Hanno incarichi istituzionali nelle delegazioni territoriali di Cesvot e nelle grandi associazioni regionali: si stima che rappresentino circa l'80% del volontariato toscano. Sono i volontari che Cesvot ha convocato per il 7 e l'8 maggio a Principina Terra in provincia di Grosseto. Una due giorni che si prevede densa di temi politici e di questioni organizzative. Sul tavolo della discussione i temi caldi del volontariato italiano ma con una declinazione tutta toscana, alla ricerca di nuovi modelli associativi che consentano di superare la crisi economica e sociale che stiamo vivendo.
Patrizio Petrucci, presidente del Cesvot da quattro anni, motiva così lo spirito dell'iniziativa: "E' la prima volta che Cesvot mobilita in una due giorni seminariale le sue classi dirigenti e, con loro, il volontariato toscano, quello che si occupa di sociale, di sanitario, di beni culturali, di tutela ambientale, di protezione civile. Saranno presenti tante associazioni, provenienti da tutta la regione. Con loro vogliamo discutere i temi cruciali che abbiamo oggi di fronte a noi: i rapporti con gli altri soggetti del terzo settore, compreso il sistema delle fondazioni bancarie; lo scenario delle politiche europee; la partecipazione dei cittadini, e dei giovani in particolare, alla vita associativa; gli elementi di forza e di debolezza del sistema toscano di volontariato; le prospettive future ed il ruolo che il volontariato vorrà interpretare".
Sabato mattina sarà presente ai lavori anche Salvatore Allocca, assessore a Welfare e Casa della Regione Toscana, grossetano, già senatore della Repubblica nella precedente legislatura. Le tre sessioni del seminario saranno dedicate rispettivamente al volontariato ed alle sue relazioni politiche, sociali e giuridiche. Si confronteranno studiosi e dirigenti associativi per aiutare a comprendere le profonde trasformazioni in corso, sociali e culturali ma anche normative e politiche.
Un incontro che ha l'obiettivo di mettere a fuoco anche gli elementi di difficoltà e di crisi e che vuole contribuire a ricostruire una coscienza collettiva del movimento. "Il rischio, sempre in agguato - prosegue Petrucci -, è quello della frammentazione, della dispersione, di essere percepiti come un interlocutore irrilevante o subalterno della politica, privando così la nostra società di un punto di vista fondamentale qual è quello del volontariato. Non possiamo dimenticare che il volontariato è spinta ideale, è partecipazione, è sinonimo di cambiamento, di nuovi linguaggi e di nuove sensibilità e non soggetto erogatore di servizi a basso costo".
Qualche dato In Toscana sono presenti, secondo la banca dati di Cesvot, 3110 associazioni di volontariato con un aumento del 22,25% rispetto al 2006. Il 77% si occupa di attività inerenti i settori sociale e sanitario (disabilità, anziani, trasporti sanitari, donazioni...), il 10% dell'ambito culturale, il 4,9% del settore ambientale, il 4,8% di protezione civile, il 2% di volontariato internazionale, l'1,1% di promozione e tutela dei diritti. Il 51% delle associazioni toscane è di piccole dimensioni (meno di 20 volontari).
Oltre 600 le convenzioni attivate con Enti pubblici, prevalentemente Comuni. Il 71,3% delle associazioni dichiara una matrice aconfessionale. Il 48,6% delle associazioni ha un'età compresa fra i 5 ed i 14 anni, il 39% è nata da più di 15 anni, il 12,6% è nata negli ultimi 4 anni.