La lotta contro l’infarto si combatte sulle ventiquattro ore. Dal primo settembre il servizio di intervento rapido verso le persone con sindromi coronariche acute o che necessitino di indagini coronografiche in emergenza è esteso anche all’orario notturno e festivo rendendo di fatto il reparto di Emodinamica sempre operativo. “Si tratta di un traguardo importante e per niente scontato – dice Monica Calamai, direttore generale dell’Azienda USL 6 di Livorno – visto che fino allo scorso anno il servizio era attivo 3 volte alla settimana per 6 ore al giorno.
In dodici mesi siamo riusciti a riunire i reparti di Emodinamica e Cardiologia, ad attivare una nuova sala con apparecchiature di ultima generazione e, adesso a estenderne l’operatività alle 24 ore e per 365 giorni all’anno. Sono risultati importanti in un settore dove aspettare pochi minuti può fare la differenza tra la vita e la morte”. Se la crescita degli interventi è stata costante negli ultimi anni passando dalle 508 coronarografie (e 200 angioplastiche) del 2007, alle 606 (e 280) del 2008, fino al 745 (e 353) del 2009 la nuova operatività no-stop avrà immediati riscontri anche nei numeri dei pazienti trattati triplicando i risultati.
“Continuando con questo ritmo – spiega Enrico Magagnini, Direttore della Unità Operativa Emodinamica – abbiamo calcolato di poter arrivare a circa 1.000 coronarografie e quasi 500 angioplastiche nel 2010. E grazie all’attivazione del servizio sulle 24 ipotizziamo di arrivare vicini alle 2000 procedure ovvero circa tre volte la cifra che veniva raggiunta tre anni fa”. Per il raggiungimento di questi risultati fondamentale è stato lo sforzo fatto dal personale infermieristico.
“È stata necessaria – dice Maria Laura Fogli, coordinatore infermieristico dell’Uo Emodinamica – una formazione specifica di circa 6 mesi rivolta a 6 infermieri che si aggiungeranno al personale a disposizione. Si è trattato di un percorso intenso reso possibile dalla grande motivazione dei soggetti coinvolti”. Ulteriori ringraziamenti sono poi stati rivolti a Comune e sindacati. “Senza lo stimolo del Comune e l’atteggiamento costruttivo del sindacato – conclude Calamai – non sarebbe stato possibile arrivare a questo risultato in così poco tempo.
Questo dimostra la validità del sistema sanitario locale e restituisce l’immagine di un ospedale che investe in strumentazioni e risorse umane che nel futuro rimarranno, in qualunque caso, a disposizione dei cittadini”.