Forse il pericolo è scampato, ma sono stati momenti di preoccupazione all’Ospedale di Prato quando ieri pomeriggio, alle ore 14:50 circa, una volante della Questura ha appreso del ricovero di una infante cinese in precarie condizioni di salute, verosimilmente a causa di un’errata somministrazione di farmaci. Sul posto gli operatori della polizia di Stato hanno individuato la ventottenne madre cinese della bambina, questa di soli sei mesi d’età, apprendendo che la donna si era già recata nella serata della precedente giornata presso la struttura Ospedaliera di Prato, per alcuni puntini rossi presenti sulla cute dalla figlia.
Nell’occasione la ventottenne, che sembra essere irregolare sul territorio nazionale e che non parla la lingua italiana, si era avvalsa della traduzione di una sua connazionale, della quale disponeva solo del numero di telefono, che si era prestata a farle da interprete per la somma di venti euro. I sanitari prescrivevano di somministrare alla bambina una dose di tre gocce di un antistaminico di nome “Tinset”, che erroneamente l’improvvisata interprete successivamente traduceva alla madre nella dose di tre cucchiaini.
Nella mattinata di ieri la madre della bambina, dopo aver somministrato in maniera errata il farmaco, notando che la bambina non stava bene, l’ha riportata al Pronto Soccorso, dove la piccola è giunta alle ore 11:57 per una crisi epilettica. Immediatamente ricoverata presso il Reparto di Pediatria, i sanitari del Pronto Soccorso si sono riservati di sciogliere la prognosi. Sono in corso ulteriori accertamenti finalizzati a rintracciare l’improvvisata interprete cinese della sera precedente, della quale al momento non si conoscono le generalità, mentre ultime notizie raccolte segnalano che le condizioni di salute della bambina sono in miglioramento, con parametri vitali stabili, continuando comunque la terapia e la sua degenza al Reparto di Pediatria dell’Ospedale di Prato.