Firenze 21.07.2010.- Legge bavaglio, indietro tutta. E' stato presentato l'emendamento al decreto sulle intercettazioni. E il risultato dell'accordo tra le due fazioni del PdL. Nella crisi interna al Pdl e del caos nel governo gongola Fini: "La libertà di stampa non è mai sufficiente". Subito Berlusconi replica, quasi fosse all'oscuro delle trame in atto a Montecitorio: «Con le modifiche di oggi, si avrà una legge che lascerà la situazione pressoché come è adesso. La legge rischia di rimanere com'era».
C'è poi Luca Palamara, presidente dell'associazione nazionale Magistrati (ANM), che non si accontenta della pezza messa sul progetto di legge. Quella vinta ieri dagli oppositori di questa legge, sintetizza Repubblica, è una battaglia di libertà ma non per la legalità. Se la legge bavaglio fosse già stata in vigore, infatti, non avremmo mai saputo nulla sull'inchiesta della nuova loggia chiamata P3. All'appello contro la legge bavaglio sulle intercettazioni avevano aderito oltre 300.000 persone, gruppi, sindacati e associazioni.
E ''La giornata del silenzio dell'informazione è stata fragorosa'' ha sottolineato la Federazione nazionale della stampa. Con una mozione presentata dai capigruppo del Pd Stefano Prosperi e di Sinistra ecologia e libertà Riccardo Lazzerini e approvata dal Consiglio provinciale, si invita il Presidente della Provincia Andrea Barducci a trasmettere al Governo "la forte preoccupazione espressa dal Consiglio Provinciale di Firenze per tutte le conseguenze precedentemente rappresentate che il disegno di legge potrebbe determinare nel nostro paese nell’eventualità di una sua definitiva approvazione".
La Provincia dovrà promuovere e aderire a tutte quelle iniziative che "mirino a mettere in evidenza l’importanza per lo sviluppo della democrazia del mantenimento di una piena libertà di stampa riguardante tutti i mezzi di informazione: stampa quotidiana, periodici, televisioni, radio, internet", come anche di strumenti di indagine idonei a prevenire e perseguire reati particolarmente gravi quali quelli di mafia, quelli verso la pubblica amministrazione e quelli di natura sessuale ed in generale tali da garantire le necessarie condizioni di sicurezza per tutti i cittadini.
"Le intercettazioni - si spiega - rappresentano un mezzo che agevola le indagini, sono economicamente vantaggiose per formare la prova di molti reati, perché il costo è decisamente esiguo e irrisorio se paragonato ad altri mezzi e conferiscono un elevato grado di garanzia per l'indagato, in quanto è la voce di vi è sottoposto a costituire elemento di prova". Molte indagini non avrebbero avuto impulso decisivo senza la possibilità dell'utilizzo delle intercettazioni. Nel testo si richiama anche la testimonianza del Procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, offerta al Consiglio provinciale il 28 giugno scorso, "esemplare per poter comprendere l'importanza dello strumento delle intercettazioni, la garanzia del diritto all'informazione e l'esigenza di disciplinare non certo la limitazione dell'utilizzo bensì la divulgazione illecita e la pubblicazione non autorizzata del contenuto delle intercettazioni".
L'interpretazione tra la garanzia della privacy e il disegno di legge in discussione, ha spiegato Prosperi, "è stata strumentalizzata. In ogni caso suona come falsa la motivazione dei costi alti delle intercettazioni, che sono in realtà inferiori e di molto a quanto costa ad esempio l'uso di tre pattuglie. Falsa anche l'idea che le il numero di intercettazioni sia corrispondente a uno stesso numero di cittadini. I mafiosi, come anche i corrotti, cambiano scheda continuamente. Centinaia e centinaia di utenze sono riconducibili infine ad una sola persona".
La convergenza di tante mozioni e prese di posizione in tutto il Paese, "compresa la nostra", hanno determinato "un cambiamento sostanziale nel decreto in discussione: ma bisogna andare avanti perché almeno il buon senso possa prevalere su logiche che con l'interesse comune sembrano avere poco a che fare". Per Riccardo Lazzerini altro è l'uso delle intercettazioni altro è il loro abuso, con l'acquisizione illecita e la pubblicazione non autorizzata del contenuto delle intercettazioni, "fatto che troppo spesso si manifesta e rappresenta una vera e propria fuga di notizie che danneggia il corso delle indagini, le persone che sono sottoposte ad intercettazioni, terze persone estranee".
