“Un’indagine importante e utile, soprattutto per chi, come i Comuni, deve fare direttamente la programmazione del settore”. Così l’assessore provinciale a Sviluppo e Programmazione, Giacomo Billi, ha introdotto la ricerca compiuta dall’Osservatorio del commercio su area pubblica, realizzato da Anva - Confesercenti, Fiva - Confcommercio, Cisl – ambulanti e CNA attraverso l’Osservatorio Economico di Confesercenti con il contributo della Provincia di Firenze. I mercati In provincia di Firenze esistono infatti 176 mercati: 35 a cadenza giornaliera, 127 settimanali e 14 mensili.
Complessivamente nella sola provincia di Firenze è concentrato il 25% dell’intero sistema regionale su area pubblica. Il totale dei posteggi assegnati assomma a 5368. Sono 800 le occupazioni relativamente ai mercati giornalieri, 3787 per i mercati settimanali e 781 per quelli a cadenza mensile. La media dei posteggi per mercato è di 22,9 nel caso dei mercati giornalieri, di 29,8 per quelli settimanali e di 55,8 per quelli mensili. I mercati più strutturati come quantità di posteggi sono localizzati a Firenze: quello settimanale delle Cascine (314 posteggi) e quello giornaliero di San Lorenzo (275 posteggi).
Nel resto della provincia i mercati più dotati di posteggi risultano essere Sesto Fiorentino (158) e Scandicci (156). “Vorrei sottolineare il valore sociale dei mercati ambulanti – ha aggiunto l’assessore Billi - che è simile a quello dei negozi di vicinato. Il commercio su area pubblica rappresenta un presidio importante per il territorio, al di là dell’intrinseco valore economico e del fattore occupazionale. Una tradizione preziosa che serve anche per mantenere un modello di sviluppo capace di evitare la desertificazione delle città”. Presente all'anticipazione del Convegno che si terrà venerdì in Provincia alla presenza anche del vicesindaco Dario Nardella, anche Gianluca Naldoni Segretario di ANVA Confesercenti Firenze che ha espresso forte preoccupazione relativamente alla Direttiva europea recepita dal Governo centrale che non prevede il rinnovo automatico delle licenze, recepita a livello nazionale ma non ancora dalle Regioni cui compete il tema in specie. "Ad oggi la Legge regionale prevede ancora il rinnovo automatico - commenta Naldoni - quindi la certezza del posto nel quale operare, ma c'è il rischio che se in Conferenza delle Regioni si decidesse di attuare questa normativa che vorrebbe liberalizzare il settore ed aprire alla concorrenza, cadrebbe una certezza per gli operatori di poter investire nel settore stesso.
Consideriamo ad esempio una ditta individuale - spiega - che per operare debba acquistare il furgone, il tendaggio, la merce ecc e si ritrovi davanti uno spazio di azione di 5 forse 10 anni ma non di più, si avrebbe un precariato pericoloso in un settore nel quale non mancano coloro che si improvvisano operatori offrendo un servizio al di sotto degli standard qualitativi e che nulla ha a che vedere con il mercato rionale o di vicinato del quale si parla" Il rapporto Lo studio compiuto dall’Osservatorio ha avuto come oggetto l’analisi demografica delle imprese del settore, l’evoluzione delle vendite del commercio su area pubblica aggiornata al quarto trimestre 2009, analizzata attraverso il confronto tendenziale tra i fatturati prodotti dal campione di imprese nei primi quattro trimestri del 2009 con lo stesso periodo del precedente anno. Rispetto agli anni precedenti, nel 2009 il fatturato complessivo del comparto diminuisce in maniera molto significativa (-11,59% rispetto all’anno precedente).
E’ soprattutto il settore moda quello meno performante (-14,11%), mentre riducono leggermente le perdite sia i casalinghi (-9,76%) che gli altri beni non alimentari (-8,38%). Ugualmente negativa, ma di minore intensità, risulta la percentuale del settore alimentare (-8,25%). Rimangono stabili gli acquisti (+0,03%) ma aumenta il costo dei magazzini (+7,45%) ed i costi fissi (+5,77%), che vanno ad incidere pesantemente sul calo degli utili, che nel 2009 segnano un -9,17%. Lieve diminuzione per lo stock delle imprese (da 3011 a 2730, pari a -3,82%) mentre si ferma al 16% il tasso di turnover. I clienti Lo studio è poi andato a fotografare l’utenza che frequenta i mercati, sia per quanto riguarda la provincia, sia, più specificamente, i mercati rionali fiorentini.
Se in provincia due clienti su tre risultano essere donne (64,44%), così come i clienti residenti nel comune (63,33%), a Firenze la percentuale femminile sale al 74%, ed i clienti-residenti balzano all’87%. Divergenti anche le percentuali sulle professioni che più frequentano i mercati: in provincia sono in maggior parte impiegati (42,2%) e casalinghe (32,2%), mentre nel capoluogo quasi la metà è composta da pensionati (49%). Esattamente il doppio, infine, il dato fiorentino sul mezzo di trasporto: va a piedi, infatti, il 61% dei clienti, contro il 30% in provincia.