui gli infortunati entrano spesso in una zona d'ombra, di servizi un po' Asl e un po' Inail, quasi mai collegati, dal quale riemergono come invalidi, con menomazioni che sono stabilizzate ma non per questo cessano di richiedere assistenza". Dunque per l'Anmil è decisivo confermare il valorer risarcitorio della rendita, eliminando il divieto di cumulo con la pensione di inabilità, "una ferita ancora aperta per la categoria, al di là del suo valore economico".
"Chiediamo poi che il grado minimo per la rendita sia riportato all'11 per cento - conclude Montini -. L'intervento non comporta maggiori spese negli anni a venire e cosentirebbe all'Inail di prendere in carico invalidi cosiddetti minori anche per la tutela assistenziale e le cure, per le quali il decreto 106 offre una sponda preziosa". Durante il confronto avvenuto in Palazzo Vecchio - alla presenza del prefetto Paolo Padoin ("questo tema ha tutta la mia attenzione e l'impegno della Prefettura"), con gli interventi di Questura e Comandi provinciali di Guardia di Finanza e Carabinieri, nonché di Antonio Quatraro dell'Unione italiana ciechi - l'assessore regionale al Diritto alla Salute Daniela Scaramuccia ha ricordato il dramma degli immigrati che "fanno troppo spesso i conti con la mancanza di tutele".
L'assessore provinciale al Lavoro Elisa Simoni, sottolineando l'azione della Provincia volta al rafforzamento degli elementi di deterrenza, prevenzione, formazione e informazione, ha fatto presente come in un semestre la Provincia sia riuscita a offrire cinquemia ore di formazione per 3300 dipendenti di circa 250 aziende (soprattuttto nel settore delle costruzioni), con un investimento di un miliione di euro. "La formazione viene fatta, ma dobbiamo domandarci perché ancora non funziona - ha osservato Simoni -.
Siamo in presenza di nuovi poveri e nuovi schiavi. Di fatto si constata la fallibilità di un sistema economico che non porta progresso". Tuttavia passi avanti sono stati fatti. Anna Maria Pollichieni, direttore dell'Inail di Firenze, rileva che gli infortuni mortali sono calati. Positivo, inteso in corretti termini, anche il dato regionale per gli immigrati: dai 143 mila infortuni nel 2008 ai 119 mila del 2009. Sono aumentate invece le denunce per problemi di salute (34.600, soprattutto dall'agricoltura).
Salvatore Scino, vice presidente del Consiglio comunale di Firenze, ha ricordato gli alpini "vittime sul lavoro, in una missione di pace". Su richiesta del presidente dell'Anmil Romano Montini è stato osservato un minuto di silenzio in loro ricordo. Riconoscimenti sono stati attribuiti dall'Inail agli invalidi Vasco Baldi, Daniele Bartoloni, Giuseppe Bianchini, Luciano Di Leo, Benedetto Tranchina e Piero Burgassi. Sono stati infine premiati i vincitori del concorso 'Foulard per la pace', ideato nell'Isis Checchi di Fucecchio e presentato dalla professoressa Grazia Focardi. Nella foto un incidente sul lavoro a Massa Carrara.