Nel 2015 gli scarichi fognari di 140.000 abitanti nei Comuni di Firenze e Scandicci (che attualmente finiscono in Arno) saranno completamente depurati. Partono i lavori per l’emissario in riva sinistra d’Arno, la più importante opera di depurazione d’Italia: 7,4 km di collettore fognario che convoglieranno gli scarichi di Firenze e Scandicci al depuratore di San Colombano. Il costo dell’opera supera i 70 milioni di euro. Con la firma del Protocollo d’intesa sottoscritto stamani in Palazzo Vecchio dagli assessori all’ambiente del Comune di Firenze Stefania Saccardi, di Scandicci Simona Bonafè, della Provincia di Firenze Renzo Crescioli, della Regione Toscana Annarita Bramerini, dal vicepresidente dell’Autorità di ATO 3-Medio Valdarno Armando Risaliti e dal presidente Publiacqua Erasmo D’Angelis, sarà avviato il cantiere, il primo a impatto zero per un’opera idrica.
“Questo protocollo d’intesa che oggi sottoscriviamo – ha sottolineato l’assessore Saccardi – è fondamentale perché di fatto dà l’avvio ai lavori per un’opera di grande rilevanza dal punto di vista ambientale e sociale per il territorio fiorentino e più in generale per la nostra regione. Un’opera attesa da tempo che va a risolvere un problema molto grande come quello della depurazione degli scarichi fognari, del quale si era occupata anche Comunità Europea, e che quindi ci restituirà un fiume Arno decisamente più pulito.
Mi preme sottolineare come i lavori, suddivisi in due lotti, inizieranno per così dire a ritroso ossia dal depuratore di San Colombano, in modo da iniziare a sanare la situazione anche senza attendere il completamento dell’opera. Voglio pubblicamente ringraziare, anche a nome dell’assessore alle società partecipate Angelo Falchetti, tutti i soggetti che oggi firmano questo protocollo”. L’opera prevede di intercettare lungo la riva sinistra d’Arno gli scarichi fognari presenti in un’area in cui vivono circa 140.000 abitanti.
Tutti i reflui saranno condotti all’impianto di depurazione di San Colombano che già oggi tratta le acque provenienti dagli emissari della riva destra e della gran parte dell’area metropolitana. Entro il 2015, Firenze e la sua area metropolitana saranno depurate al 100%, nel rispetto delle normative europee. Con la contemporanea realizzazione delle opere fognarie che permetteranno di collegare la rete di Bagno a Ripoli all’emissario fiorentino, già previste nel Piano degli interventi di Publiacqua, saranno depurati anche gli attuali reflui che scaricano in Arno di circa 20 mila abitanti.
L’emissario in riva sinistra sarà realizzato mediante la posa di un tubo di ghisa del diametro di 2 metri che correrà per 6,8 km lungo l’asse principale sull’argine dell’Arno. A questo si aggiungerà una conduttura di un 1 metro di diametro lunga 600 metri, che raccoglierà i reflui che scaricano attualmente nel Fosso degli Ortolani nella periferia fiorentina, superando così una delle principali criticità ambientali del Quartiere 4. Per rendere più veloce e funzionale la realizzazione del progetto, l’opera è stata suddivisa in 2 lotti, nei quali è previsto un lavoro in contemporanea per accelerarne la conclusione.
La posa del tubo inizierà dal primo lotto, a partire dall’impianto di San Colombano e procederà per una lunghezza complessiva di 4,5 km fino al sottoattraversamento del fiume Greve. I lavori del secondo lotto, dal fiume Greve all’allacciamento all’emissario meridionale (localizzato nella zona dell’Argingrosso di Firenze, a monte del viadotto dell’Indiano) per i restanti 2,3 km, si avvieranno in parallelo tutte le attività preparatorie di sondaggio e predisposizione dei terreni e la conclusione dell’iter delle autorizzazioni per il progetto di bonifica.
Il collettore sarà quindi posizionato risalendo il percorso dal depuratore, in modo tale che, già in fase di avanzamento lavori, sarà possibile iniziare ad intercettare le prime fognature oggi non depurate, senza dover attendere la conclusione dell’intera opera. Dal punto di vista dell’impatto sociale e ambientale dell’opera, la cantierizzazione del progetto è stata studiata - per la prima volta in Italia nel settore delle opere idriche - individuando e attenuando tutti i potenziali impatti.
Circa l’80% delle terre di scavo saranno, ad esempio, riutilizzate per la copertura dell’opera, mentre il restante 20% sarà avviato a discariche autorizzate. Publiacqua ha realizzato una serie di studi sul riutilizzo delle acque depurate a San Colombano. Attraverso accordi con gli utilizzatori finali della risorsa e grazie all’impegno della Regione Toscana e delle Istituzioni locali, l’acqua in uscita dal depuratore potrà essere utilmente convogliata in alcuni distretti produttivi. Insieme al collettore è prevista anche la realizzazione di un impianto idrovoro con tre pompe di portata totale pari a 2,5 mc/sec a monte del Ponte all’Indiano.
Tali impianti entreranno funzione in caso di piene eccezionali dell’Arno per assicurare lo scarico di tutta la riva sinistra garantendo così, ulteriormente, la sicurezza idraulica per le aree più depresse. (fd)