di Walter Fortini Firenze- Le tasse vanno pagate (tutte e tutti). Quasi una necessità in tempi di tagli. Sicuramente un'esigenza più forte alla vigilia del federalismo fiscale, oltre che una questione di equità. La Regione preme l'acceleratore, affina le strategie e si prepara a mettere in campo nuovi strumenti per lanciare una nuova sfida sul fronte della lotta all'evasione fiscale e contributiva, chiedendo la collaborazione di tutte le istituzioni. «In questi anni la Toscana non è stata ferma: molto è stato fatto – racconta l'on.
Riccardo Nencini, assessore alle finanze e al bilancio della Regione Toscana -. L'obiettivo è mettere a punto ora un sistema più efficiente: fare squadra tutti assieme, perché un euro recuperato porterà vantaggi a tutti. E per questo serve un patto». Un patto territoriale anti evasio ne, un'intesa in cui coinvolgere un po' tutte le istituzioni: dall'Anci Toscana, l'associazione dei Comuni, all'Upi Toscana, l'unione della Province, dalla direzione regionale dell'Agenzia delle Entrate ad Equitalia Cerit e Gerit, agenti delle riscossioni, dalla direzione regionale dell'Inps, l'ente di previdenza, al comando regionale della Guardia di Finanza alla direzione regionale dell'Aci.
Un patto da testare su alcune aree pilota: a Firenze, Pisa e Livorno ad esempio oppure a Prato, che a detta della Guardia di Finanza e per la presenza anche di imprese cinesi è un'area dove alta è l'illegalità economica. «C'è una riforma costituzionale ancora inattuata che affida alla Regione un ruolo di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario – sottolinea l'assessore Nencini -. Un vero federalismo fiscale, operativo, si costruisce dal basso, dai territori. E su questo campo vogliamo giocare la nostra partita».
«Quanto alle tasse, che le paghino tutte è un dovere scritto nella Costituzione - aggiunge l'assessore - Se tutti lo facessero le aliquote potrebbero anche scendere o potrebbero crescere le risorse e i servizi per i cittadini, a cominciare da quelli che meno possono e sono più deboli». Un patto, un software e un premio sull'Iva Il patto anti evasione sarà il primo pilastro di un sistema e di una strategia complessiva. Il secondo sarà una banca dati on line, gestita attraverso un sistema informativo avanzato – Elisa - che la Regione sta mettendo a punto assieme ad alcuni Comuni e che permetterà, una volta adottato da tutte le amministrazioni comunali, di gestire in maniera integrata i tributi locali (e in particolare la nuova imposta unica immobiliare) ma anche di partecipare in modo più facile e con migliori risultati all'attività di accertamento sui tributi statali e regionali e dunq ue alla lotta contro l'evasione e l'elusione fiscale.
Il sistema integra infatti le banche dati comunali, regionali e statali consentendo così di effettuare gli incroci che sono indispensabili per scovare gli evasori. «Ma il patto anti evasione potrebbe spingersi anche oltre – prosegue Nencini – e all'attività di back office potrebbe affiancarsi la nascita di una vera task force in grado di intervenire con ispezioni sul posto laddove si rilevino situazioni anomale, nel rispetto delle competenze di ciascun ente ed istituzioni naturalmente. Dovrebbe essere un organismo alla “Eta-Beta”: un corpo agile e snello in grado di intervenire con prontezza e celerità e una grande testa densa di intelligenza e funzioni».
Il terzo possibile sviluppo potrebbe essere un contributo toscano ai decreti attuativi sul federalismo fiscale che dovranno essere scritti dal governo: prevedendo magari un premio per Regione e enti locali sull'Iva recuperata. L'intesa con i Comuni, con la Guardia di Finanza e con l'Inps La Regione sta per siglare un protocollo d'intesa con la Guardia di Finanza. Con l'Agenzia delle Entrate un'intesa l'ha già firmata. Con l'Anci Toscana, l'associazione dei Comuni, è stato invece sottoscritto il 24 maggio un protocollo che regola l'attività di accertamenti dei tributi regionali: l'hanno già firmato una dozzina di Comuni – Arezzo, Buggiano, Capolona, Castelnuovo Val di Cecina, Dicomano, Incisa Val d'Arno, Larciano, Montale, Pistoia, Roccalbegna, Scandicci e Sesto Fiorentino - e per chi aiuterà a scoprire un evasore l'accordo prevede che metà delle tasse recuperate resti al Comune: in qualche caso addirittura il 60 per cento.
