"Il governo e la maggioranza, sordi ad ogni appello al buonsenso, hanno approvato il decreto sulla riforma delle fondazioni liriche proposto dal ministro Bondi. Non sono servite le proteste di tutto il mondo culturale insieme a larghe parti della società civile. A questo punto, coerenti con quanto già annunciato, la Toscana proseguirà sulla strada del ricorso di fronte alla Corte Costituzionale per la lesione di alcune potestà delle Regione e relativa presunzione di incostituzionalità". L'assessore alla cultura Cristina Scaletti esprime la delusione e il dispiacere della Toscana di fronte al voto arrivato in nottata sul contestato provvedimento. "Avremmo preferito un confronto serio e costruttivo ai tavoli della trattativa politica per salvaguardare istituzioni culturali che sono ambasciatrici dell'Italia nel mondo.
Dobbiamo al contrario registrare l'assoluta sordità del ministro Bondi e delle forze politiche che lo sostengono. Nel frattempo, ci corre l'obbligo di attuare tutti gli atti che possano sostenere il Maggio musicale fiorentino, e in particolare chi vi lavora, e mantenere l'azione culturale di livello internazionale che il Maggio ha garantito fino ad oggi. La Regione Toscana ha fatto e farà la sua parte come promesso attraverso l'aumento della sua quota di intervento. Ma in un momento come questo, segnato dal restringimento della spesa pubblica anche sui servizi essenziali, non può restare sola". "Niente di nuovo nella rossa Toscana, dove domina sempre il pregiudizio ideologico antigovernativo.
E così l'assessore regionale alla cultura, Cristina Scaletti, ha potuto annunciare l'ennesimo ricorso della Regione Toscana alla Corte costituzionale. Questa volta contro la 'legge Bondi', la cui colpa è evidentemente quella di voler salvare le Fondazioni lirico-sinfoniche ormai prossime al collasso. Ma all'assessore Scaletti, che non ha mai visto un bilancio della Fondazione del 'Maggio musicale', i numeri non interessano. Le basta la retorica. Ed eccola allora proporre la sua miracolosa ricetta: che la Regione aumenti la propria quota nel Maggio (senza specificare ovviamente nessuna cifra), e che lo Stato faccia altrettanto.
C'è da rimanere smarriti. Chi glielo spiegherà alla povera Scaletti che lo Stato non ha più fondi, e che, pur non avendoli, versa attualmente al 'Maggio' 20 milioni di euro l'anno a fronte dei 2 milioni della Regione Toscana...?" replica il senatore del Pdl Paolo Amato.