C'è un episodio che spiega magistralmente il rapporto fra politica e calcio in Italia. Roma, stadio Olimpico, 17 novembre del 1978, Italia vs Inghilterra, match di qualificazione ad Argentina 1978. Radiocronaca in diretta alle ore 14:30. Telecronaca in differita alle 18:15 sulla Rete 1. Perché? Semplice, per “non turbare il lavoro degli italiani” ed evitare così l'ampliarsi del fenomeno dell'astensionismo. In tribuna all'Olimpico di Roma ci sono 11 membri del governo in carica e 298 parlamentari di vari colori che si godono la diretta della partita. Oggi, però, discutendo sul rapporto fra politica e pallone, le due principali passioni degli italiani, si finisce quasi sempre col parlare di Berlusconi (primo ministro e leader di una coalizione che nell'aprile del 2008 prese 17 milioni di voti e spiccioli alla Camera, 15 milioni e passa al Senato) e del suo Milan (quasi 6 milioni di supporter sparsi per il Belpaese). Lo fanno anche i giornalisti di Sky e dell'Unità Massimo Solani e Francesco Luti nel libro “Non solo coppe” (Limina edizioni, 23 euro) presentato quest'oggi a Roma alla sede della Stampa Estera in Italia (scherzo del caso: a due passi dalla sede nazionale del Pdl).
Un'opera che ripercorre gli ultimi 24 anni di storia della squadra rossonera, dalla fine della reggenza Giussy Farina alla vicenda della vendita Kakà, passando per il trio delle meraviglie olandese al black-out della notte di Marsiglia, dall'arrivo di Lentini dal Torino al terremoto di Calciopoli nell'estate del 2006. Il tutto, ovviamente, senza mai dimenticare il Berlusconi politico. “Non è un libro antiberlusconiano - spiega Massimo Solani, uno dei due autori -. Volevamo fare un libro su una delle squadre fra le più vincenti al mondo, il Milan, ma è Berlusconi che c'ha messo dentro la politica”.
“Il Milan - precisa infatti l'altro autore, Francesco Luti - è stato un volano formidabile per l'espansione del Berlusconi imprenditore. Dal 1994 possiamo fare un discorso analogo sul fronte della politica con il Milan che diventa un veicolo di propaganda”. E Stefano Boldrini, giornalista de La Gazzetta dello Sport, anche lui alla presentazione, ha infatti ricordato come alcuni degli atleti rossoneri al tempo della famosa 'discesa in campo' si facessero notare con i distintivi di Forza Italia sulla tuta. “Raramente sono stato così orgoglioso di aver editato un libro - ha commentato il nuovo arrivo, il 350° in casa Limina, l'editore - che colma un vero e proprio vuoto informativo in Italia.
Un libro necessario”. Anche un grande ex del calcio italiano, Gianni Rivera, campione europeo nel '68 e vice-campione mondiale nel '70, ha partecipato al 'battesimo' del volume ricordando i mesi che portarono all'avvento di Berlusconi in via Turati, segnalando le anomalie che gli hanno permesso di scendere in politica e diventare premier e finendo col tirare l'orecchio anche alla classe politica del centrosinistra... “perché la responsabilità di Berlusconi al governo è del centrosinis