Il bando è stato presentato questa mattina dagli assessori ai lavori pubblici Paolo Coggiola e alle aziende partecipate Simone Tani, dai sindaci di Lastra a Signa Carlo Moscardini, di Montemurlo Ivano Menchetti e di Pontassieve Mauro Perini membri del collegio di vigilanza sull'accordo di programma siglato dai comuni per la costituzione della spa mista pubblico-privata per la gestione del ciclo integrale dell'acqua. Presenti anche il presidente della Publiacqua Amos Cecchi e il vice presidente Armando Risaliti.
Si tratta di una gara articolata in più fasi: il bando appena pubblicato è l'avvio della procedura di preselezione dei potenziali partner. I privati interessati all'acquisizione del 40% del capitale sociale hanno tempo fino al 19 novembre per inviare le manifestazioni di interesse. Le proposte verranno poi valutate dalla commissione di gara che entro il 28 novembre individuerà i soggetti ammessi alla fase di presentazione dell'offerta. A questi verrà inviata una lettera di invito con la disciplina dettagliata delle modalità di presentazione dell'offerta che sarà comunque articolata in una offerta tecnica e una economica.
L'aggiudicazione avverrà sulla base dell'offerta economicamente più vantaggiosa. "Questo bando è praticamente uguale a quello pubblicato per la ricerca di un socio privato per Acque spa, la società gemella di Publiacqua nell'Ato 2 - spiega l'assessore Coggiola -. Una scelta non casuale e che risponde all'obiettivo di arrivare in tempi brevi all'unificazione delle due società e alla creazione di un soggetto industriale di dimensione rilevanti". Insieme al bando è stato presentato il quadro strategico di sviluppo della società con i punti fermi e gli obiettivi dei comuni.
"Chi partecipa alla gara - aggiunge l'assessore Coggiola - deve tener conto di alcuni principi fondamentali per le amministrazioni locali in un settore vitale come quello della gestione dell'acqua". Per esempio la preferenza per un soggetto misto (industriale e finanziario) nella forma di raggruppamento di imprese capace di coinvolgere espressioni dell'economia e della società toscana. In questa ottica viene ipotizzato, sempre nel rispetto della maggioranza pubblica, anche un aumento di capitale destinato in via prioritaria all'azionariato diffuso.
E ancora il servizio dovrà continuare a rispondere al principio di universalità in materia di disponibilità e accesso da parte di tutti i cittadini alle stesse condizioni. "L'acqua è un bene indispensabile e vitale - aggiunge l'assessore Coggiola - e per questo non può essere gestita come una qualsiasi merce. Devono rimanere fermi i principi di solidarietà, di equa distribuzione, di sviluppo sostenibile, di riduzione degli sprechi e di attenzione all'ambiente". La proposta di devolvere parti dell'utile (è allo studio l'ipotesi di un centesimo per ogni metro cubo) per sostenere progetti di cooperazione internazionale risponde a questo obiettivo.
"I soci privati devono aver chiaro che questi principi sono fondamentali - precisa l'assessore Coggiola - e per questo saranno ribaditi nei patti parasociali e nel futuro statuto della società mista". L'assessore Coggiola interviene anche sulla polemica sulla presunta segretezza del bando di gara. "Il bando è pubblico e con esso tutti i documenti e le schede della società. Non c'è nessuna secretazione della procedura di gara ma soltanto la specificazione che i lavori della commissione di gara per la valutazione delle domande di ammissioni sono a porte chiuse e che il diritto di accesso agli atti è differito al momento in cui la valutazione è stata fatta.
Si tratta - conclude l'assessore Coggiola - della normale procedura in questi casi e un elemento di garanzia per tutti". Il presidente della Publiacqua Cecchi ricorda il piano di investimenti previsti dalla società nei prossimi 20 anni (periodo della concessione del servizio) per un totale di 750 milioni di euro: "Nei prossimi tre anni verrà concluso il depuratore di San Colombano. Ma è prevista anche la realizzazione dell'acquedotto della Val di Bisenzio, l'autostrada delle acque, il collegamento tra l'impianto di acqua di riuso presso il depuratore e l'acquedotto industriale di Prato, l'emissario in riva sinistra d'Arno, il serbatoio di Castello e altri interventi fondamentali per migliorare l'efficienza del sistema".
«Far gestire da una società privata il 40% di Pubbliacqua potrebbe rappresentare un errore gravissimo per i cittadini, se non si prevederanno norme in difesa dei consumatori».
E' quanto sostiene il capogruppo di Azione per Firenze Gabriele Toccafondi secondo il quale «non è sempre detto che un privato sia utile a rendere il servizio più efficiente e competitivo nell'interesse dei cittadini». «Per fare un esempio - ha spiegato Toccafondi - l'acquirente privato potrebbe offrire una cifra ben superiore alle aspettative attuali, cosa di cui il Comune e Pubbliacque sarebbero molto contenti, però occorre anche tener presente che qualsiasi società privata ad un esborso maggiore deve far fronte con prezzi dei servizi più alti.