Per i tributi nazionali la compartecipazione è solo il 33 per cento. «Un ulteriore passo – annuncia l'assessore Nencini – sarà estendere anche all'In ps il sistema di accordi già in vigore, per favorire la collaborazione con i Comuni per il contrasto all'evasione contributiva». Stimare l'evasione fiscale e il sommerso di un paese non è facile. Si tratta infatti di determinare qualcosa che sfugge per definizione al controllo. Le cifre degli addetti ai lavori oscillano tra i 270 e i 370 miliardi di imponibile sottratto al fisco ogni anno, per almeno 100 miliardi di imposte evase pari al 15 per cento del Pil nazionale.
Conviene forse allora partire dai numeri che riguardano gli accertamenti, per lo più dell'Agenzia delle Entrate, e gl i incassi che ne conseguono: in crescita anch'essi. Si evadono le tasse, si evadono le imposte, si evadono molte volte anche i contributi previdenziali e di assistenza: con un doppio danno, per l'erario e per il lavoratori. Nei soli primi cinque mesi del 2010 l'Inps ha recuperato, in tutta Italia, 2,2 miliardi (il 20% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente) e scoperti 30 mila lavoratori in nero.
L'Agenzia delle entrate, solo in Toscana, ha invece riscosso nel 2009 a seguito di controlli 730 milioni di maggiore Irpef dovuta: quasi il 30% in più rispetto ai 563 milioni del 2008. Oltre la metà proviene da attività di accertamento e controllo formale, quel che rimane da controlli sulle dichiarazioni. Per quanto riguarda invece Iva e Irap la maggiore imposta accertata è stata di 1 miliardo e 552 milioni (il 38 per cento in più rispetto all'anno precedente), a fronte di 49.109 accertamenti: nel 2008 erano stati 38.857.
Negli ultimi anni, ogni anno, la Regione Toscana ha invece recuperato mediamente 80 milioni di tributi non pagati: bollo auto e Irap in testa: 40 milioni con avvisi bonari, altrettanti con la riscossione coattiva attraverso Equitalia. La Toscana, insieme a Lombardia e Veneto, è tra le poche Regioni d'Italia che incassa direttamente l'imposta sulle attività produttive (Irap) in virtù di un convenzione con l'Agenzia delle Entrate. L'anno scorso sono stati 26 i milioni entrati nelle casse regionali a seguito di accertamenti fiscali.
La maggiore imposta sull'Irap accertata è stata invece, complessivamente, di 76 milioni. Nel primo semestre del 2010 sono già stati incassati altri 14,5 milioni:i il 60% in più rispetto agli stessi mesi del 2009. La maggiore addizionale regionale Irpef accertata – in Toscana da sempre al minimo, lo 0,9 per cento – si è è invece aggirat a nel 2009 attorno ai 10 milioni. Un approfondimento a parte merita il distretto tessile pratese e in particolare il distretto parellelo cinese del pronto moda, dove le ultime operazioni messe a punto dalla Guardia di Finanza hanno confermato quanto ampie sono le sacche del sommerso e dell'illegalità economica.
A Prato un'azienda manofatturiera su sei è cinese. In 3400 imprese lavorano in 40 mila: diecimila si stima che siano i clandestini, altri 20 mila gli irregolari. Solo 6.157 sono i dipendenti iscritti all'Inps ed appena 3 gli infortuni denunciati all'Inail nel 2009. Questi ed altri numeri sono raccontati nel libro “L'assedio cinese” della giornalista Silvia Pieraccini. Nelle aziende cinesi di Prato si producono un milione di capi al giorno e il giro d'affari è di più di 2 miliardi, almeno la metà in nero.
La vita media delle aziende è bassisima, per meglio sfuggire ai controlli: il 74% ha meno di 4 anni, il 42% meno di due. Un solo imprenditore è iscritto a Confindustria, 47 a Confartigianato e 30 a Cna.