El Principe, Diego Milito

All'indomani del ritorno al gol del fuoriclasse neroazzurro è in uscita in tutte le librerie “El Principe, Diego Milito, una vita in gol”.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 settembre 2010 17:20
El Principe, Diego Milito

All'indomani del ritorno al gol del fuoriclasse neroazzurro è in uscita in tutte le librerie “El Principe, Diego Milito, una vita in gol”. Un campione unico, in grado di determinare ogni singola vittoria dell'armata neroazzura, nell'anno della fantastica Triplete. Un ragazzo semplice e affabile, mai sopra le righe, amante del lavoro, umile al punto di accettare senza polemiche, quella panchina nel Mondiale sudafricano, impostagli dall'ex Pipe de Oro, che sa tanto di smacco proprio nell'anno più felice della sua carriera, quello che a trent'anni finalmente, lo candida da protagonista al Pallone d'oro.

Nel libro, la storia di un calciatore a cavallo tra due continenti. Argentino di nascita, italiano di discendenza. Una vita che come molte altre, diviene paradigma del contro esodo, a distanza di tre generazioni, dall'Argentina verso la casa di un tempo. Verso l'Italia. I nonni erano di Terranova di Sibari, in provincia di Cosenza, e sono partiti per cercare fortuna in Sud America. Lui, al contrario, la sua fortuna la trova nel Bel Paese. Arrivato con un carico di speranze, Diego è lontano dal prototipo del giocatore divo.

Eppure grazie ai suoi gol si trova spesso sulle prime pagine dei giornali. In Italia e all'estero. Già perché Diego è prima di tutto un artista del gol, un vero principe dell'area di rigore, il suo stile e la sua espressione eternamente malinconica, costanti inimitabili che ne compongono il mito. Approda all'Inter dopo aver giocato a Bernal (provincia di Buenos Aires), Italia e Spagna. La sua vita e la sua carriera sono un vero e proprio viaggio, fatto di grandi delusioni e grandi imprese, cadute e risalite.

Dalle partite con il fratello Gabriel, difensore del Barcellona, il Viejo Bueno e gli esordi, fino alla conquista del titolo con il Racing, dopo 35 anni di astinenza, il trasferimento al Genoa, dopo la felice intuizione di Enrico Preziosi. I gol in serie B e la promozione in A revocata per una storia di tangenti. L'esperienza spagnola, condita da successi e delusioni col Saragozza, fino al ritorno a Genova, città amata e voluta a tutti i costi, nonostante un ingaggio inferiore a quello che gli avrebbero proposto altrove: "Questione di cuore".

Ed è proprio dal Genoa, che grazie alla conquista del titolo di capocannoniere Diego, assurge all'Olimpo del calcio mondiale. Fino all'apogeo, con la grande avventura nell'Inter di Mourinho. La vittoria della Coppa Italia, grazie ad un suo gol in finale allo Stadio Olimpico, contro la Roma. Poi lo scudetto, con il gol determinante al Siena. La stupenda rincorsa alla Champions League, l'antico dualismo con il fratello Gabriel, nella semifinale col Barcellona, l'indimenticabile doppietta che stende i Campioni di Germania del Bayern, in finale.

Oggi, la nuova scommessa da vincere con l'Inter targata Rafa Benitez, forse la più difficile: ripetersi ai massimi livelli per restare il più a lungo possibile nel Mito. L'autrice Nathanya Di Porto (1973) giornalista professionista dal 2000, ha collaborato per dieci anni con Radio Capital e per sette con "Il Tempo", ma ha avuto esperienze anche con "La Gazzetta dello Sport", "L'Unità", "La Stampa" oltre che con alcune televisioni e radio private. Attualmente collabora con la Press Associated, agenzia di stampa inglese.

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