All’odierno “abbraccio” del Teatro Comunale promosso dai lavoratori per proteggere il Maggio Musicale Fiorentino dal decreto di riforma delle Fondazioni lirico-sinfoniche ci saranno anche il Direttore Principale Zubin Mehta e Danile Barenboim, due artisti di fama internazionale che hanno con forza e convinzione fatto sentire in questi giorni la loro voce contro i contenuti del decreto. Appuntamento per tutti dalle 18:45 in Corso Italia. E domani, venerdì 21 maggio 2010, alle ore 15, si riunirà per l’ultima volta l’attuale Consiglio di Amministrazione della Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino.
All’ordine del giorno il bilancio consuntivo 2009. Al termine della seduta il Sovrintendente Francesco Giambrone incontrerà la stampa per un saluto, a conclusione del suo mandato. Ma di Maggio si è parlato anche in Consiglio provinciale I dipendenti del Maggio Musicale Fiorentino hanno aperto oggi pomeriggio, con un gesto simbolico, i lavori del Consiglio provinciale. Il gruppo di Rifondazione comunista in Consiglio provinciale prende atto dell’impegno economico aggiuntivo della Provincia e degli Enti locali a sostegno dell’ attività lirico–sinfonica del Maggio e chiede "uno sforzo nel contrastare le conseguenze dirette e immediate sulla sicurezza dei posti di lavoro di tutte le professionalità coinvolte causate dai decreti governativi".
Al centrosinistra che governa le politiche locali competenti "chiediamo che il successivo CdA della Fondazione del Maggio Musicale Fiorentino sia nominato partendo da chiari indirizzi di politiche alternative a quelli del Governo nazionale". Infatti se il decreto sulle Fondazioni Liriche Italiane voluto dal Governo Berlusconi rimanesse immutato, "avremmo delle rischiose conseguenze per il futuro di tutto il settore. Sosteniamo quindi i lavoratori nell’iniziative che fino all’occupazione dei teatri e allo sciopero ad oltranza, conseguenza estrema di una lotta che non deve rimanere isolata".
La partecipazione e l’apertura del Consiglio provinciale fiorentino di oggi da parte delle rappresentanze del Maggio Musicale Fiorentino "hanno esattamente questo significato". "A fronte degli ingenti tagli alla cultura" operati dal Governo nazionale che hanno coinvolto anche il Maggio Musicale, il gruppo del Pd di Palazzo Medici Riccardi denuncia "scelte che evidenziano il disinteresse del centrodestra ad investire in cultura. I rappresentanti del Pdl del nostro territorio parlino di più ai loro referenti a Roma".
Il tema del Maggio non è una questione cittadina, ma nazionale, per questo "ci schieriamo a sostegno dell'iniziativa dei lavoratori e della difesa della loro professionalità, professionalità che è ricchezza e veicolo di sviluppo per il nostro paese". IL Pd non è d'accordo "sulle scelte fatte e sul modo di farle: come sempre si evita il confronto, non si discute con le parti, si ricorre alla decretazione". Il Pd sostiene "l'impegno finanziario che Regione, Provincia e Comune hanno mantenuto anche in momenti di crisi come quello che viviamo oggi e si adopererà per portare all'attenzione del Governo la grave situazione che si è venuta a creare". Il dibattito in Consiglio provinciale "Confermo l'impegno finanziario della Provincia per il Maggio come anche per velocizzare le procedure di nomina del nuovo cda".
Il presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci, intervenendo nel Consiglio provinciale aperto oggi, simbolicamente, dai dipendenti del Maggio su invito delle Commissioni Lavoro e Cultura del Consiglio, osserva come il decreto Bondi "va certamente accantonato, ma noto che tutte le forze politiche, anche quelle che rappresentano l'opposizione di centrodestra in quest'aula ma che sono la maggioranza nel Paese, convergono nel considerare sbagliato il metodo adottato dal Governo: non si sono ascoltate le ragioni dei lavoratori e d'altra parte non c'è percorso di riforma che abbia possibilità di successo senza il concorso responsabile di chi lavora". Barducci faceva riferimento, in particolare, agli interventi di Massimo Lensi del Pdl che, pur sottolineando come le fondazioni scontino un percorso lungo di decadenza, dovuto alla lunga disattenzione di sindaci e di forze politiche, e che quindi il decreto muova da questo contesto, considerava come "in questa partita o si vince insieme o si perde insieme.
C'è stato un errore di metodo, tuttavia si è creato un dibattito che può portare a un'ampia coesione". "Quello che fa il Governo è perfettibile", ha osservato d'altra parte Marco Cordone della Lega Nord, "ci siamo anche per presentare sollecitazioni e apportare correttivi. Tuttavia bisogna riflettere sul lento ma progressivo declino del Teatro Comunale, per il quale, negli anni scorsi, non ho notato un particolare attaccamento". I rappresentanti sindacali del Maggio avevano illustrato in apertura di Consiglio presentando la loro come una battaglia di civiltà e contro la destrutturazione delle Fondazioni.
Nel caso specifico, come non considerare che "un'opera lirica su tre, nel mondo, è rappresentata in lingua italiana?" Il presidente del Consiglio provinciale David Ermini, ringraziando per la presenza dei dipendenti del Maggio, aveva osservato come "Firenze sia viva perché c'è chi l'arte la vive, la partecipa, la esporta e nel farlo crea anche ricchezza: la lotta del Maggio Musicale porta in sé questo messaggio che raccogliamo con convinzione". Riccardo Lazzerini, di Sinistra ecologia e Libertà, ha contestato l'idea stessa di decretare così su queste materie, "senza concertare con nessuno: considerazione che vale per tutti, anche se al governo ci fosse stato il centrosinistra.
Il Maggio Musicale non è un contenitore vuoto. Non possiamo non apprezzare il fatto che la Provincia di Firenze sta facendo uno sforzo non indifferente: la sua partecipazione è passata da 300 mila euro a un milione di euro l'anno". Per Federico Tondi (Udc) "nella cultura non esistono criteri di uguaglianza ne il criterio dei tagli come metodo. La cultura che il Maggio rappresenta porta valore aggiunto e i dipendenti del Maggio lo interpretato con grande senso di responsabilità: avere continuato la programmazione è una scelta che fa loro onore".
Andrea Calò, di Rifondazione comunista, si augura "coerenza da parte dei rappresentanti del Centrodestra nel sostenere e nell'operare per quanto detto a favore del Maggio. Tengo a sottolineare come il primo valore del Maggio Musicale siano innanzitutto i lavoratori, la loro professionalità, ed è giusto pretendere attenzione per un lavoro che viene mortificato, attaccato, inibito". Andrea Cantini, dell'Italia dei Valori, osserva come "l'Italia sia il più grande esportatore di cultura, ma ha rinunciato a trasmettere la cultura nell'educazione degli italiani.
C'è una spirale perversa di degrado culturale che si esprime anche con il decreto". Stefano Prosperi, per il Pd, "quella del Maggio non è una questione puramente aziendale. Il decreto Bondi non è stato un buon inizio e tuttavia i dipendenti del Maggio, interrompendo lo sciopero, hanno mostrato un senso altissimo di responsabilità. Noi crediamo ad investire sulla cultura e condividiamo ogni punto portato avanti dai dipendenti. La nostra attenzione e il nostro sostegno sarà assicurato anche fuori dal Consiglio provinciale". Nelle foto, alcune immagini della manifestazione al Teatro dell'Opera di Roma.