A perderci in questo senso sarebbero solo i cittadini. Per questo nel bando di gara occorrono norme a tutela degli utenti e del servizio». «Publiacqua - ha concluso il capogruppo di Azione per Firenze - ha già annunciato aumenti tariffari a Firenze del 13% in bolletta, inoltre dal piano d'impresa che ha commissionato, emerge che in 20 anni è previsto il raddoppio degli introiti mentre i costi di gestione e manutenzione resteranno invariati, quindi ad un servizio uguale corrisponderanno aumenti dei costi.
E' quindi ragionevole pensare da subito a norme che possano garantire gli utenti e non solo le casse comunali».
«La gara per l'ingresso di un socio privato in Publiacqua va sospesa». La richiesta è contenuta in un ordine del giorno presentato dalla capogruppo di Rifondazione Comunista Monica Sgherri.
«Nei mesi scorsi - ha rilevato la Sgherri - Publiacqua aveva già annunciato un rincaro di circa del 14% delle bollette e l'ingresso di un socio privato che, gioco forza, mira a fare i propri interessi, contraddice uno degli obiettivi primari che è quello di ridurre gli spechi di acqua e combattere gli eccessi di consumo.
Perché, è evidente, che tutto il piano di investimenti, reggendosi solo sugli incassi delle bollette pagate dai cittadini non può permettersi una riduzione degli introiti. Paradossalmente, a fronte di un consumo più consapevole di acqua i cittadini sarebbero obbligati a pagare proprio l'acqua che non consumano». «Questa è la logica di impresa - ha aggiunto la capogruppo di Rifondazione - e pensare di "tenere a bada" gli interessi del socio privato preparando un bando per la privatizzazione del 40% dell'azienda, è una pia illusione: il capitale accetta vincoli solo se ottiene profitti adeguati, in caso contrario va da un'altra parte.
Noi pensiamo si debba partire, dall'adesione alla "Carta dell'acqua" degli enti locali e dei cittadini dove gli amministratori si impegnano a "mantenere nella sfera pubblica la proprietà e la gestione dell'acqua ovvero il capitale ed i servizi ad essa collegati". E d'altronde, lo ricordo, le nostre stesse perplessità sull'entrata del privato le hanno avanzate in questi giorni anche una decina di sindaci dell'ATO 3. I tempi sono cambiati: un'accelerazione a livello nazionale verso una liberalizzazione selvaggia dei servizi pubblici ha messo molti amministratori in allarme, molte certezze cominciano a venir meno sull'effettiva capacità di controllo del socio privato, mentre sempre più diffusa è la certezza di porre alcune priorità come quella di garantire il ruolo e la proprietà pubblica di alcuni beni fondamentali, come quello dell'acqua.
Dunque se riconosciamo l'acqua bene fondamentale primario, è inaccettabile il solo correre il rischio di ridurla a pura merce: non possiamo correre il rischio di dipendere da un socio privato per 25 anni che gestisca l'acqua come una semplice merce».
«E' un bando che manca di trasparenza». E' il giudizio della consigliera di Alleanza Nazionale Gaia Checcucci sul bando di Publiacqua.
«Quanto è stato pubblicato sulla gazzetta ufficiale - ha spiegato la Checcucci - rinvia ad un ulteriore "lettera di invito" alle varie aziende nella quale saranno disciplinate in modo dettagliato le modalità di presentazione dell'offerta.
Ad oggi, quindi, non c'è nessun elemento perché possa essere esercitata una doverosa azione di controllo. Secretando le procedure di gara di fatto si sottrae al Consiglio comunale un'azione di controllo e di verifica che rientra nelle sue prerogative. Questo fatto è gravissimo e su quanto accaduto dovranno darmi spiegazioni scritte sia il sindaco che il direttore generale». «L'unica cosa certa che emerge dal bando - ha proseguito la consigliera di AN - è che la selezione del socio privato avverrà sulla base del criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa attribuendo all'offerta economica un peso pari all'80% e a quella tecnica un peso pari al 20%, secondo modalità peraltro anch'esse secretate.
In altre parole l'identikit del socio privato che emerge dalla bando è quella di un socio dotato sì di capitali ma senza l'imprenditorialità necessaria a gestire una società del genere ed a sviluppare reti idriche e fognature per ora molto carenti». «La procedura di gara - ha concluso la Checcucci - ha fatto sorgere animate polemiche, il comitato nazionale di vigilanza delle risorse idriche l'ha impugnata, la commissione europea l'ha definita illegittima. A maggior ragione non è opportuna la secretazione del bando, una decisione grave e assolutamente sbagliata.
Non sarà sottraendoci gli atti che la battaglia di AN sarà fermata: entro novembre il Consiglio comunale sarà chiamato a pronunciarsi sulla mia mozione che chiede la revoca dell'affidamento a Publiacqua e la messa in gara del servizio, così come prevede la normativa italiana ed europea».