Dunque è giusto trovare strade che garantiscano il diritto alla riservatezza, peraltro "riconosciuto e adeguatamente tutelato dalla normativa del nostro Paese". Andrea Cantini, capogruppo dell'Italia dei valori, accoglie con soddisfazione "l'emendamento che ha modificato il disegno di legge garantendo una maggiore tutela alla libertà di stampa, ma è ancora poco. Siamo ancora contrari a un disegno che è di preclusione a chi vuole indagare in ordine a veri e propri delitti politici". Il Pdl, osserva il capogruppo Samuele Baldini, ha votato contro la mozione dei Gruppi di maggioranza sul disegno del Governo: "Al di là del marcato tentativo di strumentalizzare anche questo provvedimento del Governo, il testo ha come ratio la volontà e il tentativo di conciliare due esigenze sacrosante e fondamentali: da una parte il diritto dell’opinione pubblica all’informazione, a essere informati e contestualmente la possibilità delle Forze dell’Ordine, dei Magistrati, dei Giornalisti di svolgere il loro lavoro, ma dall’altra anche quel sacrosanto diritto del cittadino di vedere rispettato il proprio diritto alla privacy, scongiurando, cosa che invece sta accadendo in questi giorni, uno sciacallaggio e 'sputtanamento' mediatico senza precedenti.
Ma il PD 'nostrano' ha commesso una grossa gaffe e direi un autogol. Nel primo testo infatti era contenuto, nella narrativa, un passaggio secondo cui grazie alle intercettazioni 'si sono potute svolgere le indagini su Castello'. Peccato che poi nel testo finale votato a maggioranza dall’aula questo passaggio è stato stralciato….insomma come si direbbe a Firenze 'Il Partito Democratico predica bene….ma razzola male'". Andrea Calò (Rifondazione comunista) ha apprezzato il dispositivo della mozione perché "chiede una presa di posizione chiara e ferma di tutte le forze democratiche che credono nella Costituzione, nell’uguaglianza dei cittadini e soprattutto nel ritenere che non si può comunque abbattere i principi della obbligatorietà penale per chicchessia.
Certamente non siamo persone che amano la gogna mediatica, ma noi paghiamo il prezzo di una situazione in cui la tutela della privacy è il pretesto per abbattere il controllo sul connubio tra economia legale e mafia. " Marco Cordone, capogruppo della Lega nord, trova "giusto che vi sia un ulteriore confronto costruttivo tra le forze politiche per arrivare in breve tempo all'approvazione del disegno di legge sulle intercettazioni, ma è altresì giusto lo slittamento per esaminare ed approfondire gli emendamenti, per così arrivare ad una legge che sia largamente condivisa e che pur rispettando la privacy, non impedisca il regolare svolgimento delle indagini".
Su questa importante normativa "deve prevalere il buon senso da parte di tutte le forze politiche interessate e questo lo si può avere soltanto attraverso una discussione costruttiva e approfondita, evitando posizioni preconcette". Pur non disconoscendo l'importanza, per la garanzia di tutti i cittadini ad essere informati e quindi per salvaguardia di un diritto costituzionale gravemente minacciato nel testo licenziato a suo tempo dal Consiglio dei Ministri, dell'emendamento Buongiorno, il Silp/Cgil, manifesta viva preoccupazione per il rimanente ed inalterato pregiudizio che il DDL ancora evidenzia sulle intercettazioni, sul ridimensionamento che tale strumento avrebbe sul sistema investigativo di magistrati e forze dell’ordine nel paese: "Un pregiudizio che ricadrebbe totalmente sulle spalle dei cittadini e della tanto decantata tutela della sicurezza -commenta il Segretario generale, Marco Noero- Un pregiudizio che anche nella nostra regione avrebbe, ovviamente, effetti pesanti.
La Toscana, ad esempio, pur non essendo terra di Mafia è da diversi anni terra di conquista e di fiorenti affari sotto l’anonimato di prestanome ai quali è possibile arrivare solo con le intercettazioni. Altro esempio e l'indagine in corso della Procura di Firenze sulle cosiddette cricche che sta aprendo scenari investigativi inquietanti, scenari che mai sarebbe stato possibile avvicinare sena le intercettazioni. Altri reati gravi che comunque sono comuni nel nostro territorio avrebbero ben complicata soluzione se il DDL, ancorché emendato venisse approvato senza ulteriori modifiche.
Non vorremmo infatti non poter leggere intercettazioni rilevanti perché resta impossibile poter produrre registrazioni di rilevanza". La mostra itinerante, “Esprimo! Più arte che bella” è approdata a Radicondoli. La collezione realizzata in occasione della Festa della Toscana dall’Associazione Didee resterà aperta fino al 3 agosto presso la sala mostre del Palazzo Bizzarrini. La mostra raccoglie trenta opere tra pittura, scultura, grafica e fotografia, "provocatoriamente intelligenti" ed ispirate dalla considerazione che, il luogo principe della libertà di espressione è il mondo dell'Arte e che le libertà di stampa e di opinione sono dei principi cardine di qualsiasi democrazia moderna.
La mostra è a ingresso gratuito e aperta tutti i giorni tranne il martedì dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 15 alle ore 18. Per informazioni è possibile telefonare al numero 0577 790800.